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"Mia figlia morta, io paralizzata”: sopravvivere a un incidente, la forza di Maike

Parla la donna che, insieme al compagno, rimase gravemente ferita nella tragedia di Mestre, dove un bus carico di turisti precipitò da un cavalcavia

4 aprile 2024
I vigili del fuoco attorno al pullman precipitato

I vigili del fuoco attorno al pullman precipitato

Mestre, 4 aprile 2024 – “Charlotte ora è il mio angelo”. Sopravvivere a un incidente gravissimo, riuscire a trovare la forza per andare avanti, pur sapendo di non poter più camminare e dopo aver avuto la notizia più tragica: la morte della propria figlioletta. 

Maike Annabel Frommherz, 27 anni, tedesca, racconta in una intervista al Corriere della Sera tutte le ferite dell’anima e fisiche nella tragedia che accadde a Mestre il 3 ottobre 2023, quando un bus carico di turisti precipitò da un cavalcavia.

Una vicenda che colpì l’Italia e in cui rimasero coinvolti anche diversi bambini. Il bilancio è di 22 morti e 15 feriti. Tra le vittime anche la piccola Charlotte, sua figlia, avuta insieme al marito Nico Volkmann, 28 anni. Charlotte aveva un anno e mezzo. Non ebbe scampo in quell’inferno di lamiere. Un bilancio che si è aggravato nelle ultime ore, essendo deceduta dopo sei mesi una turista spagnola che ha lottato per lunghe settimane all’ospedale di Padova a causa delle gravissime ustioni riportate. 

Maike Frommherz con il marito Niko Volkmann e la piccola Charlotte poco dopo la nascita della piccola
Maike Frommherz con il marito Niko Volkmann e la piccola Charlotte poco dopo la nascita della piccola

La storia di Maike è una storia di coraggio e di sopravvivenza. Pur in mezzo al calvario di questi mesi, al coma, ai ricoveri negli ospedali per tornare alla vita. “Rimarrò paralizzata, così hanno detto i medici”, racconta Maike. 

Su quel bus che stava riportanto i turisti ai campeggi dopo una giornata trascorsa a Venezia c’era allegria in un giorno di vacanza e spensieratezza. L’inchiesta sull’incidente è molto difficile. Perché il bus cadde dal cavalcavia? Perché l’autista perse il controllo del mezzo? I guard rail che crollarono sotto il peso del bus erano sicuri? Molte le domande a cui la procura sta cercando di rispondere. 

Maike Annabel Frommherz in queste settimane di dolore ha cercato di sopravvivere al lutto più grande, quello della morte di un figlio. “La mia bambina ha deciso che sarei dovuta restare accanto al mio papà e ha fatto in modo che non morissi”, dice. E sopravvivere diventa una lotta quotidiana: “Ho avuto un attacco di panico la prima volta che ho visto un pullman dopo l’incidente”. Il ricordo della vacanza a Venezia poco prima della tragedia è ancora vivo. C’è la piccola divertita e felice di visitare Venezia, ci sono i sorrisi e la spensieratezza. Poi il buio dell’incidente. “Fin da quando è nata Charlotte abbiamo voluto viaggiare molto”, dice la coppia al quotidiano tedesco Badische Zeitung. 

Adesso Maike è in Germania e la lotta per guarire è ancora lunga. Riportò danni molto gravi. E’ sopravvissuta a un arresto cardiaco avvenuto nei momenti dell’incidente. Maike, nella vita, è una fotografa professionista, specializzata in ritratti di famiglia e in foto di maternità. Per lei fu messa in piedi una grande iniziativa di solidarietà, per raccogliere soldi destinati alle lunghe cure. Niente potrà restituirle la piccola Charlotte. Ma la vicinanza della gente è stata tanta. Sopravvivere insieme al marito nel ricordo della figlia è ora la sua più grande sfida.