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Home » Attualità » Eurovision 2022: volontarie denunciano molestie al party inaugurale. Il Comune smentisce

Eurovision 2022: volontarie denunciano molestie al party inaugurale. Il Comune smentisce

"Eravamo presenti e abbiamo parlato con le ragazze. Non è successo nulla di male" fanno sapere dal Comune. Non Una Di Meno si schiera con le host: "Come spesso capita la voce delle donne che vivono violenza viene silenziata"

Marianna Grazi
11 Maggio 2022
Volontarie-Eurovision

Alcune volontarie denunciano molestie all'after party inaugurale dell'Eurovison

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Archiviata la prima semifinale all’Eurovision 2022, scelti i 10 Paesi finalisti, l’attenzione a Torino, sede dell’edizione numero 66 del contest canoro più grande al mondo, si sposta ora su un tema ben diverso dalla musica e dallo spettacolo dell’eurofestival. In attesa della seconda serata di giovedì 14 maggio, infatti, sale la polemica per la denuncia (in alcune chat di gruppo, riportata dal Corriere della Sera nella sezione torinese) di alcune volontarie, che affermano di aver subito molestie da parte dei ballerini stranieri durante la cerimonia inaugurale di domenica scorsa.

Nel bellissimo contesto della Reggia di Venaria, dopo il turquoise carpet, è stato infatti organizzato l’after party, riservato alle delegazioni, alle autorità, agli staff internazionali e ai volontari, in prevalenza giovani ragazze che seguono e assistono gli artisti durante l’evento. Una festa esclusiva, dove conoscersi e stringere amicizie tra i vari concorrenti, dove l’atmosfera, al di là della gara, si scalda, tra musica, alcol e lingue che si mescolano in una serata all’insegna del puro divertimento. Che, però, per qualcuna, si è trasformata invece in un incubo.

La cerimonia di apertura dell’Eurovision song contest 2022 alla Reggia di Venaria, Torino

Le denunce delle volontarie nella chat

Nelle chat mostrate al Corriere della Sera si leggono frasi come: “Se non fossi stata una volontaria avrei schiaffeggiato quei ballerini stranieri. Dopo averci fissato a lungo, si sono avvicinati a me e ad altre volontarie. Ci hanno toccato il sedere. Per il disagio abbiamo deciso di allontanarci”, scritte da una delle host assegnata, insieme ad altre giovani colleghe, ad una del Nord Europa. Ma le segnalazioni sono varie: “Uno della delegazione mi continuava a mettere le mani sulla vita e mi ha rotto un po'” ha spiegato un’altra ragazza nel gruppo creato dai volontari. Tra le testimonianze si racconta anche che alcuni invitati, a fine festa, avrebbero avuto evidenti sintomi di sbornia, diventando ancora più assillanti nei loro confronti: “Ma a voi cercavano di rimorchiare? Erano tutti abbastanza presi bene”. Voci che si rincorrono attraverso le app di messaggistica, che solo grazie al Corriere emergono lasciando però profonde ombre sui comportamenti adottati dai presunti molestatori. Addirittura numerose testimonianze metterebbero sotto accusa anche uno dei cantanti in gara, che avrebbe provato a baciare con insistenza una ragazza, che però avrebbe a sua volta reagito respingendolo in maniera decisa.

Il Comune smentisce

Eurovision. Alcune volontarie denunciano di aver subito molestie da parte di ballerini stranieri durante l’after party alla Reggia di Venaria

Ma c’è chi non ha dubbi sull’accaduto: il Comune di Torino nega qualunque forma di molestia ai danni delle volontarie. “Eravamo presenti e abbiamo parlato con le ragazze. Non è successo nulla di male”, assicurano. A quanto risulta, non sono state presentate denunce alle forze dell’ordine e Alessandra Aires, all’Ansa, tiene a puntualizzare: “Se mai mi fossi accorta che c’era qualcosa che non andava, sarei intervenuta io per prima. Ho partecipato a tutto il party e posso assicurare che di molestie non ne ho viste”. La funzionaria comunale è infatti coordinatrice di Delegation Host, il gruppo di 120 ragazzi e ragazze che accompagnano le delegazioni. “Forse c’è stato qualche commento sopra le righe, ma tutto riconducibile all’entusiasmo della festa – aggiunge –. Fa male che si voglia sporcare un evento tanto bello e formativo per i nostri giovani”.

