“Smetta di usare un linguaggio offensivo sulla comunità Lgbtq+”: giovane filippino rimprovera il Papa

In collegamento col Pontefice, alcuni studenti dell'Asia hanno potuto fare domande e esprimersi riguardo a temi di grande attualità. Senza lasciar correre gli scivoloni del Santo Padre, che provocano loro dolore

21 giugno 2024
Giovane filippino al Papa: "Linguaggio offensivo sulla comunità Lgbt provoca dolore"

Giovane filippino al Papa: "Linguaggio offensivo sulla comunità Lgbt provoca dolore"

In un incontro in videocall tra Papa Francesco e alcuni studenti dell'Asia organizzato dalla Loyola University un giovane filippino di Mindanao, indossando una sciarpa arcobaleno, rivolgendosi al Pontefice ha detto: “Per favore smetta di usare un linguaggio offensivo nei confronti della comunità Lgbt, provoca dolore”. 

Il riferimento è, ovviamente, ad alcune delle ultime uscite di Francesco, riguardo all’omosessualità di sacerdoti e aspiranti seminaristi all’interno del Vaticano, detta a suo modo “l’aria di frociaggine”. Frasi che non sono certo passate in sordina, pur essendo pronunciate per ben due volte in incontri  a porte chiuse. 

Certo, si dice che anche a Benedetto XIV (Papa Lambertini) ogni tanto ne scappasse una. Certo anche che era il diciottesimo secolo, ben altra epoca. Non diceva nulla di grave, ma quanto bastava per far storcere il naso ai devoti. Quando glielo fecero notare, lui proclamo che non si trattava di parolacce ma interloquire colorito. Oggi si direbbe che furono sdoganate (ex chatedra). Ecco, quello che riuscì a Lambertini non riesce alla Chiesa di oggi, che nello stare al passo con i tempi qualcosa pure lo ha sdoganato, ma con minor effetto. E con scivoloni che a volte fanno tremare le stesse mura vaticane, scosse da nostalgie omofobe e ben poco attente alla realtà anche al loro interno. 

Ma attenzione a non contestualizzare. Perché Papa Francesco, da parte sua, ha superato tutti quanti con il suo dire e ripetere una parola che inizia per F e prosegue in Rociaggine. Due volte in un mese, e se la prima può essergli scappata la seconda proprio no. Solo che i social, all'epoca di Benedetto XIV, non esistevano e questo fa la differenza. E il rimprovero arrivato ieri dal ragazzo filippino indica che – nonostante gesti eclatanti e parole ostentate – la possibile grande intesa di questo pontificato con il mondo Lgbtqia+ è ormai tramontata. Non sembra esserci più nulla da fare: Francesco sta alla comunità gay più o meno come Benedetto XVI al mondo islamico dopo il discorso di Ratisbona. 

E non solo, perché se poi si guarda agli altri diritti civili non è che il Pontefice appaia più il rivoluzionario che sembrava voler rovesciare la Chiesa di Roma di una volta. Il giovane di Mindanao ha parlato francamente anche delle discriminazioni nella sua regione nei confronti di minoranze come quella musulmana (ma guarda un po’, tre secoli dopo...) e l’altra richiesta è stata quella di “permettere il divorzio”. E come ha risposto – anche se indirettamente –Francesco? Incoraggiando apertamente la manifestazione di domani a Roma delle associazioni Pro Vita e per la vita. Quindi a sostegno degli anti-abortisti e di chi è contrario a qualsiasi forma di morte volontaria assistita (eutanasia o suicidio assisistito). 

Bergoglio, in un messaggio riportato dai media vaticani, ringrazia chi ha preparato e chi prenderà parte alla marcia (circa 130 realtà e associazioni) dando "testimonianza pubblica a difesa della vita umana dal concepimento alla morte naturale" ed esorta ad ''andare avanti con coraggio nonostante ogni avversità''.

“La posta in gioco, - scrive - cioè la dignità assoluta della vita umana, dono di Dio Creatore, è troppo alta per essere oggetto di compromessi o mediazioni”.