Roma, bimbi con disabilità esclusi dai centri estivi. La denuncia

Stella Sciarrone, rappresentante delle famiglie dell'Asp Sant'Alessio, è mamma di una bambina di sette anni e lamenta: “Per non regredire ha bisogno di relazionarsi con gli altri “

27 luglio 2024
Bambini ai centri estivi

Bambini ai centri estivi

I fondi non arrivano e per i bambini con disabilità non c’è posto ai centri estivi di Roma. Lo denuncia Stella Sciarrone, rappresentante delle famiglie dei minori disabili visivi della regione Lazio, all'interno del comitato consultivo dell'Asp Sant'Alessio: i finanziamenti per queste attività sono stati stanziati troppo tardi, i posti sono limitati e le ore disponibili per svolgere queste attività ricreative in compagnia sono davvero poche.

A farne le spese sono proprio questi bimbi, che invece sarebbero i più indicati a frequentare attività di gruppo, per un inserimento sociale che sia reale e concreto. Invece rimangono fuori in quasi tutti i municipi della Capitale, fatta eccezione per l'VIII, a Sud di Roma, che nei mesi estivi finanzia le cooperative per un servizio pubblico a pagamento o convenzionato. I minori ciechi o ipovedenti che frequentano le scuole statali “non hanno diritto a questi centri estivi finanziati dal municipio”, spiega ancora Sciarrone che in un sondaggio ha coinvolto circa 60 genitori per avere un quadro più chiaro in tutta la città.

Un’esclusione ingiusta e discriminatoria, che però potrebbe venire meno in alcuni casi, se mamme e papà accettano precise condizioni cioè: c'è chi offre la possibilità di fornire un assistente “a 20 euro all'ora per un mese”, chi ha disponibilità di posti limitati per due settimane, chi per quattro ore al giorno. Soluzioni, però, che andrebbero a gravare economicamente sulle famiglie o comunque sarebbero difficili da accogliere a livello organizzativo senza una reale continuità. “Mia figlia ha bisogno della relazione sociale per non regredire”, racconta ancora Sciarrone, mamma di una bambina di 7 anni cieca. I suoi compagni di scuola si incontrano tra loro e quando torneranno a scuola, a settembre, sarà come non essersi mai lasciati. Mentre sua figlia e gli altri “rimarranno a casa”, proprio loro che avrebbero maggiormente bisogno, quindi, di relazionarsi con i compagni e di avere stimoli.

Il problema, però, secondo la rappresentante delle famiglie del Sant'Alessio non sarebbe delle scuole – dove questi centri estivi si svolgono –, ma “del servizio del municipio svolto dalle cooperative all'interno della scuola". Dove a monte resta “la troppa burocrazia che non porta a una reale soluzione”. Questo perché i soldi ci sarebbero, come spiegato a Sciarrone, ma “sono stanziati così tardi che non c'è il tempo di organizzarsi per assumere Oepac, l'operatore educativo per l'autonomia e la comunicazione”.  La richiesta da parte della rappresentante delle famiglie del Sant'Alessio, dunque, è apparentemente semplice: uguaglianza e inclusione. “Sembrano parole banali – conclude – ma non vengono garantite e sono invece necessarie affinché i bambini non vengano più esclusi”.