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Reggiseni cuciti sul 3d, slip che registrano il ph vaginale e kit fai-da-te: l'intimo tech per monitorare la salute delle donne

di SOFIA FRANCIONI -
10 febbraio 2022
Intimo3d

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È un intimo femminile che non nasce per essere guardato, ma per monitorare la salute delle donne che lo indossano. Un intimo, se vogliamo, femminista. Slip intelligenti per tenere sotto controllo il ph vaginale, un kit fai-da-te che assolve alla stessa funzione (ma da casa) e un reggiseno, uno special bra inclusivo e – forse – finalmente comodo, realizzato su uno studio 3d. Tre prodotti-progetti (non ancora in commercio) altamente innovativi per "rompere i tabù sui corpi delle donne", che portano la firma della giovane designer Giulia Tomasello, molto più conosciuta all'estero che in Italia, e del suo laboratorio quasi tutto al femminile fatto da nanotecnologi, antropologhe, scienziati dei materiali, biologhe e una fashion designer. Tre progetti che abbiamo scelto di presentarvi tra le innovazioni in mostra all'Art+b=love(?): il festival dedicato a Femminismi, Cura e Biodesign ad Ancona dal 10 al 20 febbraio.

Gli slip intelligenti Alma, che monitorano il ph e il microbioma presenti nei fluidi vaginali

Slip “intelligenti” che monitorano il ph vaginale

Presentato con il nome di Alma, lo "slip intimo intelligente" di Giulia, attraverso dei biosensori inseriti nel tessuto degli slip, permette alle donne di misurare il ph e il microbioma presenti nei fluidi vaginali in modo da identificare e prevenire le infezioni vaginali, che – come riporta un approfondimento del Policlinico Gemelli – sono causate da vaginosi batterica nel 40-50% dei casi (spesso asintomatica), da candida nel 20-25% e da trichomonas vaginalis (15-20%).  "Alma è un progetto legato alla volontà di abbattere le barriere culturali nei corpi delle donne", spiega il direttore del festival Art+b=love(?) e curatore delle installazioni di Giulia, Federico Bomba, "e si concrentra soprattutto sullo sviluppo dei sensori".

Da sinistra il reggiseno re-thinking the bra, il laboratorio e il kit fai-da-te per monitorare il ph vaginale

Il kit fai-da-te

Anche questo pensato per prendersi cura della flora vaginale, il kit di Future Flora permette alle persone che lo indossano di essere aggiornate sul proprio stato di salute, dando la possibilità di curare e prevenire le infezioni vaginali quanto prima. Il progetto, vincitore dello Starts Prize 2018 "è il più teorico teorico di Giulia - spiega il direttore e curatore Bomba - ma si sta trasformando nel più promettente dal punto di vista del business. Nel laboratorio stanno studiando materiali, sensori, tessuti a prezzi contenuti perché il kit sia alla portata di tutti".

Federico Bomba, direttore del festival Art+b=love(?)

Non è scontato che le donne accettino di indossare degli slip che monitorino costantemente le parti intime, ma Giulia ha pensato anche a questo. "C'è anche una medica antropologa nel loro team, Isabelle Farina, che aiuta a creare una connessione con le donne e pensa a come comunicare certe questioni", continua il direttore Bomba. "Non è immediato che una donna decida o accetti di farsi monitorare costantemente dagli slip: può essere percepito come invasivo. Per questo il team sta facendo workshop in tutto il mondo: per capire qual è la percezione del pubblico femminile riguardo a questa questione delicata". O, dovremmo dire,  intima.

Il reggiseno pensato per i corpi delle donne, non delle modelle

Nell’intimo femminile tech non poteva certo mancare il Reggiseno, Re-thinking the bra, progettato sulla base del 3d, che non fa uso di ferretti e che offre comfort anche a donne che hanno un seno prosperoso e non trovano sollievo nell’uso dei reggiseni tradizionali oggi sul mercato. "Un reggiseno che nasce da una call indirizzata a donne designer di tutto il mondo - spiega il curatore Bomba - che sono state chiamate a ripensare cosa significa avere un reggiseno per un corpo che non sia sostanzialmente quello di una modella".

Giulia Tomasello, tra Leonardo Da Vinci e una strega

Giulia Tomasello è una designer italiana che combina biotecnologia e wearable technology per rompere i tabù sui corpi delle donne. Vincitrice nel 2018 dello Starts Prize, premio assegnato ai progetti che rappresentano “alleanze innovative tra tecnologia e pratiche artistiche", il suo lavoro multidisciplinare ha ricevuto anche altri riconoscimenti a livello europeo e internazionale, tra cui il World Omosiroi Japanese Award 2020. Un'artista leonardiana, ma anche una "streghetta" per sua stessa definizione. "Giulia - spiega Bomba che l'ha scelta tra le punte del suo Festival - si configura come una borgomastro del Rinascimento, quando non c'era distinzione tra artista e artigiano o tra artista e imprenditore. Un'unione rinascimentale, che si è persa a favore di una visione più romantica dell'artista, chiuso e con uno sguardo all'interiorità. Giulia invece lavora con la sua bottega, è riuscita a intercettare competenze diverse e a metterle al servizio di una visione poetica e utile per la collettività. Come Leonardo, che mentre faceva la Giaconda realizzava anche i navigli di Milano, collaborando con tante competenze diverse. Qualità che non hanno tutti gli artisti". Ma, più che leonardiana, Giulia si sente una strega: "Si definisce una streghetta", dice Bomba, "come quelle donne che indagavano l'ignoto e in tempi bui sono state additate come pericolose. "Come Sineglossa (associazione che organizza il festival ndr) - conclude il direttore dell'Art+b=love (?) - ci stiamo interrogando su quale sarà il futuro dell'arte nella quotidianità delle persone. Per noi, Giulia, che con il suo lavoro tocca sia l'attivismo, la partecipazione delle comunità, ma anche il business, può rappresentare il futuro dell'arte, facendo impresa e lavorando al limite tra arte e design, non solo per profitto, ma anche per fare bene alle persone e al Pianeta".