La Romania non riconosce la nuova identità di un uomo trans: per la Giustizia Ue viola i suoi diritti

Se il Regno Unito ha accettato la sua richiesta di cambiamento, dopo che questo ha acquisito la cittadinanza britannica, lo stato d’origine non ha fatto altrettanto

7 maggio 2024
Diritti trans

Diritti trans

“Il rifiuto di uno Stato membro di riconoscere i cambiamenti di nome e di genere acquisiti in un altro Stato membro è contrario ai diritti dei cittadini dell'Unione”.

La Corte di Giustizia europea, come si legge nel parere dell’Avvocatura generale, si è espressa in merito al caso di un uomo transgender, con cittadinanza rumena e britannica, che dopo aver chiesto il cambio anagrafico di nome e genere sui documenti, compiuto con successo in Regno Unito, si è visto rifiutare la richiesta nel Paese d’origine, dove ancora risulta essere una donna.

Una violazione dei suoi diritti, secondo i giudici europei. 

Il cittadino transgender contro le autorità romene

Il caso risale al 2017. Il protagonista della causa in questione, a cui è stato assegnato il genere femminile alla nascita in Romania, si identifica come maschio transgender, ha avviato la procedura per il riconoscimento della sua identità di genere nel Regno Unito prima della Brexit, ma questa è stata accolta e completata durante il periodo di transizione. Qui, dunque, l’uomo è pienamente riconosciuto come di genere maschile, col nuovo nome d’elezione e tutto ciò che ne comporta a livello sociale. 

I problemi sono nati invece nella sua nazione d’origine, perché in seguito al via libera delle autorità britanniche, quelle rumene hanno rifiutato la sua domanda di apportare le modifiche al suo certificato di nascita e gli hanno invece chiesto di avviare un nuovo procedimento giudiziario in Romania, che è stato classificato dalla Corte europea dei diritti dell'uomo come privo di chiarezza e prevedibilità.

La legislazione romena viola i diritti di cittadinanza

L’autorità giudiziaria dell’unione ha quindi stabilito che la legislazione rumena, che non riconosce i cambiamenti legali dell'identità di genere in altri Stati membri e richiede un nuovo procedimento giudiziario, viola il diritto alla cittadinanza europea, le disposizioni sulla libera circolazione e diversi diritti fondamentali.