Sanremo, Achille Lauro difeso da un prete di Lucca: "Attacchi bigotti, non è stato scandaloso"
Achille Lauro e Don Nando Ottaviani
Puntuali quanto prevedibili, anche per lo stesso Achille Lauro che sarà salito sul palco del Festival di Sanremo pienamente consapevole di non venire capito da tutti e quindi giudicato da tanti, sono arrivate a fiumi le reazioni critiche e indignate di una fetta corposa del mondo cattolico di fronte al battesimo del cantante, in diretta durante la prima serata del Festival. Posizioni più o meno esplicite, più o meno pesanti. A partire dal vescovo sanremese Antonio Suetta che ha urlato alla "profanazione dei segni sacridella fede cattolica", seguito poi a ruota dall'Aiart, l'associazione cittadini mediali di ispirazione cattolica, che, sentendosi offesi dalla scelta artistica di Lauro, hanno prontamente tirato per la giacchetta la Rai richiamandola al rispetto "dell'identità valoriale del Paese e alla tutela dei minori". Ignorando che forse quell'identità valoriale a cui si fa riferimento, che suona tanto come qualcosa di radicato e immobile, contiene aspetti percepiti da molti come stagnanti e ormai superati, per i quali si fa fatica sentirla ancora come propria.
Il Codacons denuncia Achille Lauro e gli esorcisti: "Coscienza violata"
È nel nome di quei valori che anche il Codacons è salito sul carro delle critiche annunciando un esposto alla Procura, nel nome di un rispetto per gli altri. Il gesto di Achille Lauro, a petto nudo e con i pantaloni di pelle, che si butta dell'acqua sulla testa da una conchiglia, ha fatto sobbalzare dalla sedia anche gli esorcisti, per i quali "non solo dissacra quei segni ma ancor più viola la coscienza di quelle persone che in quei segni esprimono la loro fede cristiana". Pacata, ma con sfumature pungenti, la reazione dell'Osservatore Romano che, nel cogliere la bonaria provocazione di Fiorello, ricorda uno dei più grandi artisti e performer che la musica abbia mai regalato. "Chiamati in causa da Fiorello alla cui simpatia non si può resistere, eccoci qui a dire la nostra, come richiesto, su Achille Lauro. In punta di piedi. Perché Sanremo è Sanremo. L'Osservatore è L'Osservatore. E in questo caso si limita ad osservare che, volendo essere a tutti i costi trasgressivo, il cantante si è rifatto all'immaginario cattolico. Niente di nuovo. Non c'è stato nella storia un messaggio più trasgressivo di quello del Vangelo. Da questo punto di vista difficilmente dimenticheremo la recita del Padre Nostro, in ginocchio, di un grande artista rock come David Bowie. Non ci sono più i trasgressori di una volta".
Don Nando Ottaviani è un prete della provincia di Lucca
Don Nando Ottaviani difende Achille Lauro: "È il suo mestiere apparire"
E a qualcuno potrebbe suonare "trasgressivo" anche il pensiero di un prete della provincia di Lucca, che sui social prende le difese di Achille Lauro e al contempo critica gli attacchi che considera bigotti. E lo fa con parole che sono come una ventata di aria fresca in una stanza rimasta chiusa per troppo tempo. "È il suo mestiere apparire e far scena con canzoni, trucchi e abbigliamento che per tanti sono schifezze per altri uno che ci sa fare a farsi notare. - scrive don Nando Ottaviani, parroco da più di vent'anni della provincia di Lucca - Achille Lauro è una persona che racconta la sua vita come può e come sa fare. Tanti di noi si mascherano in svariati modi. Tanti di noi si nascondono dietro la religione non proprio per seguirne i veri valori che comporta quel cammino, ma solo per prassi cristiana. Il cristiano lo è fino in fondo se segue ciò che il Signore ha detto e fatto. Ma soprattutto se si impegna a cercare il Signore e di volerlo trovare nel fratello che vede tutti i giorni. Se ci fermiamo alle regole, agli schemi, ai soli riti esteriori, senza amare e credere veramente ciò che essi trasmettono, 'avoglia' a scandalizzarci quando altri provano a portarceli via. E se ce li portano via o vengono banalizzati è perché non siamo capaci di farli vivere in noi e in mezzo a noi, ma di usarli a nostro uso e consumo". Parole, le sue, che sono rappresentative di una parte della Chiesa, quanto grande non sta a noi dirlo, che vuole liberarsi da certi dogma, che lei stessa sente come decontestualizzati e che per questo hanno un effetto dissuasore, nel senso che allontanano.
Don Ottaviani: "Esagerato condannarlo. Io l'ho trovato emozionante"
Don Ottaviani, intervistato da Luce!, ribadisce quanto scritto sul suo profilo Facebook e aggiunge: "Trovo esagerato condannare il gesto del cantante. Al contrario, io l'ho trovato emozionante. Era evidente che per lui fosse un gesto liberatorio con cui poter dire, a tutti, 'Eccomi. Sono questo'. L'acqua è da sempre strumento di purificazione e la chiesa non è fatta solo per i Santi. Gesù si è dato per tutti". E a chi ha guardato a quel gesto con disprezzo e sguardo giudicante, vuole dire: "Basta legiferare con condanne e strapparsi le vesti di fronte a queste cose. Non siamo ai tempi delle Crociate. Dovremmo scandalizzarci per altro, per esempio di fronte allo sventolare di rosari, vangeli e immaginette sacre da parte di politici che poi, di risposta alla loro fede sbandierata, lasciano che le persone muoiano in mare". Ogni riferimento è puramente casuale, o forse no. "Noi stessi, per primi, prendiamo i nostri simboli in maniera leggera. Quanti cristiani chiedono il battesimo, consapevoli e convinti di quello che fanno?".
Don Nando Ottaviani difende Achille Lauro: "Non è stato scandaloso"
Don Ottaviani contro Pillon: "Vede il male da tutte le parti"
E a proposito di politici, don Ottaviani non le manda a dire neppure a Simone Pillon che, sempre in merito alla prima serata del Festival non ha perso tempo per regalare ai social una delle sue prese di posizione a difesa della famiglia, a suo avviso attaccata da chissà quale mostro a più teste. "Sanremo è diventata da tempo la vetrina di ideologie antiumane del gender e della droga - aveva scritto il senatore su Twitter - Nella vita reale, è pieno di papà e mamme che cercano di crescere i loro figli lontano dalla droga". "Pillon infila il tema della famiglia ovunque - commenta il prete lucchese - e vede il male da tutte le parti, vivendo nel costante timore che qualcuno gliela porti via. Oggi ci sono politici che vogliono insegnare catechismo e preti che fanno politica. Ognuno faccia ciò per cui è stato chiamato. Da parte nostra, basta diffondere la paura e l'odio verso l'altro, basta giudicare, insegniamo il rispetto, l'amore. Sono questi sono i principi alla base del cristianesimo".