Vacanza inclusiva? Non sia più un sogno. Vitali: "Serve cambiare mentalità"

Già portavoce del Comitato promozione e turismo accessibile, si definisce in primis un turista e non solo una persona disabile. E per cambiare le cose? "Bisogna concepire l'accessibilità a 360 gradi"

di LOREDANA DEL NINNO -
3 agosto 2023
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Agosto è il mese tradizionalmente dedicato alle vacanze. Scegliere il luogo dove trascorrere la pausa estiva può diventare per le persone con disabilità un’impresa molto ardua. "Ci sono ancora troppe barriere fisiche e culturali da abbattere per consentire a tutti di accedere alle vacanze con la stessa facilità - afferma Roberto Vitali, già portavoce del Comitato promozione e turismo accessibile –. Un tema delicato, che interessa di fatto molti più soggetti di quelli considerati dalle stime perché, come sottolinea l’Oms, la disabilità è una condizione che tutti sono destinati a provare nella vita, anche soltanto per brevi periodi.
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Roberto Vitali con Marcello Masi, conduttore della trasmissione "Camper" su Rai Uno

Si pensi, ad esempio, ai postumi di un intervento chirurgico, alle condizioni di salute temporaneamente limitanti, alle conseguenze di un infortunio o semplicemente all'invecchiamento. Solo in quei momenti si comprende fino in fondo le difficoltà di chi invece fa i conti tutti i giorni con i disagi che ne derivano”.

La ricetta per una vacanza inclusiva

Qual è, a suo avviso, il problema più rilevante? "La prima criticità riguarda la possibilità di reperire informazioni affidabili sui luoghi e le dotazioni e sugli ausili presenti nei vari luoghi di vacanza. Informazioni spesso poco chiare e troppo generiche. Le esigenze di chi ha una disabilità purtroppo non sono standardizzabili: c’è grande differenza, ad esempio, tra le necessità di chi usa una carrozzina elettrica o manuale. Chi deve scegliere ha bisogno di comprendere molto bene quale situazione si troverà di fronte giunto sul posto".
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Una spiaggia accessibile anche da persone in carrozzina o con problemi di mobilità

Da dove partire? "Occorre cambiare mentalità. Adeguare le strutture rispettando le norme, che pure esistono, non è sufficiente. L’accessibilità va ripensata e concepita a 360 gradi: è inutile rendere una spiaggia idonea se gli alberghi, i villaggi o i campeggi del circondario non offrono le condizioni per poter soggiornare con agio. E sottolineo che su oltre 7000 stabilimenti balneari distribuiti sulla Penisola ben pochi rispondono a tali requisiti. Insomma, serve uno sforzo comune". Questo sforzo è al centro della sua missione "Nel 2008 è nato Village for All, un network per aiutare le persone con esigenze di accessibilità a trovare la vacanza. Sul nostro sito sono disponibili numerose informazioni, fruibili anche in inglese, che permettono alle persone con disabilità di scegliere dove recarsi. Forniamo anche consulenze alle strutture. Tra i primi a cui abbiamo fornito consigli utili sull'ospitalità accessibile c’è il camping Union Lido di Cavallino Treporti (Venezia, ndr), premiato nel 2021 come migliore struttura per l’accessibilità e attenzione al cambiamento demografico, da sempre sensibile al problema. Uno splendido modello di vacanza inclusiva: dalle spiagge alle unità abitative prive di barriere architettoniche, alle piscine attrezzate con sollevatore per consentire l' accesso a tutti, alla palestra anche con macchine utilizzabili da persone con disabilità motoria direttamente dalla propria carrozzina. Quando l’accessibilità funziona davvero, non si nota, diventa trasparente ed è fruibile da tutti. Tant'è che a Union Lido molte famiglie scelgono di soggiornare nelle casette con lo scivolo che semplificano la vita alle mamme che utilizzano i passeggini per i loro bambini!".
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Una piscina con il sollevatore per permettere anche a persone con disabilità di fare il bagno

Altro aspetto importante è la formazione del personale "Sapersi relazionare e rispondere in maniera adeguata alle esigenze delle persone con disabilità è fondamentale. Cito ancora Union Lido dove i dipendenti, gli addetti alle piscine e alla spiaggia, ai ristoranti, alla palestra, alla reception seguono una preparazione specifica". Lei sperimenta in prima persona il disagio di vivere in carrozzina. In vacanza cosa la infastidisce di più? "Mi sento prima di tutto un turista, quindi mi innervosisce molto chi mi tratta soltanto come un disabile e mi vende il rispetto delle norme sulla accessibilità come se si trattasse di un prodotto. Altra cosa che mi irrita non poco è andare al ristorante e sentire il cameriere invitare mia moglie a fare le ordinazioni anche per me. Questi atteggiamenti sono un indicatore chiaro del fatto che non sono considerato un ospite che ha diritto alla qualità, come tutti".
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Il camping Union Lido di Cavallino Treporti è un esempio di struttura a misura di persone con disabilità

Il business del turismo accessibile è in grande crescita "Assolutamente. Vale fino al 20% del pil turistico generale. Gli imprenditori dovrebbero investire in questa direzione non soltanto per una questione di attenzione e sensibilità al problema. Gli ultimi dati Ue parlano di oltre 130 milioni di persone con disabilità in Europa. Senza considerare il cambiamento demografico che prospetta una popolazione sempre più anziana e, quindi, con maggiori esigenze di accessibilità".