La protesta: “La voce delle donne viene silenziata”

“Come spesso capita la voce delle donne che vivono violenza viene silenziata, i loro racconti non creduti e le loro esperienze non ascoltate”. Il collettivo femminista Non Una di Meno non ci sta ad accettare che il caso delle molestie che avrebbero subito le volontarie dell’Eurovision da parte dei ballerini – e perfino degli artisti – di alcune delegazioni in occasione del party inaugurale venga liquidato a qualcosa di “riconducibile all’entusiasmo della festa” e per questo vogliono mettere in chiaro la loro posizione. Basta silenziare chi denuncia un abuso subito, in qualsiasi modo lo faccia. Perché zittire una vittima, sostenendo che quello che dice è falso o non è mai accaduto, è a sua volta una violenza nei suoi confronti.

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Nina, la sindrome di Down e il no del liceo di Bologna alla Maturità

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Instagram

  • Sono tre, per il momento, gli istituti superiori che si sono candidati ad accogliere Nina Rosa Sorrentino, la studentessa disabile di 19 anni che non può sostenere la maturità al liceo Sabin di Bologna (indirizzo Scienze umane) e che i genitori hanno per questo motivo ritirato da scuola.

La storia è nota: la studentessa ha cominciato il suo percorso di studi nel liceo di via Matteotti seguendo il programma differenziato. Già al terzo anno i genitori avevano chiesto di passare al programma degli obiettivi minimi che si può concludere con l’Esame di Stato, mentre quello differenziato ha solo la "certificazione delle competenze".

Il Consiglio di classe aveva respinto la richiesta della famiglia, anche perché passare agli obiettivi minimi avrebbe implicato esami integrativi. Da qui la decisione della famiglia, avvenuta giusto una settimana fa, di ritirare Nina da scuola – esattamente un giorno prima che i giorni di frequenza potessero essere tali da farle comunque ottenere la "certificazione delle competenze" – in modo tale che possa provare a sostenere la Maturità in un altro istituto del capoluogo emiliano.

Sulla storia di Nina, ieri, è tornata anche la ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, che alla Camera ha risposto, durante il question time, a una domanda sulle iniziative volte a garantire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con sindrome di Down presentata dal capogruppo di FdI, Tommaso Foti.

"C’è ancora un po’ di strada da fare se una ragazza con la sindrome di Down non viene ammessa all’esame di maturità – ha detto la ministra –. Se non si è stati in grado di usare tutte le strategie possibili e l’accomodamento ragionevole, come previsto dalla Convenzione Onu per i diritti delle persone disabili che in Italia è legge; se non si è stati in grado di valorizzare i punti di forza dei ragazzi che non chiedono di essere promossi automaticamente ma di avere un’occasione e un’opportunità."

#lucenews #lucelanazione #ninasorentino #disabilityinclusion #bologna
  • “Ho fatto la storia”. Con queste parole Alex Roca Campillo ha postato sul suo account Twitter il video degli ultimi, emozionanti, metri della maratona di Barcellona.

Ed effettivamente un record Alex l’ha scritto: è la prima persona al mondo con una disabilità al 76 per cento a riuscire a percorrere la distanza di 42 km e 195 metri.
Alex ha concluso la sua gara in 5 ore 50 minuti e 51 secondi, ma il cronometro in questa situazione è passato decisamente in secondo piano. “tutto questo è stato possibile grazie alle mia squadra. Grazie a tutti quelli che dal bordo della strada mi hanno spinto fino al traguardo. Non ho parole”.

