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Home » Attualità » Cerca su TikTok la madre biologica: “Vorrei solo dirti grazie, sei stata la prima ad amarmi”

Cerca su TikTok la madre biologica: “Vorrei solo dirti grazie, sei stata la prima ad amarmi”

La 24enne di Genova Maria Elena Lombardo ha utilizzato un video sui social per mandare un messaggio alla giovanissima donna che, nel dicembre 1997, la mise al mondo

Marianna Grazi
8 Giugno 2022
Maria Elena Lombardo

Maria Elena Lombardo cerca la madre biologica con un video su TikTok

Share on FacebookShare on Twitter

“Pubblico questo video solo perché credo nel potere dei social e della condivisione. Magari non arriverà mai a nessuno, però ci provo. Vorrei solo dirti grazie. Nulla di più. Grazie perché sei stata la prima persona al mondo ad avermi amata e che ha compiuto per me il gesto più bello di tutti. Mi hai fatto il regalo più bello di tutti. Quindi, chiunque tu sia, semplicemente grazie. Una bimba che ti deve tanto“. È un video “per ringraziare la persona che mi ha messo al mondo” quello che Maria Elena Lombardo, 24 anni, nata ad Imperia ma residente a Genova, ha pubblicato su TikTok. La ragazza non ha mai conosciuto la sua madre biologica e vorrebbe ritrovarla.

Il video virale su TikTok: “Non so chi sei, ma grazie”

“Non so chi sei, ma grazie”. Maria Elena Lombardo, due occhi azzurri come il cielo, è un a bellissima ragazza che, conoscendo il potere della rete, si è lanciata nella ricerca più importante della sua vita: quella della sua madre biologica, colei che, quasi 25 anni fa, la mise al mondo. Come un messaggio in una bottiglia lanciato nel mare della rete che il suo video su TikTok, per rintracciarla e soprattutto per ringraziarla di quel gesto d’amore incondizionato, diventa subito virale e inizia a rimbalzare dal web ai quotidiani. “Era il 12 dicembre 1997 quando nasco a Imperia – racconta la 24enne genovese –. A gennaio finalmente vengo adottata da una famiglia meravigliosa. La mia mamma e il mio papà mi hanno dato tutto l’amore che un bimbo può desiderare nella vita, e non li ringrazierò mai abbastanza. E per 25 anni cresco felice, viziata, amata”.

La ricerca della verità

Appello TikTok madre biologica
Maria Elena Lombardo ha pubblicato su TikTok un video per ritrovare la madre biologica

Cresce felice, Maria Elena, ma in lei iniziano a nascere tanti interrogativi, “com’è lecito, penso”, dice nel filmato sui social. “Le domande più frequenti erano sicuramente perché, chi, come – continua emozionata, con la voce si incrina – se il giorno del mio compleanno potesse mai rivolgere un pensiero a me, cosa ha pensato per nove mesi con me insieme. Se il mio viso, i miei tratti, i miei lineamenti possano rispecchiarsi nei volti di qualcun altro. Se condivido con qualcuno un fratello o una sorella – prosegue sorridendo –. Domande lecite penso un po’ per tutti”.

La ragazza inizia quindi la sua ricerca, trovando man mano alcune risposte: “Un’infermiera che si ricorda bene di me mi disse che ricorda cos’è successo quel dicembre e si ricorda di una bambina di 15 anni che venne in ospedale di nascosto dai genitori perché appunto ha scoperto di essere incinta”. Ecco le prime tracce della sua mamma, appena adolescente quando scopre di aspettare un figlio e, di nascosto, sicuramente spaventata e spaesata, si reca in ospedale a cercare quell’aiuto che forse, in casa, non avrebbe trovato. “Una bambina di 15 anni alle quale più volte era stato proposto di abortire perché quella era la strada più semplice ma lei ha sempre rifiutato. Una bambina di 15 anni che piuttosto che abortirmi ha deciso di tenere una gravidanza, nascosta per nove mesi fasciandosi la pancia” spiega commossa Lombardo, riportando su TikTok quei ricordi condivisi con lei dall’infermiera. “Una bambina che il giorno del parto disse ai genitori che veniva ricoverata in ospedale per un malore quando in realtà mi stava dando alla luce. So solo questo”.

“Mi hai permesso di vivere una vita meravigliosa”

“Non so il tuo nome, non so chi tu sia, cosa tu faccia, dove tu viva. Non so tante cose di te e ammetto che ci sarebbero tante cose che ti vorrei chiedere, cose di cui ti vorrei parlare, ma capisco anche che magari tu non voglia o non possa, quindi va bene così” afferma la 24enne genovese rivolta a quella donna coraggiosa, a quella mamma che le dette la vita quel dicembre 1997. “Però se per caso stai guardando questo video in questo momento – conclude speranzosa – volevo semplicemente dirti grazie perché mi hai reso la bambina più felice del mondo, mi hai permesso di vivere una vita meravigliosa, fantastica, circondata dall’amore più grande e potente che io possa aver mai ricevuto. Grazie perché hai reso possibile tutto questo, grazie perché anche tu a tua volta mi hai amata e quindi, semplicemente, grazie”.

