Georgia, primo via libera per la legge che vieta la “propaganda LGBT”

Il pacchetto approvato a larga maggioranza in Parlamento prevede 19 progetti, tra cui il divieto ai percorsi di transizione per persone trans e dell’adozione da parte di coppie dello stesso sesso

27 giugno 2024
Tiblisi Pride 2021 (World Organisation against torture)

Tiblisi Pride 2021 (World Organisation against torture)

Il parlamento georgiano ha approvato in prima lettura un disegno di legge che vieta la “propaganda LGBT”. Dopo l’Ungheria, per guardare all’Unione europea, dopo soprattutto la vicina Russia, a cui guarda il governo di Irak'li K'obakhidze, anche la Georgia punta a limitare i diritti e l’espressione della comunità. 

Il documento è stato sostenuto da 78 deputati della maggioranza parlamentare mentre l'opposizione ha boicottato il voto. La seconda e la terza lettura del testo in Parlamento avranno luogo nell’autunno 2024. Il pacchetto legislativo è composto da 19 progetti di legge, il principale dei quali si intitola simbolicamente “Sui valori della famiglia e la tutela dei minori”, un'iniziativa che ha attirato su Tbilisi le critiche dell'Unione europea e delle Ong per i diritti umani. In altre sezioni si prevede il divieto dei percorsi di transizione per le persone transgender, dell’adozione di bambini da parte di coppie dello stesso sesso e la diffusione di informazioni relative alla comunità LGBTQ+.

Come ha dichiarato in una riunione parlamentare il leader della maggioranza Mamuka Mdinaradze, lo scopo di questi progetti è quello di rafforzare i valori familiari basati sull'unione familiare di un uomo e una donna e i meccanismi di protezione dei minori dalla propaganda della comunità Lgbt. Lo stesso politico ha poi assicurato che il pacchetto non mira a violare i diritti dei rappresentanti della comunità. Difficile a credere, vista anche la somiglianza del disegno di legge sviluppato in Georgia con la legge che vieta la “propaganda LGBT” in vigore in Russia. E vista anche la subito precedente adozione della legge sugli “agenti stranieri”, considerata una copia della norma russa sullo stesso argomento.