#lucenews #alexrocacampillo #maratonadibarcellona #barcellona
  • In Uganda dirsi gay potrà costare l’ergastolo. Il Parlamento dell’Uganda ha appena approvato una legge che propone nuove e severe sanzioni per le relazioni tra persone dello stesso sesso. Al termine di una sessione molto movimentata e caotica, la speaker del Parlamento Annet Anita Among, dopo il voto finale ha detto: “È stata approvata a tempo record”. La legge, che passa ora nelle mani del presidente Yoweri Museveni, che potrà scegliere se porre il veto o firmarla, propone nuove e molto dure sanzioni per le relazioni omosessuali in un Paese in cui l’omosessualità è già illegale.

La versione finale non è ancora stata pubblicata ufficialmente, ma gli elementi discussi in Parlamento includono che una persona condannata per adescamento o traffico di bambini allo scopo di coinvolgerli in attività omosessuali, rischia l’ergastolo; individui o istituzioni che sostengono o finanziano attività o organizzazioni per i diritti Lgbt, oppure pubblicano, trasmettono e distribuiscono materiale mediatico e testuale a favore degli omosessuali, rischiano di essere perseguiti e incarcerati. 

“Questa proposta di legge – ha detto Asuman Basalirwa, membro del Parlamento che l’ha presentata – è stata concepita per proteggere la nostra cultura, i valori legali, religiosi e familiari tradizionali degli ugandesi e gli atti che possono promuovere la promiscuità sessuale in questo Paese”. Il parlamentare ha poi aggiunto: “Mira anche a proteggere i nostri bambini e giovani che sono resi vulnerabili agli abusi sessuali attraverso l’omosessualità e gli atti correlati”.

Secondo la legge amici, familiari e membri della comunità avrebbero il dovere di denunciare alle autorità le persone omosessuali. Nello stesso disegno di legge, tra l’altro, si introduce la pena di morte per chi abusa dei bambini o delle persone vulnerabili. 

#lucenews #lucelanazione #uganda #lgbtrights
  • Un’altra pagina di storia del calcio femminile è stata scritta. Non tanto per il risultato della partita ma per il record di spettatori presenti. All’Olimpico di Roma andava in scena il match di andata dei quarti di finale di Champions League tra Roma e Barcellona quando si è stabilito un nuovo record: sono state 39.454 infatti le persone che hanno incoraggiato le ragazze fin dal primo minuto superando il precedente di 39.027 stabilito in Juventus-Fiorentina del 24 marzo 2019.

Era l’andata dei quarti di finale che la Roma ha raggiunto alla sua prima partecipazione alla Champions League, ottenuta grazie al secondo posto nell’ultimo campionato. Il Barcellona, campione di Spagna e d’Europa due anni fa, era favorito e in campo lo ha dimostrato, soprattutto nel primo tempo, riuscendo a vincere 1-0. La squadra di casa è stata tenuta a galla dalle parate di Ceasar, migliore in campo, ma ha provato a impensierire la corazzata spagnola nella ripresa dove più a volte ha sfiorato la rete con le conclusioni di Haavi, Giacinti e Giugliano, il primo “numero 10” a giocare all’Olimpico per la Roma dopo il ritiro di Francesco Totti.

