Mamme in carcere, l'opposizione attacca: “Fuori i bimbi dalle sbarre”

La Camera ha approvato l'articolo 15 del ddl sicurezza che rende facoltativo e non più obbligatorio il rinvio della pena per le donne in gravidanza e le madri con figli sotto l'anno. Dietrofront di Forza Italia che ha deciso di ritirare l'emendamento

di CHIARA CARAVELLI
13 settembre 2024
Detenuta con figlia in carcere

Detenuta con bambina nel passeggino (foto di archivio)

L’approvazione è arrivata. Con 163 voti a favore e 116 contrari, c’è il sì della Camera all'articolo 15 del ddl sicurezza che rende facoltativo e non più obbligatorio il rinvio della pena per le donne in gravidanza e le madri con figli sotto l'anno. Bocciati tutti gli emendamenti delle opposizioni, ad eccezione di quello dei relatori che prevede che ogni anno il governo presenti una relazione sulla attuazione delle misure cautelari nei confronti delle donne incinta e delle madri con figli di età inferiore a tre anni.

Da sottolineare il dietrofront di Forza Italia che mentre all’inizio aveva proposto di mantenere il rinvio obbligatorio per le mamme con figli fino a un anno, ha poi deciso di ritirare l’emendamento e quindi allearsi con le altre forze di maggioranza. Duro il commento della responsabile Giustizia del Partito Democratico, Debora Serracchiani: "Con queste norme – ha detto nel suo intervento in Aula – viene criminalizzata l'infanzia e le bambine e i bambini dovranno espirare le pene delle loro madri. Per tutta l'estate, Tajani ha detto che, per rispondere allo spirito del fondatore di Forza Italia, il partito si sarebbe impegnato per norme di civiltà come lo ius scholae e l'abolizione del carcere per i bambini. Parole vuote: per Forza Italia la civiltà finisce sulla porta di Palazzo Chigi”.

Critico anche Riccardo Magi di +Europa: "In meno di 24 ore – le sue parole – Forza Italia è passata dallo ius scholae allo ius carcere. Nella discussione del ddl Sicurezza ha infatti ritirato un emendamento che avrebbe in parte migliorato l'articolo 15, un articolo con il quale il governo riesce di fatto a peggiorare la situazione persino rispetto al codice Rocco prevedendo l'ingresso in carcere anche alle madri detenute con figli piccoli o di donne incinte”.

Dopo la votazione, anche i deputati di Alleanza Verdi Sinistra hanno protestato esponendo dei cartelli con la scritta ‘Fuori i bambini dalle sbarre’ con accuse rivolte in particolare ai parlamentari azzurri che hanno deciso di fare un passo indietro sulla questione. Per la capogruppo pentastellata in commissione Giustizia, Valentina d'Orso, "governo e maggioranza vogliono un controllo politico sulle misure cautelari adottate dalla magistratura. Bisogna dirlo chiaro e forte, questo è lo scopo dell'emendamento con cui FdI, Lega e FI hanno ritrovato l'unità e l'intesa per il ritiro dell'emendamento di Forza Italia sulle detenute madri. Il centrodestra apre così un'altra breccia sul controllo della politica sulla magistratura”.

Critiche anche da Italia Viva con il presidente dei deputati, Davide Faraone, che ha sottolineato come "la prova muscolare si è risolta con l'ennesimo passo indietro, in cambio nientepopodimeno che una relazione annuale. Le tengono in carcere, coi bambini piccoli, però ce lo illustrano con una relazione. Ridicoli”.

Immediata la replica del partito di Antonio Tajani con il vicepresidente della commissione Giustizia, Pietro Pittalis: "È una polemica assurda – ha detto – pretestuosa e mistificatoria della realtà da parte delle opposizioni che utilizzano il tema delle detenute madri per farne oggetto di un attacco senza senso, anzi, alterando la realtà e solo per uno scopo di campagna elettorale. Sul tema delle carceri, non prendiamo lezioni da nessuno, tantomeno da una sinistra che non ha mai fatto nulla sul fronte delle carceri, né per il personale, né tantomeno per i detenuti”.