Non sono trascorse nemmeno 24 ore dalle manifestazioni pro aborto "libero, sicuro, gratuito" del 28 settembre scorso, in moltissime piazze italiane, che, all'indomani, la Regione Piemonte aveva pronta sul tavolo la "delibera attuativa sul fondo vita nascente per il sostegno sociale alla libera scelta di dare la vita". Da un lato, quindi, centinaia, migliaia di donne che, insieme all'associazione Non una di meno, hanno gridato per rivendicare un diritto sancito per legge 44 anni fa e messo sempre più in discussione negli anni. Dall'altra l'assessore regionale alle Politiche Sociali, Maurizio Marrone (FdI), che esulta invece per la vittoria ottenuta con la nuova misura, che garantirà lo stanziamento di 400 mila euro alle cosiddette associazioni pro vita. Si tratta, in pratica di una revisione dei criteri sulle modalità di accesso e di assegnazione dei finanziamenti per la promozione e realizzazione di progetti di accompagnamento individualizzati. L'obiettivo, com'è evidente, è la promozione del valore sociale della maternità e alla tutela della vita nascente contro la scelta dell'interruzione di gravidanza. "La Regione Piemonte - spiega Marrone - pagherà alle famiglie socialmente vulnerabili e alle donne in difficoltà economica, magari perché abbandonate da genitori e partner, tutto ciò che serve per non dover rinunciare alla gravidanza che desiderano: canoni di locazione, rate di mutuo, bollette di utenze, abbigliamento, alimenti, farmaci, pannolini, carrozzine, lettini eccetera. Mentre noi realizziamo un passo alla volta la rivoluzione sociale delle culle, attuando finalmente la parte preventiva della legge 194 che tutela in concreto il valore sociale della maternità, le sinistre si radicalizzano ulteriormente inseguendo una piazza estremista che oltraggia cartelli con su scritte le parole 'Dio' e 'famiglia': non si meraviglino se il Paese reale e in particolare le periferie voltano loro le spalle". "I 400.000 euro già stanziati a bilancio - aggiunge l'assessore - serviranno a sostenere le attività di ascolto e consulenza, attraverso la presenza a sportello programmato nei presidi sanitari, progetti di sostegno alle mamme per almeno i primi mille giorni dei neonati, anche attraverso sostegno economico e gli aiuti materiali e fornitura beni di prima necessità, percorsi di sostegno psicologico sia individuali che di gruppo, attraverso figure professionali adeguatamente formate e accompagnamento ai gruppi di auto mutuo aiuto tra gestanti e neomamme" ha rimarcato Marrone.