✍ Edoardo Martini

#lucenews #lucelanazione #calciofemminile #championsleague
Archiviata la prima semifinale all'Eurovision 2022, scelti i 10 Paesi finalisti, l'attenzione a Torino, sede dell'edizione numero 66 del contest canoro più grande al mondo, si sposta ora su un tema ben diverso dalla musica e dallo spettacolo dell'eurofestival. In attesa della seconda serata di giovedì 14 maggio, infatti, sale la polemica per la denuncia (in alcune chat di gruppo, riportata dal Corriere della Sera nella sezione torinese) di alcune volontarie, che affermano di aver subito molestie da parte dei ballerini stranieri durante la cerimonia inaugurale di domenica scorsa. Nel bellissimo contesto della Reggia di Venaria, dopo il turquoise carpet, è stato infatti organizzato l'after party, riservato alle delegazioni, alle autorità, agli staff internazionali e ai volontari, in prevalenza giovani ragazze che seguono e assistono gli artisti durante l'evento. Una festa esclusiva, dove conoscersi e stringere amicizie tra i vari concorrenti, dove l'atmosfera, al di là della gara, si scalda, tra musica, alcol e lingue che si mescolano in una serata all'insegna del puro divertimento. Che, però, per qualcuna, si è trasformata invece in un incubo.
La cerimonia di apertura dell'Eurovision song contest 2022 alla Reggia di Venaria, Torino

Le denunce delle volontarie nella chat

Nelle chat mostrate al Corriere della Sera si leggono frasi come: "Se non fossi stata una volontaria avrei schiaffeggiato quei ballerini stranieri. Dopo averci fissato a lungo, si sono avvicinati a me e ad altre volontarie. Ci hanno toccato il sedere. Per il disagio abbiamo deciso di allontanarci", scritte da una delle host assegnata, insieme ad altre giovani colleghe, ad una del Nord Europa. Ma le segnalazioni sono varie: "Uno della delegazione mi continuava a mettere le mani sulla vita e mi ha rotto un po'" ha spiegato un'altra ragazza nel gruppo creato dai volontari. Tra le testimonianze si racconta anche che alcuni invitati, a fine festa, avrebbero avuto evidenti sintomi di sbornia, diventando ancora più assillanti nei loro confronti: "Ma a voi cercavano di rimorchiare? Erano tutti abbastanza presi bene". Voci che si rincorrono attraverso le app di messaggistica, che solo grazie al Corriere emergono lasciando però profonde ombre sui comportamenti adottati dai presunti molestatori. Addirittura numerose testimonianze metterebbero sotto accusa anche uno dei cantanti in gara, che avrebbe provato a baciare con insistenza una ragazza, che però avrebbe a sua volta reagito respingendolo in maniera decisa.

Il Comune smentisce

Eurovision. Alcune volontarie denunciano di aver subito molestie da parte di ballerini stranieri durante l'after party alla Reggia di Venaria
Ma c'è chi non ha dubbi sull'accaduto: il Comune di Torino nega qualunque forma di molestia ai danni delle volontarie. "Eravamo presenti e abbiamo parlato con le ragazze. Non è successo nulla di male", assicurano. A quanto risulta, non sono state presentate denunce alle forze dell'ordine e Alessandra Aires, all'Ansa, tiene a puntualizzare: "Se mai mi fossi accorta che c'era qualcosa che non andava, sarei intervenuta io per prima. Ho partecipato a tutto il party e posso assicurare che di molestie non ne ho viste". La funzionaria comunale è infatti coordinatrice di Delegation Host, il gruppo di 120 ragazzi e ragazze che accompagnano le delegazioni. "Forse c'è stato qualche commento sopra le righe, ma tutto riconducibile all'entusiasmo della festa – aggiunge –. Fa male che si voglia sporcare un evento tanto bello e formativo per i nostri giovani".

La protesta: "La voce delle donne viene silenziata"

"Come spesso capita la voce delle donne che vivono violenza viene silenziata, i loro racconti non creduti e le loro esperienze non ascoltate". Il collettivo femminista Non Una di Meno non ci sta ad accettare che il caso delle molestie che avrebbero subito le volontarie dell'Eurovision da parte dei ballerini – e perfino degli artisti – di alcune delegazioni in occasione del party inaugurale venga liquidato a qualcosa di "riconducibile all'entusiasmo della festa" e per questo vogliono mettere in chiaro la loro posizione. Basta silenziare chi denuncia un abuso subito, in qualsiasi modo lo faccia. Perché zittire una vittima, sostenendo che quello che dice è falso o non è mai accaduto, è a sua volta una violenza nei suoi confronti.
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