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Instagram

  • Nino Gennaro cresce in un paese complesso, difficile, famigerato per essere stato il regno del boss Liggio, impegnandosi attivamente in politica; nel 1975 è infatti responsabile dell’organizzazione della prima Festa della Donna, figura tra gli animatori del circolo Placido Rizzotto, presto chiuso e, sempre più emarginato dalla collettività, si trova poi coinvolto direttamente nel caso di una sua amica, percossa dal padre perché lo frequentava e che sporse denuncia contro il genitore, fatto che ebbe grande risonanza sui media. Con lei si trasferì poi a Palermo e qui comincia la sua attività pubblica come scrittore; si tratta di una creatività onnivora, che si confronta in diretta con la cronaca, lasciando però spazio alla definizione di mitologie del corpo e del desiderio, in una dimensione che vuole comunque sempre essere civile, di testimonianza.

Nel 1980 a Palermo si avviano le attività del suo gruppo teatrale “Teatro Madre”, che sceglie una dimensione urbana, andando in scena nei luoghi più diversi e spesso con attori non professionisti (i testi si intitolano “Bocca viziosa”, “La faccia è erotica”, “Il tardo mafioso Impero”), all’inseguimento di un cortocircuito scena/vita. Già il logo della compagnia colpisce l’attenzione: un cuore trafitto da una svastica, che vuole alludere alla pesantezza dei legami familiari, delle tradizioni vissute come gabbia. Le sue attività si inscrivono, quindi, in uno dei periodi più complessi della storia della città siciliana, quando una sequenza di delitti efferati ne sconvolge la quotidianità e Gennaro non è mai venuto meno al suo impegno, fondando nel 1986 il Comitato Cittadino di Informazione e Partecipazione e legandosi al gruppo che gestiva il centro sociale San Saverio, dedicandosi quindi a numerosi progetti sociali fino alla morte per Aids nel 1995.

La sua drammaturgia si alimenta di una poetica del frammento, del remix, con brani che spesso vengono montati in modo diverso rispetto alla loro prima stesura.

Luca Scarlini ✍

#lucenews #lucelanazione #ninogennaro #queer
  • -6 a Sanremo 2023!

Questo Festival ha però un sapore dolceamaro per l
  • Era il 1° febbraio 1945, quando la lotta per la conquista di questo diritto, partita tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, sulla scorta dei movimenti degli altri Paesi europei, raggiunse il suo obiettivo. Con un decreto legislativo, il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi riconobbe il voto alle donne, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi. 

Durante la prima guerra mondiale le donne avevano sostituito al lavoro gli uomini che erano al fronte. La consapevolezza di aver assunto un ruolo ancora più centrale all’interno società oltre che della famiglia, crebbe e con essa la volontà di rivendicare i propri diritti. Già nel 1922 un deputato socialista, Emanuele Modigliani aveva presentato una proposta di legge per il diritto di voto femminile, che però non arrivò a essere discussa, per la Marcia su Roma. Mussolini ammise le donne al voto amministrativo nel 1924, ma per pura propaganda, poiché in seguito all’emanazione delle cosiddette “leggi fascistissime” tra il 1925 ed il 1926, le elezioni comunali vennero, di fatto, soppresse. Bisognerà aspettare la fine della guerra perché l’Italia affronti concretamente la questione.

Costituito il governo di liberazione nazionale, le donne si attivarono per entrare a far parte del corpo elettorale: la prima richiesta dell’ottobre 1944, venne avanzata dalla Commissione per il voto alle donne dell’Unione Donne Italiane (Udi), che si mobilitò per ottenere anche il diritto di eleggibilità (sancito da un successivo decreto datato 10 marzo 1946). Si arrivò così, dopo anni di battaglie per il suffragio universale, al primo febbraio 1945, data storica per l’Italia. Il decreto prevedeva la compilazione di liste elettorali femminili distinte da quelle maschili, ed escludeva però dal diritto le prostitute schedate che esercitavano “il meretricio fuori dei locali autorizzati”.

Le elezioni dell’esordio furono le amministrative tra marzo e aprile del 1946 e l’affluenza femminile superò l’89%. 

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  • La regina del pulito Marie Kondo ha dichiarato di aver “un po’ rinunciato” a riordinare casa dopo la nascita del suo terzo figlio. La 38enne giapponese, considerata una "Dea dell’ordine", con i suoi best seller sull’economia domestica negli ultimi anni ha incitato e sostenuto gli sforzi dei comuni mortali di rimettere in sesto case e armadi all’insegna del cosa “provoca dentro una scintilla di gioia”. Ma l’esperta di decluttering, famosa in tutto il mondo, ha ammesso che con tre figli da accudire, la sua casa è oggi “disordinata”, ma ora il riordino non è più una priorità. 

