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Perugia nuda: a 20 anni si infiltra nella chat e denuncia

La ragazza (già vittima) ha fatto scoprire un caso di revenge porn, decine di immagini sexy circolavano da anni sui canali Telegram: due giovani a processo

di LUCIA LAPI -
24 giugno 2023
In Italia circa 2 milioni di persone sono vittime di Revenge porn

In Italia circa 2 milioni di persone sono vittime di Revenge porn

Perugia Nuda: migliaia di commenti sul web. continua a fare il giro della Rete la storia della chat di revenge porn su Telegram e delle due ragazze che l’hanno fatta chiudere. I due canali si chiamavano Perugia Nuda e Perugia scambio foto chate e a gestirli erano due ragazzi di 21 e 22 ann, che per molto tempo hanno fatto girare foto hard di amiche, ex fidanzate e conoscenti.

I fatti

A scoprirle, nel novembre 2020, una loro concittadina. Che si è trovata nella più classica situazione da revenge porn: le sue immagini intime inviate qualche tempo prima all’ex fidanzato quando lei aveva ancora 15 anni, sono sotto gli occhi di tutti sul web. A quel punto è scattata l’indagine. La sua, non quella della magistratura. Insieme a un’amica si accordano con due ragazzi che entrano nelle chat e girano a loro il contenuto. Poi arrivano ad avere un incontro con l’amministratore. La storia la racconta oggi Il Messaggero. Parte con un classico: un’amica che chiama e spiega di aver visto foto della ragazza nuda sul cellulare. L’altra era entrata perché le avevano detto che i suoi scatti erano finiti sul web. Ma quando arriva trova quelli dell’amica.

La  caccia

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Foto hot di minorenni nelle chat, gli inquirenti: “Chi le guarda e le condivide compie gravi reati”

Mentre, secondo l’avvocato Francesco Gatti che la assiste, deve cambiare scuola per la vergogna e viene sottoposta a terapie psicologiche. Poi arriva l’incontro con l’admin. Che riconoscono come una persona vista spesso in città. E che quando sente le accuse nei suoi confronti scoppia a piangere e chiede perdono. Mettendosi addirittura in ginocchio. "Dicendoci che sua madre stava per morire", le parole delle giovani. Che ,oltre a registrare la conversazione, riescono anche a dare un’occhiata al cellulare del ragazzo, trovando "tantissimo materiale presumibilmente pedopornografico di molte ragazze in giovane età. Anche di ragazzi". Rimane la vergogna e la frustrazione davanti a quegli scatti del proprio corpo nudo che sono state viste e riviste sulle chat di amici e sconosciuti. La giovanissima è dovuta andare in terapia, i responsabili del ricatto sessuale sono però ora sono sotto processo, per accuse gravi come revenge porn e addirittura pedopornografia.

I reati

Questi infatti i reati che la procura di Perugia contesta a due ragazzi di 21 e 22 anni, che si è scoperto gestissero due canali Telegram (ora chiusi) in cui per anni hanno fatto girare - anche con l’aiuto di una terza ragazza - foto hard di amiche, ex fidanzate o conoscenti. Immagini "sessualmente esplicite", spiega il pubblico ministero Mara Pucci, racimolate negli anni chissà come e che hanno fatto il giro dei telefonini di centinaia di iscritti a canali come Perugia scambio foto chat e Perugia nuda.

I protagonisti

"I protagonisti di questa storia di provincia sono tutti rappresentanti della cosiddetta 'Perugia bene' - spiega Il Messaggero - Le famiglie giuste, le scuole giuste, i giri giusti. E poi un’amica che chiama e spiega di aver visto le tue foto di nudo sul cellulare. Perché così Marta (nome di fantasia), oggi 22enne, nel novembre del 2020 ha scoperto che quelle immagini intime inviate al fidanzato dei suoi quindici anni sono finite nel mare della Rete. Ma la giovane vittima non si è arresa. Tra lacrime e dolore ha deciso di reagire, grazie all’aiuto dell’amica che ha scoperto tutto. Quelle foto "divulgate ovunque, con grave disagio per lei – le parole dell'avvocato Francesco Gatti  -, che per la vergogna ha dovuto cambiare scuola.
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Revenge Porn, ovvero la diffusione senza consenso di immagini o video intimi con l’intento di denigrare la persona immortalata

Dopo la denuncia gli amministratori dei due canali, che all’epoca non avevano nemmeno vent’anni, le indagini e il processo. Ierii, nel corso dell’udienza preliminare davanti al giudice Angela Avila, gli avvocati dei due imputati hanno chiesto un rinvio per ottenere la messa alla prova, previa riqualificazione del fatto e risarcimento del danno, a cui non si è opposta la parte civile. "Non ci interessa la condanna, ma un percorso di pentimento", ha concluso il legale della ragazza che, chiuso questo brutto capitolo, ha tutta una vita felice da vivere.