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Ponte digitale cervello-midollo spinale e cammina dopo 11 anni
Dopo 12 anni un uomo paralizzato torna a muoversi. "Ho reimparato a camminare" spiega il 40enne olandese Gert-Jan Oskam, vittima oltre un decennio fa è stato di un incidente in bicicletta che gli ha bloccato braccia e gambe. Ora è tornato in piedi e riesce a fare passi in modo naturale grazie a un ponte digitale che permette al suo cervello di dialogare direttamente con le zone del midollo spinale che controllano il movimento.
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Gert-Jan, 40 anni, è l'unica persona su cui è stata sperimentata - con successo - la nuova tecnica: un ponte digitale che collega il suo cervello al midollo spinale (Ansa)
La nuova frontiera della riabilitazione: un ponte digitale cervello-midollo spinale
Oskam è attualmente l'unica persona sulla quale è stata sperimentata la nuova tecnica, ideata dal gruppo di ricerca del Politecnico di Losanna guidato da Grégoire Courtine, lo stesso che nel febbraio 2022 aveva sperimentato un sistema di elettrodi controllabile con un tablet, che inviava stimoli elettrici ai muscoli in modo programmato. Ora si è andati oltre. L'incredibile risultato, descritto sulla rivista Nature, apre ora una nuova frontiera nel campo della riabilitazione, grazie al recupero delle funzioni neurologiche in modo da permettere a pazienti come l'olandese di muoversi in modo più autonomo e naturale, anche adattando i propri passi ai terreni irregolari, senza però perdere l'equilibrio. "Il nuovo approccio è completamente diverso - ha spiegato il professor Courtine alla conferenza stampa organizzata da Nature -. È un ponte digitale, quello che abbiamo stabilito fra il cervello e il midollo spinale. Non si tratta di una semplice stimolazione, ma - ha osservato - di un'interfaccia che rende possibile una conversazione diretta". Vale a dire che "c'è una sincronia fra l'intenzione e l'azione del camminare".
Il ponte digitale permette al suo cervello di dialogare direttamente con le zone del midollo spinale che controllano il movimento. Il risultato è stato pubblicato sulla rivista Nature (Ansa)
Migliorare la qualità di vita
Il cervello, che calibra i comandi, così facendo trasmette impulsi per adattare il movimento in tempo reale alla situazione che il paziente sta affrontando. Questo "si traduce in un significativo aumento nella qualità della vita, con la possibilità di camminare da soli nelle vicinanze di casa, di entrare e uscire da un'automobile, o di bere con gli amici in piedi al bancone di un bar". Insomma il 40enne riesce già ad alzarsi e a spostarsi, ma non basta: l'obiettivo non è soltanto restituire a una persona paralizzata la capacità di muoversi, ma di farlo in modo naturale. E non solo nel camminare, ma anche nel tornare a svolgere attività quotidiane prima assolutamente scontate, come scrivere al computer o afferrare un bicchiere d'acqua, senza che queste siano impostate da un computer (come nei precedenti esperimenti). La strada da percorrere è ancora lunga, secondo i ricercatori, che però mettono già nel mirino il prossimo obiettivo: ottenere sistemi miniaturizzati.
Tornare a muoversi e farli in modo naturale, adattando i movimenti alle situazioni che la persona si trova a vivere in tempo reale. È questo che i ricercatori del Politecnico di Losanna si propongono di fare, attraverso il caso studio dell'olandese Gert-Jan Oskam (Ansa)