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Home » Attualità » Roma, al via il Woman 20: il summit per la parità di genere del G20. “Ancora troppi pregiudizi”

Roma, al via il Woman 20: il summit per la parità di genere del G20. “Ancora troppi pregiudizi”

Al vertice di Roma sono intervenuti, tra gli altri, Maria Elisabetta Alberti Casellati e Ursula Von Der Leyen: "Parità di genere entro il 2030". I lavori di questa tre giorni verranno raccolti in un dossier che il gruppo d'interesse consegnerà al presidente Draghi affinché se ne faccia portavoce durante il G20

Francesco Lommi
13 Luglio 2021
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L’ inclusività e la parità di genere al centro del dibattito mondiale. Nella giornata in cui il tanto dibattuto Ddl Zan approda a Palazzo Madama, Roma è teatro di un altrettanto importante summit: il W20.

Il Woman 20 è uno degli engagement group del G20 (abbiamo intervistato la Sherpa di W20, leggi l’articolo qui). I processi decisionali del G20 negli anni si sono arricchiti grazie al coinvolgimento di nuovi “attori sociali”. Questi gruppi affrontano temi di fondamentale importanza per il lavoro del G20, come l’imprenditorialità, il lavoro, i giovani e, nel caso specifico del W20, tutta l’area tematica legata all’emancipazione femminile e alla lotta contro le disuguaglianze.

Istituito nel 2015, Woman20 mira a garantire la dovuta considerazione alle questioni di genere all’interno delle discussioni del G20. Il vertice di quest’anno è stato inaugurato nella giornata di oggi, 13 luglio, e proseguirà fino a giovedì 15.

“In un mondo di grande cambiamento, in questa società post pandemica, il tema della parità di genere diventa sempre più fondamentale. Oggi abbiamo l’opportunità di dare slancio alla ripresa economica e sociale del paese, includendo la prospettiva di parità”. Così la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha aperto l’edizione 2021.

“In 18 Paesi del G20, le donne continuano ad essere pagate oltre il 15% in meno degli uomini e solo il 55% è coinvolto nel mercato del lavoro rispetto al 71% degli uomini. Ci sono ancora troppi pregiudizi culturali che impediscono al mondo femminile di esprimere il talento e i meriti. Abbiamo bisogno di un’autentica svolta culturale e di politiche attive che cambino radicalmente l’accezione della donna ed il rapporto tra i sessi”.

Anche Ursula Von Der Leyen, presidente della Commissione europea, è intervenuta nel corso del vertice: “È triste sapere che al G20 io potrei essere l’unica donna. Abbiamo bisogno delle migliori idee al livello politico per dare le giuste opportunità a tutte le donne. Dobbiamo investire di più nell’istruzione. Infatti più di 11 milioni di bambini possono essere costretti all’abbandono scolastico. Per raggiungere la parità entro il 2030, abbiamo bisogno dei pagamenti e dei congedi parentali, di consolidare l’assistenza per l’infanzia e per gli anziani”.

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  • «Era terribile durante il fascismo essere transessuale. Mi picchiavano e mi facevano fare delle cose schifose. Mi imbrattavano con il catrame e mi hanno rasato. Ho preso le botte dai fascisti perché mi ero atteggiato a donna e per loro questo era inconcepibile».

È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l’unica persona trans italiana sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti.

#lucenews #lucysalani #dachau
  • È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l
  • Elaheh Tavakolian, l’iraniana diventata uno dei simboli della lotta nel suo Paese, è arrivata in Italia. Nella puntata del 21 marzo de “Le Iene”, tra i servizi del programma di Italia 1, c’è anche la storia della giovane donna, ferita a un occhio dalla polizia durante le proteste in Iran. Nella puntata andata in onda la scorsa settimana, l’inviata de “Le Iene” aveva incontrato la donna in Turchia, durante la sua fuga disperata dall’Iran, dove ormai era troppo pericoloso vivere. 

“Ho molta paura. Vi prego, qui potrebbero uccidermi” raccontava l’attivista a Roberta Rei. Già in quell’occasione, Elaheh Tavakolian era apparsa con una benda sull’occhio, a causa di una grave ferita causatale da un proiettile sparato dalle forze dell’ordine iraniane durante le manifestazioni a cui ha preso parte dopo la morte di Mahsa Amini.

Elaheh Tavakolian fa parte di quelle centinaia di iraniani che hanno subito gravi ferite agli occhi dopo essere stati colpiti da pallottole, lacrimogeni, proiettili di gomma o altri proiettili usati dalle forze di sicurezza durante le dure repressioni che vanno avanti ormai da oltre sei mesi. La ragazza, che ha conseguito un master in commercio internazionale e ora lavora come contabile, ha usato la sua pagina Instagram per rivelare che le forze di sicurezza della Repubblica islamica stavano deliberatamente prendendo di mira gli occhi dei manifestanti. 

