Lgbtqia+: di cosa si parla quando si parla di asessualità e aromanticismo?

La lettera 'A' di Lgbtqia+ sta per asessuali e aromantici. Chi sono e che tipo di pregiudizi devono combattere?

di LINDA MEONI -
26 ottobre 2023
Due parole che iniziano entrambe per "a", con quella "a" privativa che fa riferimento a qualcosa che non c’è. Ma nel mondo uguale per tutti, a zero discriminazioni, non è di "mancanze" che si può e deve parlare. Non se il soggetto della conversazione è la persona asessuale o aromantica.

La tavola rotonda sulla "a" di Lgbtqia+

Conoscere per capire: è questo il principio che orienta il primo appuntamento italiano dedicato alla "Lettera A" dell’acronimo Lgbtqia+, i soggetti aromantici e asessuali, che si terrà alla Biblioteca San Giorgio venerdì 27 ottobre alle 15. Una tavola rotonda in sostanza (moderata da Gaia Angeli) che vedrà seduti allo stesso tavolo l’attivista asessuale Arono Celeprin, la psicologa Caterna Appia, i rappresentanti del collettivo Carrodibuoi, l’autrice Francesca Anelli, la scrittrice e booktoker Giulia Peruzzi e l’autrice e traduttrice Serena Stagi, che di quest’appuntamento è la curatrice. È con lei che tentiamo di dissipare alcuni dei dubbi più comuni attorno a questo tema.
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Serena Stagi, autrice e traduttrice

Omosessuali, biromantici, asessuali, eteroromantici, omoromantici, demisessuali, graysessuali: perché è importante etichettare? Non è che a forza di definire si rischia di perdere il senso? "Penso semmai il contrario. Le etichette, dal mio punto di vista, sono utili finché servono a noi, finché cioè hanno un’utilità più personale che pubblica. Quando cresci in un mondo che manda avanti una narrazione sola, un tipo di amore solo, prevalentemente romantico, scoprire che ci sono tante sfaccettature ognuna con la propria definizione è una cosa potentissima. In un mondo a due opzioni tu scopri che ce ne sono mille. E capisci così che c’è posto per tutti". Proviamo a spiegare: chi sono gli asessuali, chi gli aromantici? "Il concetto base è che l’attrazione sessuale e romantica siano due cose distinte. Se t’innamori di una persona è normale che tu ne sia attratto. Almeno così è nella visione standard della società. In realtà stiamo parlando di due attrazioni diverse, con combinazioni diverse. L’asessualità è l’orientamento sessuale di chi non prova attrazione sessuale verso nessun genere, o ne prova poca, o solo in poche circostanze. Lo stesso vale per gli aromantici a proposito di romanticismo". Perché all’interno del movimento Lgbtqia+ quelli della ‘lettera A’ sono i meno rappresentati? È un’impressione? lgbtqia+-asessuali-aromantici "No, non lo è. C’è stato anche un certo dibattito sul fatto che gli asessuali potessero avere un posto in quella comunità. Credo che banalmente la verità sia da ritrovarsi nel fatto che di asessualità e aromanticismo si comincia a parlare di più solo adesso. Pur essendo qualcosa che esiste da molto più tempo. Di asessualità parlò in via teorica Kinsey nel 1948, con quella scala che rappresentava gli appartenenti a questa categoria con una ‘X’". Che tipo di attivismo c’è a sostegno dei ‘lettera A’? "Per la mia esperienza molto si svolge sui social. Penso al collettivo Carrodibuoi, a Rete Lettera A. Il dibattito al momento è relegato alla sola Rete. Basti pensare che i primi libri sull’asessualità hanno cominciato ad uscire solo quest’anno. Piccole realtà, che comunque partecipano attivamente ai vari Pride".
 
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Questo di Pistoia è il primo evento organizzato sul tema: siamo indietro solo in Italia? "Forse il mondo anglofono è un passo avanti. Ma la situazione di arretratezza nel dibattito che viviamo è comune un po’ in tutto il mondo". Lei è autrice del primo romanzo con protagonista aroace. Cosa l’ha spinta in questa avventura? "Sono una grande lettrice di romanzi rosa, molti per lavoro mi trovo a tradurli dall’inglese. Proprio per questo mi andava di smontare quell’unica idea di amore, con un inizio, uno svolgimento e una fine sempre uguali e un solo modo per essere felici. Mi sono detta: adesso scrivo un romanzo rosa con tutte le cose che piacciono a me sfatando uno a uno tutti gli stereotipi dei romanzi rosa. Allo stesso tempo ho voluto parlare della mia esperienza come persona asessuale aromantica. E mi sono resa conto che gli obiettivi erano due, compreso il conoscere me stessa". Cosa accadrà nell’incontro di Pistoia? "Avremo persone che del tema parlano da anni. Arono proietterà il suo documentario dal titolo ‘Asessualità’, la psicologa Caterina Appia porterà i risultati di una ricerca sull’asessualità, poi parleremo di attivismo col collettivo Carrodibuoi per comprendere come questo orientamento non sia il frutto di una moda degli ultimi anni.
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L'attivista asessuale Arono Celeprin

Spazio poi ai libri, con Francesca Anelli che lancia qui ‘Lo spettro dell’asessualità. Corpi, percorsi e rivendicazioni della comunità asessuale’ uscito quest’anno e io con il mio di libri, ‘La locanda dei cuori solitari’, assieme poi alla booktoker Giulia Peruzzi che parlerà dell’importanza della rappresentanza di genere nei libri e nei film". Qualche timore che la Rete possa accogliere l’iniziativa aggredendo? "Nella Rete vogliamo cogliere più il senso dell’opportunità che altro. Sì, c’è anche l’aspetto degli odiatori seriali, anche se devo dire di non averci mai avuto a che fare. La discussione è plausibile: asessualità e aromanticismo mettono in discussione principi che esistono da sempre, che c’insegnano il solo amore romantico e il sesso come motore. Il rischio è essere percepite come persone alle quali manca qualcosa, se non malate. Ma gli odiatori non possiamo controllarli. Allora intanto meglio parlare e creare momenti di approfondimento".