Mamma segreta, il progetto toscano per i
parti in anonimato e il sostegno a madri e nascituri, compie 24 anni e si ripropone nel 2023 con alcune
novità. La giunta regionale ha
aggiornato infatti di recente le linee di indirizzo del percorso rivolto a tutte le donne che abbiano manifestato incertezza rispetto al riconoscimento del proprio bambino o la volontà di non procedere al riconoscimento. Ci sarà una
semplificazione nell’accesso: l’obiettivo è migliorare l’organizzazione e la qualità dei servizi sanitari territoriali ed ospedalieri, sociali e socio-sanitari integrati, con modalità condivise ed omogenee.
Adeguamento giuridico, cosa cambia: il diritto all'oblio
Ma c’è anche l’adeguamento a nuovi indirizzi giurisprudenziali: se infatti nell’ordinamento giuridico italiano fino ad oggi
il diritto all’oblio assicurato alla donna che optava per il parto in
anonimato prevaleva su ogni altra considerazione o richiesta del figlio ultra-venticinquenne, che desiderava avere accesso alle informazioni sulle proprie origini,
adesso non è più così. Alla luce di recenti sentenze della Corte Costituzionale e Cassazione sezioni unite
il figlio naturale non riconosciuto alla nascita può presentare istanza al Tribunale dei minorenni per
ricercare informazioni sulle proprie origini e la
madre biologica può essere convocata davanti al tribunale per essere
informata della richiesta avanzata dal figlio e della sua facoltà di acconsentire che venga svelata o meno, a seguito dell’interpello, la propria identità. Una richiesta legata a volte alla necessità di acquisire anche un’
anamnesi familiare, per un’opportuna profilassi o per indagini su malattie ereditarie ed accertamenti diagnostici.
"Mamma segreta", nuove procedure per partorire in anonimato
Così la Regione Toscana si riorganizza e riorganizza
Mamma segreta: con una
mano tesa a tutte le donne da un lato, per la necessaria assistenza sociosanitaria per loro e i bambini e il sostegno alla donna che non riconosce il neonato anche nel suo percorso di reinserimento sociale laddove necessario, e dall’altro garantendo il diritto degli adottati a ricevere informazioni sulle proprie origini, tramite la redazione e la conservazione di una documentazione corretta e adeguata. Procedure ospedaliere e protocolli per la conservazione di dati anamnestici non identificativi della madre e della famiglia biologica, che consentirebbero, già ai genitori adottivi, di programmare interventi di profilassi o accertamenti, saranno definiti attraverso gruppi di lavoro dedicati. Ai nuovi protocolli seguirà anche un
corso di formazione del Formas, il laboratorio regionale per la formazione sanitaria. Nella definizione delle nuove procedure saranno coinvolti pure il Centro regionale di documentazione per l’infanzia e l’adolescenza dell’Istituto degli Innocenti di Firenze, che con la Regione ha firmato un’intesa nel 2022, e il Tribunale per i minorenni di Firenze e Genova, che ha collaborato alla condivisione delle nuove linee di indirizzo.
I parti in anonimato degli ultimi undici anni
Il progetto
Mamma segreta è nato nel 1999, in collaborazione con l’
Istituto degli Innocenti di Firenze, la Asl e il Comune di Prato. Dal 2012 al 2022, negli ultimi undici anni (ma i numeri sul 2022 sono provvisori), su quasi 289 mila parti in Toscana sono stati 184 quelli in anonimato: tra questi 98 di donne italiane e gli altri di madri di cui non è specificata la cittadinanza. I più numerosi sono stati nel 2013, quando furono 35; nel 2020 sono stati otto e dieci l’anno nel 2021 e 2022.
Una mano tesa a tutte
Dal 2012 a oggi in Toscana sono state 184 le donne (metà italiane) che hanno seguito il percorso "Mamma segreta". Cambia l'iter giuridico: addio all'oblio, ora il figlio naturale può chiedere chi sia sua madre
La nascita di un bambino è un evento straordinario che incide profondamente nella vita concreta, emotiva e relazionale di una donna Non tutte le donne possono essere pronte però ad accogliere la propria maternità. Ciò può essere riconducibile a motivazioni diverse, che devono in ogni caso essere anzitutto ascoltate, comprese e riconosciute.