Da quando è diventata madre di tre bambini, ha dichiarato che il suo stile di vita è cambiato e che la sua attenzione si è spostata dall’organizzazione alla ricerca di modi semplici per rendere felici le abitudini di tutti i giorni: "Fino a oggi sono stata una organizzatrice di professione e ho dunque fatto il mio meglio per tenere in ordine la mia casa tutto il tempo”, e anche se adesso “ci ho rinunciato, il modo in cui trascorro il mio tempo è quello giusto per me in questo momento, in questa fase della mia vita”.

✍ Marianna Grazi 

#lucenews #lucelanazione #mariekondo
"Pubblico questo video solo perché credo nel potere dei social e della condivisione. Magari non arriverà mai a nessuno, però ci provo. Vorrei solo dirti grazie. Nulla di più. Grazie perché sei stata la prima persona al mondo ad avermi amata e che ha compiuto per me il gesto più bello di tutti. Mi hai fatto il regalo più bello di tutti. Quindi, chiunque tu sia, semplicemente grazie. Una bimba che ti deve tanto". È un video "per ringraziare la persona che mi ha messo al mondo" quello che Maria Elena Lombardo, 24 anni, nata ad Imperia ma residente a Genova, ha pubblicato su TikTok. La ragazza non ha mai conosciuto la sua madre biologica e vorrebbe ritrovarla.

Il video virale su TikTok: "Non so chi sei, ma grazie"

"Non so chi sei, ma grazie". Maria Elena Lombardo, due occhi azzurri come il cielo, è un a bellissima ragazza che, conoscendo il potere della rete, si è lanciata nella ricerca più importante della sua vita: quella della sua madre biologica, colei che, quasi 25 anni fa, la mise al mondo. Come un messaggio in una bottiglia lanciato nel mare della rete che il suo video su TikTok, per rintracciarla e soprattutto per ringraziarla di quel gesto d'amore incondizionato, diventa subito virale e inizia a rimbalzare dal web ai quotidiani. "Era il 12 dicembre 1997 quando nasco a Imperia – racconta la 24enne genovese –. A gennaio finalmente vengo adottata da una famiglia meravigliosa. La mia mamma e il mio papà mi hanno dato tutto l'amore che un bimbo può desiderare nella vita, e non li ringrazierò mai abbastanza. E per 25 anni cresco felice, viziata, amata".

La ricerca della verità

Appello TikTok madre biologica
Maria Elena Lombardo ha pubblicato su TikTok un video per ritrovare la madre biologica
Cresce felice, Maria Elena, ma in lei iniziano a nascere tanti interrogativi, "com'è lecito, penso", dice nel filmato sui social. "Le domande più frequenti erano sicuramente perché, chi, come – continua emozionata, con la voce si incrina – se il giorno del mio compleanno potesse mai rivolgere un pensiero a me, cosa ha pensato per nove mesi con me insieme. Se il mio viso, i miei tratti, i miei lineamenti possano rispecchiarsi nei volti di qualcun altro. Se condivido con qualcuno un fratello o una sorella – prosegue sorridendo –. Domande lecite penso un po' per tutti". La ragazza inizia quindi la sua ricerca, trovando man mano alcune risposte: "Un'infermiera che si ricorda bene di me mi disse che ricorda cos'è successo quel dicembre e si ricorda di una bambina di 15 anni che venne in ospedale di nascosto dai genitori perché appunto ha scoperto di essere incinta". Ecco le prime tracce della sua mamma, appena adolescente quando scopre di aspettare un figlio e, di nascosto, sicuramente spaventata e spaesata, si reca in ospedale a cercare quell'aiuto che forse, in casa, non avrebbe trovato. "Una bambina di 15 anni alle quale più volte era stato proposto di abortire perché quella era la strada più semplice ma lei ha sempre rifiutato. Una bambina di 15 anni che piuttosto che abortirmi ha deciso di tenere una gravidanza, nascosta per nove mesi fasciandosi la pancia" spiega commossa Lombardo, riportando su TikTok quei ricordi condivisi con lei dall'infermiera. "Una bambina che il giorno del parto disse ai genitori che veniva ricoverata in ospedale per un malore quando in realtà mi stava dando alla luce. So solo questo".

"Mi hai permesso di vivere una vita meravigliosa"

"Non so il tuo nome, non so chi tu sia, cosa tu faccia, dove tu viva. Non so tante cose di te e ammetto che ci sarebbero tante cose che ti vorrei chiedere, cose di cui ti vorrei parlare, ma capisco anche che magari tu non voglia o non possa, quindi va bene così" afferma la 24enne genovese rivolta a quella donna coraggiosa, a quella mamma che le dette la vita quel dicembre 1997. "Però se per caso stai guardando questo video in questo momento – conclude speranzosa – volevo semplicemente dirti grazie perché mi hai reso la bambina più felice del mondo, mi hai permesso di vivere una vita meravigliosa, fantastica, circondata dall'amore più grande e potente che io possa aver mai ricevuto. Grazie perché hai reso possibile tutto questo, grazie perché anche tu a tua volta mi hai amata e quindi, semplicemente, grazie".
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