La piazza sa dirlo meglio. Perché è fatta di carne, gola, braccia. Muscoli che si mettono in gioco, escono di casa, oltre le tastiere di un pc, oltre i social e la carta di un giornale. Diventano un’anima sola, enorme e invincibile. A darle voce per farle ruggire
“un minuto di rumore“ sarà l’iniziativa di Qn, La Nazione, il Resto del Carlino, Il Giorno e Luce! lanciata
dall’editoriale della direttrice
Agnese Pini: scendere in piazza sabato, alle 12.30, in occasione della ‘Giornata internazionale contro la violenza sulle donne’.
In piazza per fare rumore
Un invito a scendere in piazza e metterci la faccia, dando gambe all’indignazione che ha scosso nervi e cuore dopo il ritrovamento del corpo di
Giulia Cecchettin, la 22enne uccisa a coltellate e poi gettata nel lago di Barcis, in provincia di Pordenone, dal suo ex fidanzato. Firenze ha già risposto presente e sabato vestirà il suo ombelico per eccellenza,
piazza della Signoria, con un panno rosso e uno nero. È lì sopra che campeggerà un numero: 105. Come le donne assassinate dai loro compagni, ex fidanzati, mariti e familiari dall’inizio dell’anno. Una scia di sangue che miete dieci vite al mese. Sull’altro panno ci sarà la frase di
Cristina Torres Cáceres: “Se domani sono io, se domani non torno, distruggi tutto. Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima”. “La nostra città – commenta il sindaco di Firenze,
Dario Nardella – non può rimanere senza voce e senza azioni di fronte all’ennesima morte di una donna. Sento in queste ore da più parti le parole ’mai più’ e poi ’prevenzione’, ’educazione’, ’lotta al maschilismo e al patriarcato’. Ma non bastano le parole”. Il suo appello: “Occorre una pluralità di azioni a partire dalle scuole, dalle famiglie e dai modelli della nostra società: Firenze c’è e risponde convinta all’appello”. L’invito per tutti è a indossare qualcosa di rosso e portare qualcosa che faccia puro rumore. Uccidendo per sempre il silenzio di chi non vuol sentire.