Mamma segreta è un progetto di carattere universale che tende una mano alle donne (e ai nascituri) per evitare decisioni drammatiche e spesso affrettate al momento del parto, come anche infanticidi o interruzioni di gravidanza realizzate con metodi illeciti. “Lo scopo è sostenere, accompagnare e informare le donne, affinché le loro scelte sia libere e consapevolmente responsabili – ricorda il presidente della Toscana, Eugenio Giani - Partorire in anonimato in ospedale, anziché in situazioni poco protette, garantisce maggiori tutele medico-sanitarie e protezione per entrambi, madri e figli. In Toscana lo si può fare in tutti gli ospedali del territorio e nella nuova delibera si ribadisce, in modo ancora più esplicito, che il percorso è destinato a tutte le donne, indipendentemente dalla provenienza, la nazionalità, lo stato giuridico e la residenza”. “Si tratta di un accesso universale che supera tutte le categorie – ribadisce l’assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini - E’ stata inoltre conferita maggiore importanza ai servizi sociosanitari dei consultori, con compiti specifici sugli interventi di prevenzione per intercettare precocemente situazioni di grave difficoltà psicologica e sociale delle gestanti ed accompagnarle verso i percorsi di assistenza più appropriati. Abbiamo pensato anche ad una specifica azione di formazione per il personale”. Per far conoscere percorso e progetto la Regione ha realizzato anche un opuscolo informativo e una locandina in sette lingue. Sul sito della Regione c’è una pagina dedicata, www.regione.toscana.it/mammasegreta, e pure un numero telefonico - 055.4383001 - accessibile da lunedì al venerdì dalle 9 alle 15.
Relazione più stretta con i servizi sanitari e sociali del territorio
“L’aggiornamento delle linee d’indirizzo – sottolinea l’assessora alle politiche sociali,
Serena Spinelli - è un passaggio importante per definire in maniera più puntuale il percorso di
Mamma Segreta e in particolare per rafforzare gli aspetti destinati a una presa in carico integrata e precoce delle donne, grazie a una relazione più stretta con i servizi sanitari e sociali del territorio”. “Lo facciamo adesso – aggiunge l’assessora alle politiche sociali toscana - per dare nuovo impulso a un servizio così prezioso e inserendoci nel contesto più ampio di riorganizzazione dei servizi territoriali, che la Regione ha avviato sulla base di quanto previsto a livello nazionale dal Dm 77 e con i fondi del Pnrr.” “E’ importante – conclude - rafforzare il servizio nella sua capacità di attivarsi non solo nel momento del parto, ma anche in termini di prevenzione e di continuità assistenziale, per dare un maggiore supporto alle donne in difficoltà. Così come è da sottolineare la collaborazione tra i diversi settori regionali, con l’Istituto degli Innocenti e il Centro regionale di documentazione sull’infanzia e l’adolescenza, e l’apporto fornito dal Tribunale per i minorenni, in particolare per quanto riguarda il progetto legato al riconoscimento delle origini”.
La presentazione a Firenze
La presentaziome del percorso "Mamma Segreta" (a destra il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani)
Alla conferenza stampa organizzata per spiegare le novità del progetto hanno partecipato anche
Luciano Trovato e Silvia Chiarantini, rispettivamente già presidente e presidente facente funzioni del
Tribunale dei minori, e
Maria Grazia Giuffrida, presidente dell’Istituto degli innocenti di Firenze. Chiarantini e Trovato hanno sottolineato come “Mamma Segreta” sia un progetto non presente ovunque in Italia, ma solo in regioni virtuose, sottolineando l’importanza della presenza di assistenti sociali ad affiancare madre e nascituro fin dall’ospedale. Trovato ha poi aggiunto un auspicio ed una proposta, quello di poter regalare ai bambini di “Mamma segreta” la possibilità futura di cure genetiche, conservando alla nascita le staminali della mamma. Giuffrida ha espresso la delicità dell’istituto di partecipare a questo progetto fin dalla sua nascita, aggiungendo come le nuove linee di indirizzo potranno essere uno strumento di grande aiuto a disposizione degli operatori.
