E'alto 30 metri ed è ‘nato’ in Val di Ledro, a Passo Nota, a pochi chilometri dal Lago di Garda, oltre 200 anni fa. Ha resistito a guerre, tempeste, ma potrebbe non superare il prossimo Natale. E già, perché il protagonista di questa storia è un gigantesco abete che dovrebbe andare ad addobbare Piazza San Pietro in occasione delle prossime festività.
Il condizionale però è d’obbligo perché contro questa decisione diverse associazioni ambientaliste hanno raccolto 50mila firme su una petizione inviata a Papa Francesco per evitare quello che definiscono un “anacronistico scempio” .
“Il comune di Ledro e il Governatorato del Vaticano si sono accordati per segare 40 abeti, anche secolari, di una trentina di metri di altezza, prelevarli con un grosso elicottero e trascinarli agonizzanti fino a Roma: spesa prevista 60mila euro di risorse pubbliche”, si legge nella petizione, che si rifà anche alle encicliche di Francesco in cui si chiede il rispetto dell’ambiente.
"Siamo contrari a questa inutile strage - spiegano i Comitati e le associazioni - Non ha senso poi parlare di danni dovuti al cambiamento climatico se poi perpetuiamo usanze come questa, che impone la morte a un abete secolare, simbolo degli altri milioni di alberi che vengono abbattuti in Italia e nel mondo ogni anno per una festa di cui l'albero non è nemmeno il simbolo. Sarebbe bello vederlo decorato ma dove si trova ma senza abbatterlo. Molti giovani, negli ultimi anni hanno acquisito un diverso sentire nei confronti della natura e ci stanno dando man forte”.
La tradizione dell’albero di Natale in Vaticano è iniziata oltre 40 anni fa e da allora ogni anno viene donato un abete, proveniente da una regione d’Italia o da un altro Paese europeo.
“Chiediamo a Sua Santità di scongiurare questo taglio e di venire da noi in Valle a visitare la bellezza di questo luoghi – dice Lorenzo Vescovi, del Comitato Quaranta e tre milioni (quaranta come gli alberi donati dal Comune di Ledro al Vaticano e tre milioni come il numero degli alberi tagliati in Italia ogni anno per il Natale)”.
Il sindaco: “Verrebbe comunque tagliato”
Da parte sua il sindaco di Ledro Renato Girardi bolla l’iniziativa come “una polemica che si basa sul nulla. Sono state diffuse informazioni sbagliate solo per farne un caso di risonanza nazionale. Ci sono persone che non c’entrano nulla con la nostra comunità e stanno rovinando una festa. Vogliamo solo donare un abete che, se non venisse donato, andrebbe in segheria”.
Ornella Dorigatti, presidente dell'associazione BearsDothers, citata da Trento Today rispedisce al mittente le critiche: “sono anni che lavoriamo su queste tematiche. Troviamo assurdo che si faccia morire un albero in una piazza. Tra l’altro la spesa di 60mila euro è insostenibile. Non era forse più natalizio spendere quei soldi per le persone in difficoltà che, come noto, sono parecchio presenti anche in Trentino? Tutta questa storia è uno schiaffo alla natura: basti pensare che le quasi 50mila firme raccolte le abbiamo tutte dovute stampare su carta riciclata e inviare in forma cartacea, perché il papa non ha una mail”.
Per il Vaticano c’è anche un suggerimento: “Perché non pensare di realizzare un albero artistico permanente con legna derivante dagli alberi caduti a causa degli eventi climatici, come è stato fatto a Molveno con l'Orso o il Drago Vaia sull'Altipiano Cimbro? Un eventuale messaggio in tal senso dal pontefice sarebbe davvero un segnale di cambiamento”