Dal 30 dicembre, con il pacchetto dei nuovi Lea (livelli essenziali di assistenza del Ssn, ovvero la lista di prestazioni mediche che il servizio nazionale eroga ai residenti) approvato lo scorso 12 novembre, le cure per molte delle cosiddette malattie ‘invisibili’, come celiachia, endometriosi e anoressia (e non solo), saranno a carico del Sistema Sanitario Nazionale. È previsto uno stanziamento di 549,9 milioni di euro complessivi, di cui 502,3 destinati alla specialistica ambulatoriale e 47,6 per la protesica.
La notizia – all’apparenza buona – è di qualche giorno fa, ma dopo l’entusiasmo iniziale dei non addetti ai lavori, stimolati anche dal rimbalzare dell’annuncio su tutti i quotidiani e le pagine social, non sono mancate fin da subito le precisazioni di chi ha, giustamente, spento un po’ gli entusiasmi del sensazionalismo. Ad esempio sottolineando come questa misura dovesse essere già adottata e in vigore da quasi otto anni, rimandata però finora per mancanza di fondi: i due Nomenclatori erano in stallo dal 2017, mentre nell'aprile dell'anno scorso il ministro della salute Orazio Schillaci ne aveva dichiarato lo sblocco.
Su questo si è espressa anche l'attivista Giorgia Soleri, parlando di "otto anni di vergognoso ritardo”. L'intenzione, si legge nella nota del ministro, è quella di garantire un servizio più omogeneo in Italia: i nuovi Lea verranno erogati su tutto il territorio nazionale, sia nelle strutture pubbliche che in quelle private convenzionate, azzerando le differenze tra i cittadini.
Cosa prevede lo sblocco dei nuovi Lea
Le nuove cure a carico del SSN copriranno circa un centinaio di nuove – si fa per dire, essendo già nei Lea dal 2017 – patologie nell'elenco delle malattie rare: le persone che ne soffrono potranno, dal 2025 di fatto, avere finalmente l'esenzione automatica dal pagamento delle cure necessarie.
Ma anche per gli esami che portano alla diagnosi e di monitoraggio della celiachia, il riconoscimento dell'endometriosi (di cui è affetta una donna su 10) come malattia invalidante, gli esami per controllare i disturbi del comportamento alimentare, gli ausili informatici e di comunicazione per persone con disabilità, gli apparecchi acustici a tecnologia digitali, i sistemi di riconoscimento vocale e di puntamento con lo sguardo, le prestazioni di procreazione medicalmente assistita (che ad oggi sono garantite solo in alcune Regioni per fondi propri o a spese del privato).
Nella copertura del SSN sono infine previsti anche screening neonatali per patologie come la SMA (atrofia muscolare spinale) e nuove forme di diagnostica, come quella molecolare e l'enteroscopia con microcamera ingeribile, e forme innovative di radioterapia, come l'adroterapia o la radioterapia stereotassica.
Si tratta di una disposizione molto significativa perché prima tutte queste cure, visite e trattamenti erano a carico del singolo cittadino, che doveva ricorrere a soluzioni private e quindi a pagamento. Secondo l'ISTAT l'anno scorso più del 4% della popolazione ha rinunciato a curarsi per i costi eccessivi.