Romania, il reinserimento sociale dei detenuti grazie agli animali

È l'iniziativa lanciata da Save the Dogs. La presidente Turetta: "Ci auguriamo che altre strutture seguano il nostro esempio"

di EDOARDO MARTINI -
6 dicembre 2023
I detenuti a contatto con gli animali al rifugio di Save the Dogs a Cernavoda in Romania

I detenuti a contatto con gli animali al rifugio di Save the Dogs a Cernavoda in Romania

Detenuti e animali che si aiutano a vicenda? È questo l'obiettivo del progetto avviato da Save the Dogs nel Penitenziario di Poarta Alba, in Romania, dove i carcerati sono coinvolti in percorsi di reinserimento sociale, in attività di laboratori manuali e volontariato a contatto con gli animali. Un modo per sostenersi a vicenda e per alleviare le sofferenze reciproche attraverso l'empatia. Si tratta infatti di percorsi di educazione e di cura sviluppati per favorire un cambiamento positivo nei detenuti, nella vita degli animali con i quali interagiscono e nella comunità di riferimento.

I detenuti a contatto con equini ed asini

A dare un grande aiuto ci ha pensato l'Unione Buddhista Italiana, che riconoscendone il valore e condividendone la finalità, ha deciso di finanziare questo progetto attraverso un contributo economico di 19.000€ grazie alle firme 8x1000. Un importante sostegno che permetterà a Save the Dogs di ampliare i percorsi di reinserimento sociale e le attività svolte.
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I carcerati mentre si prendono cura degli asini

I fondi disponibili permetteranno, infatti, di proseguire le visite dei detenuti al Santuario degli Asini nella sede di Save the Dogs a Cernavoda dove impareranno a prendersi cura degli equini attraverso semplici mansioni di pulizia, di manutenzione di stalle e recinti mentre gli asini, al tempo stesso, beneficeranno delle cure dei detenuti.

Ma non è tutto qui perché la sovvenzione permetterà anche di potenziare lo spazio dedicato ai laboratori manuali all'interno del carcere dove i detenuti, guidati da personale esperto, realizzeranno con materiali di recupero, oggetti per cani e gatti, come ad esempio cucce e giochi.

Gli oggetti realizzati verranno poi donati alle persone della comunità più bisognose, alle famiglie dei galeotti in occasione delle visite in carcere, agli animali randagi che vivono sul territorio e a quelli ospitati nel rifugio di Save the Dogs.

L'iniziativa nata dalla visione di donne e uomini

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La Presidente di Fondazione Save the Dogs ETS, Sara Turetta

Sul programma è intervenuta anche Sara Turetta, Presidente di Fondazione Save the Dogs ETS, che ha dichiarato: "La collaborazione con il Penitenziario è partita la scorsa primavera con il lancio di Vite Connesse, il programma nato per creare beneficio alle creature e alle persone fragili nei territori dove operiamo. Grazie a una partnership con il Jane Goodall Institute abbiamo avviato a Poarta Alba il primo progetto Roots & Shoots in Romania che coinvolge i detenuti di un'ala psichiatrica del carcere. Questo programma è una fonte di ispirazione per il nostro operato poiché ne condividiamo a pieno la missione di promuovere il rispetto e la compassione per tutti, di stimolare ogni individuo ad agire per rendere il mondo un posto migliore".

Una missione condivisa e promossa anche dall'Unione Buddhista Italiana come emerge dalle parole del Presidente Filippo Scianna: "Cura, responsabilità sociale e interdipendenza: così l'Unione Buddhista Italiana sostiene le piccole realtà di tanti territori italiani, grazie ai fondi 8xmille.

Ogni progetto nasce dalla visione di donne e uomini che, con le loro menti e attraverso le loro mani, lavorano con costanza per rendere la nostra società più equa, compassionevole e saggia. È grazie al loro impegno che oggi molte persone possono usufruire di servizi fino al giorno prima a loro inaccessibili".

E conclude: "Ogni progetto è selezionato in coerenza con l'idea, alla base del pensiero buddhista, dell'interdipendenza e del prendersi cura: nel mondo in cui viviamo ogni essere senziente è collegato; agendo su di essi, si agisce a favore dell'intera collettività".

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"Ci auguriamo che altre strutture penitenziarie possano aprire le loro porte a progetti come questo", l'auspicio della donna

"Ci auguriamo che altre strutture penitenziarie seguiranno il nostro progetto"

In un contesto come quello del centro penitenziario di Poarta Alba che vive in una situazione di costante sovraffollamento, iniziative di inclusività come questa rappresentano un tassello cruciale per dare una seconda possibilità ai carcerati, favorendo il loro reinserimento sociale e lavorativo e per contrastare l'elevato tasso di violenza sugli animali che si registra in tutto il Paese.

In conclusione, la stessa Presidente di Fondazione Save the Dogs ETS, oltre che a mettere in evidenza l'alto tasso di violenza sulle creature del territorio, ha voluto lanciare un appello: "L'empatia verso di essi si trasforma in un diffusore di benessere per tutti: è con questa consapevolezza che portiamo avanti questa progettualità con impegno e dedizione. Siamo consapevoli di lavorare in un territorio ad alto tasso di violenza e ogni piccolo passo che facciamo per cambiare questa situazione ci dà la motivazione per andare avanti. Vogliamo farci portavoce di un messaggio di speranza e fiducia nel futuro, augurandoci che altre strutture penitenziarie possano aprire le loro porte a progetti come questo".