Per il governo sono eco-vandali. Ma i giudici vedono il "valore sociale" nelle azioni degli attivisti

Tre giovani di Ultima Generazione sono stati condannati con le attenuanti. Intanto in Parlamento si decide la linea futura contro le proteste

di CHIARA CARAVELLI -
19 gennaio 2024
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Condannati sì, ma con il riconoscimento delle attenuanti generiche e di quelle "per aver agito per particolari motivi di ordine morale e sociale". È quanto deciso dalla gup Simona Siena per i tre attivisti – Ettore, Mida e Silvia – di Ultima Generazione arrestati lo scorso 2 novembre per aver bloccato la tangenziale di Bologna per circa un’ora in segno di protesta contro il cambiamento climatico.

Le condanne agli attivisti

Le condanne a sei mesi in abbreviato sono arrivate per i reati di violenza privata e interruzione di pubblico servizio (pena sospesa e non menzione), mentre i tre ambientalisti sono stati assolti dalle accuse di danneggiamento, manifestazione non autorizzata e inottemperanza al foglio di via. "Aspetteremo – così l’avvocato Elia De Caro, che insieme alla collega Mimma Barbarello difende i ragazzi – i 90 giorni delle motivazioni, ma tendenzialmente faremo appello per i due reati per i quali sono stati condannati.
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Le proteste fuori dal tribunale dove si stava svolgendo il processo ai tre ragazzi

Diciamo che da un certo punto di vista siamo già soddisfatti, perché rispetto all'inizio la situazione è sicuramente cambiata, c'è stato un parziale riconoscimento delle ragioni degli imputati, non ultima la concessione dell'attenuante di aver agito per particolari motivi di ordine morale e sociale, e la concessione della pena sospesa con la non menzione, che smentiscono alcune impostazioni iniziali del quadro accusatorio". Una sentenza che ha, quindi, punito quell’azione di disobbedienza civile, riconoscendone però la motivazione di fondo, ovvero la lotta contro l’immobilità della politica di fronte a un problema grave come quello del cambiamento climatico. E se di politica parliamo, ecco che proprio ieri la Camera ha approvato in via definitiva, con 138 sì, il disegno di legge che se la prende proprio con gli attivisti per il clima.

E il via libera al ddl "Eco-vandali"

"Approvato il ddl eco-vandali. Chi deturpa o imbratta un monumento paga di tasca propria, questo principio è legge dello Stato. Ringrazio il Parlamento, il Governo e i tanti cittadini che mi hanno sostenuto in questa battaglia di civiltà". Così il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha annunciato su Twitter la nuova legge che prevede disposizioni sanzionatorie in materia di distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici. Un provvedimento nato su iniziativa del governo, come reazione agli atti dimostrativi dei movimenti ambientalisti, come Ultima Generazione.

Le proteste: "Repressione del dissenso"

Durissimi i commenti dell’opposizione a partire dalla deputata del Pd, Laura Boldrini, che ha parlato di "ennesima mossa securitaria di questa maggioranza con misure che possiamo definire ad personam e che non fanno altro che restringere la libertà di dissenso e manifestazione". Per la presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel Mondo "inasprire le pene con sanzioni penali e amministrative è solo una bandierina repressiva.
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La prima a scagliarsi contro il ddl del governo contro gli eco-attivisti è stata Laura Boldrini

Dopo i ragazzi dei rave party, le Ong che salvano vite umane in mare questa volta, nel mirino delle destre, ci sono le ragazze e i ragazzi di Ultima Generazione, accusati di violenza per i blocchi stradali e di danneggiare i beni culturali quando, in realtà, nessun monumento è stato oggetto di danni permanenti". Le critiche sono arrivate anche dal Movimento 5 Stelle con il suo vicepresidente, Riccardo Ricciardi: "Noi saremmo anche disposti a tollerare la promessa di integerrimo rigore e di legalità da parte della maggioranza che presenta provvedimenti propagandistici come questo contro l'imbrattamento o deterioramento dei beni culturali. Solo che la maggioranza dovrebbe farlo anche con un sottosegretario alla Cultura accusato di aver trafugato un quadro, con un ministro che stoppa treni a suo piacimento, con una ministra del Turismo che non paga i suoi dipendenti, con indagati per corruzione che nel centrodestra saltano fuori ogni paio di giorni, l'ultimo è il governatore della Sardegna, con i deputati che sparano a capodanno in compagnia di un sottosegretario".

I protagonisti: "Il giudice riconosce la giusta motivazione"

In questo contesto, il riconoscimento, nel caso della manifestazione bolognese, da parte della giudice del valore morale e sociale della manifestazione, assume ancora più importanza. "Hanno condannato noi tre – ha detto Silvia, rimarcando il fatto che tornerà presto a fare altre azioni di disobbedienza civile – ma domani saremo in 100 o in mille a rifare la stessa azione. È molto importante che la giudice abbia riconosciuto le nostre motivazioni nobili rispetto all'atto compiuto.
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Una manifestazione degli attivisti di Ultima Generazione

Era la cosa giusta da fare e io non sono affatto pentita. Non ci faremo spaventare dalla repressione. Siamo in uno stato di emergenza, climatica e sociale, ma le nostre istituzioni sono completamente scollate dalla realtà". D’accordo con lei, ma più cauta sulla possibilità di tornare quanto prima a fare azioni di questo genere, anche Mida: "Vedremo cosa ci diranno gli avvocati – sottolinea – con la pena sospesa dovremo valutare. Abbiamo agito seguendo delle motivazioni profonde, che la stessa giudice ha riconosciuto, e questa per noi è una vittoria. Al di là della condanna, c’è il fatto che un'istituzione abbia riconosciuto il motivo della nostra azione". Alle parole delle due ragazze, si sono aggiunte poco dopo anche quelle di Ettore: "Ritengo che il nostro agire sia assolutamente giusto. Se c'è una motivazione giusta per migliorare il mondo, per noi e per le giovani generazioni, è anche lecito fare qualcosa che normalmente non viene fatto, rispondendo al richiamo della propria coscienza. Vogliamo pensare al futuro, anche se questo significa infrangere le regole in certi momenti".