Luca Trapanese: “Il Pride non è una pagliacciata, dobbiamo conquistare ancora tanti diritti”

L’assessore al welfare del Comune di Napoli e romanziere, in un lungo post Facebook ha preso una forte posizione sul Pride, affermando che c’è ancora tanta strada da compiere nel mondo dell’uguaglianza

di MARCO PILI -
29 giugno 2024
Luca Trapanese con la figlia Alba

Luca Trapanese con la figlia Alba

“Esistono spettacoli indecorosi che superano il senso del buon gusto e alle messinscena di indubbia natura è giusto e opportuno scegliere di non esserci. Ma di certo non parliamo del Pride”. Inizia così il lungo post che Luca Trapanese, fondatore dell’associazione A ruota libera da sempre schierato a favore dei diritti e dell’uguaglianza, ha deciso di condividere sui suoi profili social.

Una lettera a cuore aperto, quasi uno sfogo capace di mettere in chiaro le molte problematiche che, in campo sociale, attanagliano la nostra società. Nonostante gli innegabili passi avanti compiuti nel corso degli ultimi decenni, infatti, il percorso per giungere ad un effettivo riconoscimento dei diritti civili fondamentali è ancora molto lungo e tortuoso, a partire da disabilità e orientamento sessuale.

Ed è proprio su genere, orientamento sessuale e libera espressione di sé che Trapanese ha deciso di esprimersi maggiormente, schierandosi contro le numerose polemiche scaturite sui social - e non solo - in seguito ai numerosi Pride che si sono susseguiti durante il mese di giugno: “Mi piacerebbe vivere in una società che scelga di mettere distanza dalle cose brutte e indecorose e che non assimili il Pride ad una pagliacciata”. E ancora: “Sarebbe bello che la società che accoglie la mia esistenza e per la quale ognuno di noi offre il proprio contributo, riconoscesse che essere persona ci rende soggetti di diritti inalienabili”.

Ma quella di Trapanese non vuole essere una mera critica alla situazione attuale, ma anche un tentativo di spronare verso un miglioramento costante chiunque si ponga in modo avverso nei confronti delle manifestazioni occorse in occasione del Pride month: “Mi piacerebbe che chi critica le manifestazioni come il Pride, lavorasse per rendere la società più giusta, equa, aperta ai bisogni delle persone e che smettesse di rendere le persone mendicanti di giustizia”.

In Italia, come riportato dallo stesso autore del post, è assente una legge che faccia riferimento ai crimini d'odio e agli atti discriminatori contro la comunità Lgbt. Inoltre, il nostro paese è al trentacinquesimo post su 49 paesi europei per tutela dei diritti delle persone Lgbtqia. Inoltre, il 40% degli episodi di odio registrati verso la comunità Lgbtqia si sono verificati per strada, mentre il 6% sui luoghi di lavoro. Un clima di intolleranza diffuso, dunque, che necessita importanti e impellenti leggi e iniziative a tutela di migliaia di persone costantemente discriminate.

In conclusione, oltre a riportare ulteriori difficoltà relative alla trascrizione degli atti di nascita dei figli di coppie omogenitoriali nate all’estero e all’adozione per single, Trapanese chiude con un grido di speranza: “Sogno per mia figlia Alba e per tutti noi, una società diversa, più sana, più tollerante, più pacifica. Sogno che ognuno di noi veda nella diversità dell'altro una ricchezza e non una minaccia. Lotto ogni giorno per affermare che bisogna prenderci cura non solo di noi stessi ma anche dell'altro, perché questa è la nostra unica salvezza, per noi e per i nostri figli”.