Uomo paralizzato torna a camminare. La rinascita dopo 12 anni fermo

Il 40enne Gert-Jan ha riniziato a muoversi dopo l'incidente grazie a un ponte digitale tra cervello e midollo. La nuova frontiera della riabilitazione dal gruppo di ricerca del Politecnico di Losanna guidato da Grégoire Courtine

di MARIANNA GRAZI -
25 maggio 2023
Ponte digitale cervello-midollo spinale e cammina dopo 11 anni

Ponte digitale cervello-midollo spinale e cammina dopo 11 anni

Dopo 12 anni un uomo paralizzato torna a muoversi. "Ho reimparato a camminare" spiega il 40enne olandese Gert-Jan Oskam, vittima oltre un decennio fa è stato di un incidente in bicicletta che gli ha bloccato braccia e gambe. Ora è tornato in piedi e riesce a fare passi in modo naturale grazie a un ponte digitale che permette al suo cervello di dialogare direttamente con le zone del midollo spinale che controllano il movimento.
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Gert-Jan, 40 anni, è l'unica persona su cui è stata sperimentata - con successo - la nuova tecnica: un ponte digitale che collega il suo cervello al midollo spinale (Ansa)

La nuova frontiera della riabilitazione: un ponte digitale cervello-midollo spinale

Oskam è attualmente l'unica persona sulla quale è stata sperimentata la nuova tecnica, ideata dal gruppo di ricerca del Politecnico di Losanna guidato da Grégoire Courtine, lo stesso che nel febbraio 2022 aveva sperimentato un sistema di elettrodi controllabile con un tablet, che inviava stimoli elettrici ai muscoli in modo programmato. Ora si è andati oltre. L'incredibile risultato, descritto sulla rivista Nature, apre ora una nuova frontiera nel campo della riabilitazione, grazie al recupero delle funzioni neurologiche in modo da permettere a pazienti come l'olandese di muoversi in modo più autonomo e naturale, anche adattando i propri passi ai terreni irregolari, senza però perdere l'equilibrio. "Il nuovo approccio è completamente diverso - ha spiegato il professor Courtine alla conferenza stampa organizzata da Nature -. È un ponte digitale, quello che abbiamo stabilito fra il cervello e il midollo spinale. Non si tratta di una semplice stimolazione, ma - ha osservato - di un'interfaccia che rende possibile una conversazione diretta". Vale a dire che "c'è una sincronia fra l'intenzione e l'azione del camminare".  
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Il ponte digitale permette al suo cervello di dialogare direttamente con le zone del midollo spinale che controllano il movimento. Il risultato è stato pubblicato sulla rivista Nature (Ansa)

Migliorare la qualità di vita

Il cervello, che calibra i comandi, così facendo trasmette impulsi per adattare il movimento in tempo reale alla situazione che il paziente sta affrontando. Questo "si traduce in un significativo aumento nella qualità della vita, con la possibilità di camminare da soli nelle vicinanze di casa, di entrare e uscire da un'automobile, o di bere con gli amici in piedi al bancone di un bar". Insomma il 40enne riesce già ad alzarsi e a spostarsi, ma non basta: l'obiettivo non è soltanto restituire a una persona paralizzata la capacità di muoversi, ma di farlo in modo naturale. E non solo nel camminare, ma anche nel tornare a svolgere attività quotidiane prima assolutamente scontate, come scrivere al computer o afferrare un bicchiere d'acqua, senza che queste siano impostate da un computer (come nei precedenti esperimenti). La strada da percorrere è ancora lunga, secondo i ricercatori, che però mettono già nel mirino il prossimo obiettivo: ottenere sistemi miniaturizzati.
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Tornare a muoversi e farli in modo naturale, adattando i movimenti alle situazioni che la persona si trova a vivere in tempo reale. È questo che i ricercatori del Politecnico di Losanna si propongono di fare, attraverso il caso studio dell'olandese Gert-Jan Oskam (Ansa)

Gert-Jan Oskam: "Sono riuscito a stare in piedi sulle mie gambe"

Pensare che per calibrare il dispositivo, che è rimasto stabile ed efficiente per oltre un anno, anche quando l'uomo si trovava in casa senza la supervisione dei ricercatori, sono bastati appena cinque minuti. "Sono riuscito a stare in piedi sulle mie gambe, ho imparato a camminare in modo naturale e posso controllare i miei movimenti e la mia forza", ha dichiarato Oskam nella conferenza stampa, senza nascondere la propria felicità per questo primo ma enorme traguardo raggiunto. Certo, il sistema alla base del ponte digitale è ancora ingombrante: 64 elettrodi registrano i segnali della corteccia sensomotoria utilizzando frequenze che l'intelligenza artificiale ha permesso di individuare, quindi i segnali vengono tradotti in segnali elettrici e trasmessi al midollo spinale, dove sono ricevuti da 16 elettrodi e decodificati in tempo reale, senza che per questa funzione sia necessario un computer. Tutto questo richiede un sistema di controllo indossabile, contenuto in uno zainetto. "Il nostro prossimo obiettivo è avere sistemi molto piccoli e prevediamo che la tecnica potrà avere sviluppi incredibili grazie alla miniaturizzazione", puntualizza Grégoire Courtine. Parallelamente i ricercatori sono al lavoro per proseguire la sperimentazione, che nella prossima tappa prevede il coinvolgimento di altre tre persone paralizzate.