✍ Barbara Berti

#lucenews #lucelanazione #ElahehTavakolian #iran #leiene
  • Ha 19 anni e vorrebbe solo sostenere la Maturità. Eppure alla richiesta della ragazza la scuola dice di no. Nina Rosa Sorrentino è nata con la sindrome di Down, e quel diritto che per tutte le altre studentesse e studenti è inviolabile per lei è invece un’utopia.

Il liceo a indirizzo Scienze Umane di Bologna non le darà la possibilità di diplomarsi con i suoi compagni e compagne, svolgendo le prove che inizieranno il prossimo 21 giugno. La giustificazione – o la scusa ridicola, come quelle denunciate da CoorDown nella giornata mondiale sulla sindrome di Down – dell’istituto per negarle questa possibilità è stata che “per lei sarebbe troppo stressante“.

Così Nina si è ritirata da scuola a meno di tre mesi dalla fine della quinta. Malgrado la sua famiglia, fin dall’inizio del triennio, avesse chiesto agli insegnanti di cambiare il Pei (piano educativo individualizzato) della figlia, passando dal programma differenziato per gli alunni certificati a quello personalizzato per obiettivi minimi o equipollenti, che prevede l’ammissione al vero e proprio esame di Maturità. Ma il liceo Sabin non ha assecondato la loro richiesta.

Francesca e Alessandro Sorrentino avevano trovato una sponda di supporto nel Ceps di Bologna (Centro emiliano problemi sociali per la Trisomia 21), in CoorDown e nei docenti di Scienze della Formazione dell’Alma Mater, che si sono detti tutti disponibili per realizzare un progetto-pilota per la giovane studentessa e la sua classe. Poi, all’inizio di marzo, la doccia fredda: è arrivato il no definitivo da parte del consiglio di classe, preoccupato che per la ragazza la Maturità fosse un obiettivo troppo impegnativo e stressante, tanto da generare “senso di frustrazione“, come ha scritto la dirigente del liceo nella lettera che sancisce l’epilogo di questa storia tutt’altro che inclusiva.

“Il perché è quello che ci tormenta – aggiungono i genitori –. Anche la neuropsichiatra concordava: Nina poteva e voleva provarci a fare l’esame. Non abbiamo mai chiesto le venisse regalato il diploma, ma che le fosse data la possibilità di provarci”.

#lucenews #lucelanazione #disabilityinclusion #giornatamondialedellasindromedidown
L’ inclusività e la parità di genere al centro del dibattito mondiale. Nella giornata in cui il tanto dibattuto Ddl Zan approda a Palazzo Madama, Roma è teatro di un altrettanto importante summit: il W20. Il Woman 20 è uno degli engagement group del G20 (abbiamo intervistato la Sherpa di W20, leggi l'articolo qui). I processi decisionali del G20 negli anni si sono arricchiti grazie al coinvolgimento di nuovi "attori sociali". Questi gruppi affrontano temi di fondamentale importanza per il lavoro del G20, come l’imprenditorialità, il lavoro, i giovani e, nel caso specifico del W20, tutta l’area tematica legata all’emancipazione femminile e alla lotta contro le disuguaglianze. Istituito nel 2015, Woman20 mira a garantire la dovuta considerazione alle questioni di genere all’interno delle discussioni del G20. Il vertice di quest’anno è stato inaugurato nella giornata di oggi, 13 luglio, e proseguirà fino a giovedì 15. "In un mondo di grande cambiamento, in questa società post pandemica, il tema della parità di genere diventa sempre più fondamentale. Oggi abbiamo l’opportunità di dare slancio alla ripresa economica e sociale del paese, includendo la prospettiva di parità". Così la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha aperto l’edizione 2021. "In 18 Paesi del G20, le donne continuano ad essere pagate oltre il 15% in meno degli uomini e solo il 55% è coinvolto nel mercato del lavoro rispetto al 71% degli uomini. Ci sono ancora troppi pregiudizi culturali che impediscono al mondo femminile di esprimere il talento e i meriti. Abbiamo bisogno di un’autentica svolta culturale e di politiche attive che cambino radicalmente l’accezione della donna ed il rapporto tra i sessi". Anche Ursula Von Der Leyen, presidente della Commissione europea, è intervenuta nel corso del vertice: "È triste sapere che al G20 io potrei essere l’unica donna. Abbiamo bisogno delle migliori idee al livello politico per dare le giuste opportunità a tutte le donne. Dobbiamo investire di più nell’istruzione. Infatti più di 11 milioni di bambini possono essere costretti all’abbandono scolastico. Per raggiungere la parità entro il 2030, abbiamo bisogno dei pagamenti e dei congedi parentali, di consolidare l’assistenza per l’infanzia e per gli anziani".
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