Aggressione razzista a Bologna: spintoni e insulti verso una famiglia senegalese

L’episodio è successo sabato di fronte a un locale alla periferia della città. “Ci hanno detto che questa non è casa nostra, aggiungendo neg*i di merda. Questo è razzismo”. Oggi alle 19 un presidio di solidarietà

di CHIARA CARAVELLI -
9 maggio 2024
Nabu Dieng con il sindaco Matteo Lepore (foto d'archivio/Facebook)

Nabu Dieng con il sindaco Matteo Lepore (foto d'archivio/Facebook)

“Un episodio grave che condanniamo con forza e per il quale auspichiamo che vengano presto-individuati gli aggressori”. Queste le parole del sindaco di Bologna, Matteo Lepore, e della vicesindaca Emily Clancy rispetto all’aggressione razzista che ha coinvolto una famiglia senegalese alla periferia della città.

Razzismo contro la famiglia senegalese

I fatti risalgono a sabato scorso quando Nabu Diengsenegalese d'origine e in Italia da 25 annisuo marito Mbacke e i due figli rispettivamente di 9 e 18 anni, sono stati aggrediti sia verbalmente che fisicamente da un gruppo di persone fuori dal Candileias di via Bentini, un locale in zona Corticella a Bologna. “Se avete paura dei cani tornatevene a casa vostra. Questa non è casa vostra”, è ciò che Nabu e i suoi parenti si sono sentiti dire dopo che avevano chiesto al gruppo di persone (sette uomini e due donne) di poter tenere al guinzaglio i due cani di grossa taglia che avevano con loro.

“Ho risposto – racconta Nabu – che questa è casa mia, ma una delle due donne ha insistito dicendoci questa non è casa vostra neg*i di merda”.

Insulti gravi a cui poi è seguita anche un’aggressione fisica, che il marito di Nabu è riuscito a filmare con il cellulare e nella quale sono rimasti coinvolti anche i figli, entrambi portati all’ospedale Maggiore di Bologna e dimessi con diversi giorni di prognosi. “Alla bimba hanno fatto male al collo e alla schiena – continua – mio figlio invece è stato colpito alla spalla e mio marito ha ancora un dito gonfio. Questo è razzismo, te lo sputano in faccia il razzismo. È triste”.

La denuncia e la solidarietà del Comune di Bologna

Un episodio molto grave per cui la donna ha già sporto denuncia ai carabinieri, che ora provvederanno a identificare gli autori del gesto. Questa mattina, Nabu e la sua famiglia hanno raggiunto Palazzo d’Accursio, sede del Comune, per incontrare il sindaco Lepore e la vicesindaca Clancy. Il primo cittadino ha voluto esprimere personalmente la sua solidarietà: “Volevamo dire loro – le sue parole – che Bologna è la loro casa e che la nostra comunità si stringe intorno a questa famiglia. Vogliamo dare un segnale chiaro: episodi come quello che ci hanno raccontato oggi non devono accadere e non possono lasciarci indifferenti. Gli saremo accanto anche per quanto sarà necessario dopo la denuncia che hanno già sporto, come il supporto psicologico e di accompagnamento per la segnalazione all'Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori, attraverso il nostro sportello Antidiscriminazione”.

Il presidio di solidarietà

Come amministrazione, aggiungono, “saremo presenti anche al presidio di giovedì in Corticella alle 19, proprio dove c'è stata l'aggressione. Come città siamo fortemente impegnati per l'inclusione e per contrastare ogni forma di discriminazione. Siamo certi che i bolognesi sapranno far sentire la propria vicinanza a Nabu e alla sua famiglia”. Sulla vicenda è intervenuta anche Annalisa Corrado, delegata nella segreteria nazionale del Pd e candidata per il Nord-Est alle elezioni europee: “Leggere di aggressioni e insulti razzisti – le sue parole – fa male, ogni volta e sempre di più. Dobbiamo fermare quest'onda di odio e di violenza, su cui molti esponenti delle destre soffiano in modo totalmente irresponsabile. Una serata che doveva essere spensierata per loro insieme a degli amici si è trasformata in un incubo, aggrediti e finiti al pronto soccorso per una rissa scatenata con intento razzista, che non ha salvato nemmeno una bambina”.