Negli ultimi cinque anni, il panorama chirurgico all'interno del
Servizio Sanitario Nazionale (NHS) del Regno Unito ha registrato cifre inquietanti riguardo alle molestie sessuali. Precisamente, circa
un terzo delle chirurghe ha riferito di essere stata vittima di attacchi, più o meno espliciti, a sfondo sessuale. Questo dato allarmante ha portato alcuni a parlare di un vero e proprio
"movimento #MeToo" specifico per il mondo della chirurgia.
La ricerca del British Journal of Surgery e i dati raccolti
Una recente ricerca dell’
Università di Exeter, pubblicata sul prestigioso
British Journal of Surgery e successivamente portata all'attenzione del grande pubblico grazie alla divulgazione da parte di media autorevoli come la
BBC e il
Times, ha rivelato che
il 29% delle chirurghe britanniche ha subito avance non consensuali o indesiderate sul posto di lavoro, spesso da parte di colleghi o superiori.
Il 29% delle chirurghe britanniche ha subito avance non consensuali o indesiderate sul posto di lavoro
Il 40% ha ricevuto commenti inappropriati
Un’altra percentuale significativa,
il 40% delle professioniste prese in esame dal rapporto, ha invece riferito di essere stata
oggetto di commenti sgradevoli o inappropriati riguardanti il proprio aspetto fisico. Questo tipo di comportamento, che può sembrare meno grave rispetto alle aggressioni dirette, contribuisce invece a
creare un ambiente di lavoro ostile e discriminatorio. Inoltre,
il 38% delle intervistate ha evidenziato di aver
subito o ascoltato "battute" di natura esplicitamente sessuale durante l'orario lavorativo, un chiaro segnale di una cultura professionale che necessita di profondi cambiamenti per garantire rispetto, dignità e sicurezza a tutte le lavoratrici. Lo studio ha inoltre portato a galla ben
undici casi di violenza sessuale perpetrata a danno delle chirurghe del Regno Unito.
Il settore sanitario e gli squilibri di genere
La ricorrenza di atti inappropriati nel contesto chirurgico, unita alla frequente mancata denuncia di tali comportamenti, mette in luce un profondo
disagio sistemico che permea l'intero settore medico-chirurgico. Questa problematica non si limita a singoli episodi isolati, ma sembra essere radicata nella stessa struttura e cultura del settore. Le rigide gerarchie presenti negli ospedali e nelle strutture mediche, spesso dominate da figure maschili in
posizioni di potere, insieme agli squilibri di genere, sono emerse come le principali forze motrici dietro questo problema diffuso. L'ancoraggio a tradizioni obsolete e la resistenza al cambiamento inaspriscono ulteriormente la situazione, rendendo urgente la necessità di riforme mirate e di una rinnovata sensibilizzazione sulla parità di genere e sul rispetto nei luoghi di lavoro sanitari.
Dalle tante testimoniane è nato un vero fenome Me too in ambito chirurgico
Alcune testimonianze: "Violentata da un superiore"
Una donna, la cui identità è rimasta ignota per motivi di privacy e protezione legale, ha avuto il coraggio di raccontare la sua drammatica esperienza. Anne (nome di fantasia), pur senza utilizzare la parola mai la parola "stupro", ha raccontato con fermezza un'aggressione subita qualche tempo fa. Durante un convegno medico professionale, Anne, all'epoca tirocinante desiderosa di apprendere e di costruirsi una carriera nel settore medico, si è trovata in una situazione di vulnerabilità nei confronti di un medico con una posizione gerarchica ben più elevata. L’uomo, di cui si fidava ciecamente, le
avrebbe proposto di riaccompagnarla a casa per poi costringerla a un rapporto non consensuale. Questo episodio mette in evidenza le potenziali dinamiche di potere e gli abusi che possono verificarsi anche in contesti professionali reputati sicuri e rispettosi. Anche la Dott.ssa
Liz O'Riordan, chirurga oncoplastica in pensione, si aggiunta al coro di voci femminili in ambito sanitario, svelando di aver subito numerose molestie sessuali durante la sua carriera.
Le molestie anche in sala operatoria
"Questo va dall'essere in una sala operatoria dove uno specialista mi ha domandato con chi stessi facendo sesso e poi mi ha fatto una
proposta indecente, al trovarmi a un party natalizio dove un altro specialista sposato mi si è avvicinato, ha premuto la sua erezione contro di me e ha detto 'non è tradimento se ti bacio sulla pista da ballo'".
"Avrei voluto parlare tante volte - ha confessato - ma purtroppo, soprattutto in qualità di chirurga tirocinante, la tua carriera dipende spesso dalla stessa persona che ti molesta".
Liz O'Riordan, chirurga oncoplastica in pensione, si aggiunta al coro di voci per denunciare le molestie sessuali durante la sua carriera
La risposta del General Medical Council e il commento della dottoressa Cuming
Un’altra indagine, pubblicata nel mese di maggio dal British Medical Journal con la collaborazione del famoso quotidiano britannico The Guardian, aveva già individuato circa 35.600
"incidenti legati alla sicurezza sessuale" verificatisi nelle strutture del NHS in Inghilterra nell'arco degli ultimi cinque anni. Di fronte a questi dati, il General Medical Council, l'ente di supervisione medica del Regno Unito, ha prontamente risposto esortando l'adozione di una politica di
"tolleranza zero" nei confronti di qualsiasi forma di molestia sessuale ed evidenziando la necessità di misure preventive e punitive più rigide. Anche
Tamzin Cuming, presidentessa del Forum delle chirurghe al Royal College of Surgeons dell’Inghilterra, ha sottolineato la crescente necessità di aggiornare e potenziare i processi di controllo all'interno del panorama sanitario. Riflettendo sulle rivelazioni dell'ultimo studio, la Dott.ssa Cuming ha proposto la creazione di un'entità indipendente col compito cruciale di
condurre indagini obiettive e imparziali sugli episodi di molestie segnalati, garantendo che ogni caso venga esaminato con la dovuta diligenza e trasparenza per creare un clima di maggiore fiducia e sicurezza nel settore.
Una scommessa per il futuro
Gli esiti della ricerca sono stati formalmente presentati alle più influenti autorità sanitarie del Regno Unito, mettendo in evidenza la pressante necessità di rinnovate strategie e azioni per assicurare un ambiente ospedaliero sicuro e privo di discriminazioni. Il documento elaborato dall’Università di Exeter si sofferma con particolare attenzione sulla
vulnerabilità delle tirocinanti. Queste giovani professioniste, trovandosi agli inizi della loro carriera, si ritrovano spesso a
fronteggiare comportamenti inappropriati, e in alcuni casi, molestie manifeste da parte di figure gerarchicamente superiori. Questa dinamica non solo mina il benessere delle tirocinanti, ma potrebbe scoraggiare anche molte giovani donne a intraprendere la carriera medica. La ricerca, pertanto, sottolinea con enfasi l'urgenza di instaurare una cultura di "tolleranza zero" nei confronti di tali comportamenti. E non solo. Emerge la necessità di implementare sistemi che offrano un vero
supporto alle vittime, garantendo loro l'opportunità di denunciare in sicurezza e di essere ascoltate senza temere alcun tipo di ripercussione.