Dalla "ruota" degli Innocenti alla culla termica
In Toscana contro l'abbandono dei neonati ci sono anche le culle per la vita, culle termiche in cui è possibile lasciare i bambini che pochi minuti dopo, grazie a un sistema di allarme automatico, viene recuperato e soccorso garantendo l'anonimato alla madre
C'è da capire ora cosa cambierà anche sul fronte delle iniziative anti abbandono. In Toscana - sulla scia della "ruota" dell'Istituto degli Innocenti di Firenze - ci sono infatti le
culle per la vita, culle termiche in cui è possibile lasciare un neonato che pochi minuti dopo, grazie a un sistema di allarme automatico, viene recuperato e soccorso garantendo l'anonimato alla madre. Due di queste si trovano a
Firenze, una in prossimità del padiglione maternità dell’ospedale di Careggi e un’altra in piazza San Remigio, presso la parrocchia. Altre due culle termiche in cui è possibile lasciare un piccolo si trovano a Massa, presso la fraternità della Misericordia, in viale Roma 35, e a Empoli, all’ingresso del centro servizi della Misericordia, in via Cavour 43/B.
Cos'è la "ruota" per i neonati abbandonati e dove si trova
La "ruota" dell'istituto degli Innocenti di Firenze
Nel porticato orientale dell’
Ospedale degli Innocenti, in Piazza Santissima Annunziata, a Firenze, si trova la “ruota” su cui in passato
erano abbandonati i bambini indesiderati o che erano nati da famiglie troppo povere perché potessero allevarli, in modo che l’Ospedale potesse prenderne cura ed i genitori potessero rimanere anonimi. La ruota era u
n cilindro di legno, collegato ad una cordicella con campana, che avvertiva così dell’abbandono del piccolo evitandogli di rimanere troppo tempo all’aperto. La ruota si trovava alla sinistra dell’ingresso dell’Ospedale, oggi è stata rimossa, ma una targa qui collocata ricorda il suo prolungato servizio. Fu infatti
installata il 5 febbraio 1445, data in cui fu accolto il primo “innocente” (il cognome “Innocenti” deriverebbe dai nomi propiziatori dati ai trovatelli), una bambina a cui fu dato il nome di Agata, santa di quel giorno, e fu attiva fino al 1875. L’o
rfanotrofio degli Innocenti non era la destinazione finale dei trovatelli. Infatti, dopo essere stati lasciati sulla ruota, erano, successivamente esposti (ecco da qui anche la derivazione dei cognomi “
Esposti” e simili) nella Loggia del Bigallo, in piazza del Duomo per essere adottati dai fiorentini oppure per essere ripresi dai genitori che si fossero ricreduti. Oggi l’Ospedale degli Innocenti è anche sede del Centro di Studi Internazionale sui problemi dell’infanzia dell’Unicef. La ruota
fu attiva fino al 30 giugno 1875, e tra le 22 e mezzanotte di quella sera furono depositati sulla “
ferrata” (la ruota era chiamata anche così perché vi si accedeva da una grata di ferro, oppure detta anche “presepe”) due bimbi, una femmina ed un maschio a cui vennero dati i nomi, rispettivamente, di Laudata Chiusuri e, appunto, Ultimo Lasciati. Lo Spedale degli Innocenti fu fondato nella prima metà del Quattrocento quale ente laico sostenuto da donazioni private, in particolare delle ricco mercante pratese Francesco Datini. Ma un grande contributo economico fu dato anche dalla Corporazione della Seta e dalla Repubblica fiorentina che incaricarono Brunelleschi a realizzare architettonicamente l’ospizio per i trovatelli.
In circa 600 anni, dall’Istituto degli Innocenti passano circa 500.000 bambini, circa 500 neonati sono depositati sulla ruota ogni anno per secoli, ma dal Settecento in poi gli abbandoni aumentano, tanto che nel primo Ottocento si arriva a circa mille bambini abbandonati sulla ruota e duemila ricoveri nel 1850. I bambini accolti, dopo un certo periodo erano assegnati ad una balia e poi mandato in campagna, affidato ad una famiglia di contadini. Il 30 giugno 1875 la finestra ferrata fu chiusa, ma lo Spedale continuò il suo servizio, infatti, finì l’abbandono anonimo rimpiazzato da uno sportello di consegna, qui i neonati erano accettati solo se nati da madri nubili o se presentavano gravi situazioni familiari. Nel 2015 l’Istituto degli Innocenti, dopo un restauro di alcuni anni, sarà riaperto completamente al pubblico come spazio museale e sarà sede documentale (grazie anche al suo esteso archivio storico) per testimoniare nei secoli la condizione del fanciullo.