"Sono la prima e forse unica
bagnina di salvataggio trans italiana". Parola di
Sofia Scarparo. Per salvare la vita a qualcuno non serve sapere se nel documento di chi accorre in aiuto c'è scritto maschio o femmina. Né la sua etnia o il suo credo religioso o il
colore della sua pelle. Né il mare conosce generi.
Scarparo ha salvato una donna dall'annegamento
Ma in Italia a certe cose si fa ancora caso e allora desta scalpore il caso che ha visto protagonista l'assistente bagnanti transgender. "Il
mio nome anagrafico è Gianmaria Scarparo", afferma la ragazza, 26 anni, che oggi, mercoledì 12 luglio, ha tratto in salvo una pensionata che
rischiava di annegare a Riccione, nelle acque antistanti il bagno 38.
Il salvataggio dell'anziana
Il percorso che copre è ampio, come spiega a
l Resto del Carlino: "Faccio la volante, dalla zona 15 fino alla 37, stabilimento dove solitamente lavoro il mercoledì", ma quando alle 9.30 "mentre facevo sorveglianza sul moscone ho notato una signora che galleggiava a testa in giù" non ha esitato.
Il nome anagrafico di Scarparo è Gianmaria
"Appena l'ho vista mi sono diretta da lei. La signora era incosciente,
l'ho trascinata a riva, dopodiché ho
iniziato il massaggio cardiaco.
Dopo poco sono arrivati i bagnini delle spiagge vicine a darmi aiuto. Dopo circa tre minuti la signora ha ripreso le sue funzioni vitali, messa in posizione anti choc, fino all'arrivo del 118".
"Sono una bagnina trans"
Sofia, raggiunta dai, ha poi spiegato perché è stato importante, per lei,
citare la sua identità di genere. Sembrava quasi una necessità. "I miei colleghi, ma anche io, hanno notato che da quando ho iniziato il percorso di transizione
sono molto più attiva sul lavoro rispetto a prima, quando dovevo
fingere di essere un’altra persona". Nei suoi confronti, da parte degli altri bagnini di zona, c'è stata accoglienza fin da subito. Ma sa che non sempre è così:
i pregiudizi, le discriminazioni, la violenza, l'omofobia sono purtroppo all'ordine del giorno. "Avrei potuto cambiare lavoro e andarmene da un’altra parte. Cambiare tutto iniziando da capo. Ho fatto fatica e con una psicologa ho affrontato un lungo percorso, trovando il coraggio".
Il commento di Arcigay Rimini
E oggi fa un lavoro che le piace, perché con l'acqua ha un rapporto speciale. E si vede, vista l'impresa compiuta questa mattina, nel salvare la vita all'anziana. Impresa che ha ricevuto i complimenti anche di
Marco Tonti, presidente Arcigay Rimini 'Alan Turing', il quale poi ha voluto rimarcare la questione identitaria. "Lei stessa ha ritenuto importante sottolineare la sua condizione, soprattutto per dichiarare la positività e l'inclusività della cooperativa in cui lavora da 5 anni".
Sofia lavora come bagnina con una cooperativa di Riccione da 5 anni
E se spesso le persone come lei arrivano ai riflettori per
casi di cronaca nera, "in questo caso si racconta non solo di un caso positivo, ma si fa sapere che esistono
ambienti lavorativi inclusivi e rispettosi". E proprio per questo la storia di Scarparo è importante "per molte persone trans, giovani e meno giovani- conclude Tonti - perché ci mostra che un mondo migliore non solo è possibile ma esiste già oggi, e che bisogna prendere
esempio per progredire sempre di più".