Titan, la moglie del pilota discende da due (illustri) vittime del Titanic

Isidor e Ida Straus erano ricchi anziani: hanno ceduto il loro posto sulle scialuppe di salvataggio a bambini e donne. La scena si ritrova anche nel famoso film con Leonardo DiCaprio

di BARBARA BERTI -
22 giugno 2023
La moglie del pilota del Titan è parente di due vittime del Titanic

La moglie del pilota del Titan è parente di due vittime del Titanic

La moglie del pilota del Titan discende di due illustri vittime del Titanic. Mentre sono scadute le 96 ore di ossigeno a disposizione dei 5 passeggeri del Titan, la storia di questo sommergibile scomparso nel Nord Atlantico, si intreccia con quella del Titanic. E non solo perché con quel sommergibile si poteva partire per i tour alla scoperta del relitto del transatlantico britannico affondato nel 1912.

 
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Wendy Rush è la moglie del patron di OceanGate e pilota del sommergibile disperso nel Nord Atlantico Stockton Rush. La donna, attuale direttrice delle comunicazioni di OceanGate, ha sposato Rush nel 1986 e ha partecipato a tre spedizioni sul relitto del noto transatlantico britannico della classe Olympic.

La signora Rush è anche la pronipote di Isidor e Ida Straus, due passeggeri di prima classe che erano a bordo della grande nave quando affondò nel 1912.

Gli Straus erano tra i passeggeri più ricchi del transatlantico, riporta la Bbc: Isidor e suo fratello Nathan erano comproprietari dei grandi magazzini Macy's.

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Isidor e Ida Straus, due passeggeri di prima classe che erano a bordo del Titanic quando affondò nel 1912 (Foto: Instagram Bbc)

I sopravvissuti della tragedia hanno ricordato di aver visto Isidor rifiutare un posto su una scialuppa di salvataggio finché tutte le donne e i bambini non fossero saliti a bordo. Ida, sua moglie da 40 anni, si rifiutò di andare senza il marito.

La cameriera degli Straus, Ellen Bird, è sopravvissuta al naufragio e ha assistito agli ultimi momenti di vita della coppia. Ida le consegnò il suo cappotto, dicendole che non ne aveva più bisogno.

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Isidor e Ida Straus nella versione romanzata del celebre film "Titanic"

Isidor abbracciò la moglie sul ponte del transatlantico, poi una grande onda si abbatté sul lato sinistro del Titanic e li trascinò entrambi in mare. Quella fu l'ultima volta che vennero visti vivi.

Una versione romanzata di questa scena è stata rappresentata nel film "Titanic" del 1997 di James Cameron, con Leonardo DiCaprio, che mostra una coppia abbracciata a letto mentre viene sommersa dall'acqua.

Secondo gli archivi del “New York Times”, il corpo di Isidor fu recuperato in mare circa due settimane dopo il naufragio, mentre i resti di Ida non furono mai ritrovati.

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Leonardo DiCaprio e Kate Winslet nell'iconica scena del film "Titanic"

L’esperienza di un ex passeggero del Titan

Uno dei primi appassionati che si è rivolto ad OceanGate facendo la stessa immersione del sommergibile disperso per vedere il relitto del Titanic, ha definito l'esperienza una “operazione kamikaze”.

Arthur Loibl, avventuriero e uomo d'affari tedesco in pensione di 61 anni, ha raccontato di aver avuto per la prima volta l'idea di vedere il relitto del Titanic durante un viaggio al Polo Sud nel 2016.

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Il sommergibile disperso nel Nord Atlantico (Instagram)

All'epoca una compagnia russa offriva le immersioni per mezzo milione di dollari, ma quando l'anno dopo l'americana OceanGate ha annunciato la propria operazione ha colto al volo l'occasione, pagando 110.000 dollari per un'immersione nel 2019 che, però, è fallita visto che il primo sommergibile non è sopravvissuto ai test.

Due anni dopo ha intrapreso l'impresa con successo insieme al Ceo di OceanGate Stockton Rush, al subacqueo francese ed esperto del Titanic Paul-Henri Nargeolet (entrambi attualmente a bordo del Titan) e a due uomini inglesi.

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Il sommergibile Titan: l’ossigeno è esaurito ma le ricerche continuano (Instagram)

“Immaginate un tubo lungo pochi metri con una lastra di metallo come pavimento. Non si può stare in piedi, non ci si può inginocchiare. Tutti sono seduti vicini o uno sopra l'altro”, ha ricordato.

L’uomo ha anche spiegato che durante la discesa e la salita di 2 ore e mezza le luci sono state spente per risparmiare energia e l'unica illuminazione proveniva da un bastoncino fluorescente. “Ero un po’ ingenuo, guardando indietro è stata una operazione kamikaze” ha ammesso.

Ventimila leghe sotto i mari

Il lieto fine di "Ventimila leghe sotto i mari", l'epopea del Nautilus di Capitan Nemo raccontata da Julius Verne, appartiene alla fantascienza.

Purtroppo, molte volte la scomparsa di sommergibili e sottomarini ha avuto epiloghi drammatici, come accaduto anche recentemente con il russo Kursk in Russia e il San Juan argentino.

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Una scena di "Ventimila leghe sotti i mari", film del 1954 diretto da Richard Fleischer e prodotto da Walt Disney

La storia dimostra che quasi nessuno si è mai salvato da un sottomarino affondato: i casi di salvataggio sono molto pochi, nessuno alle profondità in cui si teme sia sceso il Titan.

Il salvataggio alle profondità maggiore mai effettuato è stato quello di due ex piloti della Marina Usa, nel settembre 1973.

I due usavano un piccolo sommergibile, il Pisces III, per piazzare i cavi telefonici sui fondali ma a un certo punto il batiscafo sprofondò a quasi 500 metri sott'acqua.

Per due giorni le squadre di soccorso lavorarono senza sosta e quando furono salvati mancavano appena 12 minuti all'esaurimento dell'ossigeno.

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Il sommergibile Titan (Ansa)

I drammi negli abissi

Dalla Seconda guerra mondiale a oggi, la storia, è piena di tragedie negli abissi. Ecco le principali.

Nel 1963 il sottomarino Usa a propulsione nucleare Thresher con 129 uomini a bordo si inabissa durante un'esercitazione a sud-est di Cape Cod, in Massachusetts. La causa probabile un problema elettrico che avrebbe impedito al mezzo di fermare l'immersione rapida che stava eseguendo.

Nel 1968 il sottomarino d'attacco statunitense Scorpion scompare a maggio nell'Oceano Atlantico con 99 persone a bordo.

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Il sottomarino Ara San Juan nel 2017

Il relitto sarà ritrovato solo qualche mese dopo, a ottobre, a sud-ovest delle Azzorre ma le cause del disastro restano un mistero: dal missile partito per errore che sarebbe tornato indietro alla collisione con un sottomarino russo.

Nel 2000 il sommergibile K-141 Kursk, tra i più moderni della Marina russa, si inabissa a causa di due esplosioni durante un'esercitazione nel Mare di Barents.

E' il più grande incidente della storia navale russa, in cui muoiono 118 uomini. Dal recupero del relitto si scoprì che 23 membri dell'equipaggio erano sopravvissuti alle esplosioni e morirono soffocati.

Il fatto più recente è del 2017. Il sottomarino argentino Ara San Juan scompare nel novembre con 44 persone a bordo. Il relitto sarà ritrovato l'anno successivo a una profondità di 900 metri.