Scappata dai maltrattamenti del marito, ora rischia lei di finire in carcere e di perdere la custodia della sua bimba di un anno e mezzo. È la storia che racconta Nessy Guerra, la venticinquenne sanremese arrestata in Egitto con l’accusa di adulterio. Ad accusarla è stato il marito, condannato in Italia per violenza e stalking. Ora la giovane si ritrova a lottare contro tutti e tutto, per la sua libertà e per tenersi stretta la figlia. “Non sto bene – le sue parole riportate dal Corriere della Sera – la situazione è complessa”. La giovane, assistita dalla legale Agata Armanetti, farà ricorso alla sentenza di primo grado del tribunale egiziano che ha optato per la revoca della custodia. “Mio marito – continua la donna – dal quale sono scappata per le sue violenze fisiche e psicologiche contro di me e anche contro la piccola, ha denunciato delle falsità. A supporto delle menzogne ha portato delle foto private nostre e di me in minigonna e al mare in bikini. Ha voluto dimostrare che sono io la persona di bassa moralità”.
Al momento la piccola è ancora insieme alla mamma e alla nonna materna. Sono nascoste in una casa rifugio nella speranza di poter tornare in Italia e mettere fine a questo incubo. Per farlo la donna ha chiesto aiuto al programma Chi l’ha visto e, tramite l’avvocata, ha scritto anche una lettera al governo italiano. Ciò che racconta è un incubo.
Nessy e suo marito si conoscono a Genova nel 2020, dopo un’iniziale convivenza la sanremese si converte all’Islam, si sposano e partono per l’Egitto. La situazione col marito a quel punto precipita, le violenze aumentano e la giovane mamma scopre anche il passato violento del marito, già denunciato e condannato per maltrattamenti e stalking nei confronti della ex. I due si allontanano, poi lui l’accusa di adulterio e lei finisce anche in carcere per un giorno e mezzo.
“Temo – racconta Nessy – di venire condannata per nulla e tornare in carcere. La pena per adulterio in Egitto è di due anni. Io potrei anche rientrare in Italia, ora che mi hanno dato il passaporto, ma non lo farei mai senza la mia bambina. Il problema è che il tribunale della famiglia ha disposto il blocco all’espatrio per lei fino al compimento dei 21 anni. In questa situazione disastrosa quantomeno il console del Cairo ha firmato un decreto per il rilascio del passaporto italiano alla piccola, nonostante manchi la firma di mio marito. Rimane però l’impedimento del Tribunale. Spero che intervengano le autorità italiane per sbloccare la situazione”.
Con questo obiettivo la legale che difende la giovane ha scritto una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alla premier Giorgia Meloni e ai ministri Antonio Tajani e Eugenia Roccella affinché l’Italia faccia qualcosa per aiutare Nessy. “Ho sbagliato a fidarmi di lui – conclude la giovane mamma – e mi pento di essere partita per l’Egitto”. Ma, ci tiene a sottolineare, “non c’entra nulla la religione, il popolo e la cultura. Qui c’entra solo lui e la sua mente bacata”.