Vacanze inaccessibili per i disabili: bandiera lilla solo per 45 su 7.904 Comuni italiani

L’Istat stima un aumento del numero di viaggiatori con disabilità del 70% entro il 2035, a patto che le esperienze di turismo e tempo libero diventino sempre più inclusive

di MARIANNA GRAZI
4 agosto 2022
Accessibilità turistica

Accessibilità turistica

Per oltre 3 milioni e 150mila italiani che convivono con una qualche forma di disabilità le vacanze sono inaccessibili, o quasi. Sono solo 45 su 7.904 (lo 0,57%) i Comuni italiani, in 15 Regioni, che si possono fregiare del titolo di Bandiera Lilla. Il riconoscimento viene assegnato ogni anno dalla società cooperativa sociale omonima, con il supporto della Consulta della Regione Liguria, a quelle realtà che lavorano costantemente per migliorare la propria accessibilità turistica

Aumenta il numero di persone che ha bisogno di assistenza, cresce la quota del turismo accessibile

A causa dell’invecchiamento, dei cambiamenti sociodemografici e dei problemi di salute il numero di utenti del turismo accessibile è in costante aumento e già oggi, come svelato da Majid Al-Usaimi, presidente del Comitato Paralimpico Asiatico e membro del comitato Paralimpico Internazionale, rappresenta il 15% nel mercato turistico globale. Secondo le recenti stime dell'Oms, tra il 10-15% della popolazione mondiale ha un qualche tipo di bisogno di assistenza e la quota di coloro che necessitano di dispositivi di assistenza (sedia a rotelle, tecnologie della comunicazione) raddoppierà, entro il 2050, da 1 miliardo a 2 miliardi di persone. L’Istat invece stima un aumento del 70% entro il 2035 dei viaggiatori con disabilità, a patto che le esperienze di turismo e tempo libero diventino sempre più accessibili e inclusive. Un mercato da potenziale 'd'oro' secondo uno studio dell'Università del Surrey, che stima le entrate possibili intorno agli 80 miliardi di euro

Le spese per i viaggiatori con disabilità e i servizi richiesti

Turismo Accessibile

Turismo accessibile: per l'Istat entro il 2035 ci sarà un aumento del 70% dei viaggiatori con disabilità

I viaggiatori con disabilità sono, innanzitutto, persone con una forte capacità di spesa, anche perché in media una vacanza per loro costa da due a quattro volte di più rispetto agli altri. Le spese riguardano, in genere,  alloggi a prezzi più alti per esigenze di spazio, igiene e accesso, raggiunti spendendo di più per i viaggi (in aerei e treni è necessario spazio extra), per il noleggio di veicoli (più grandi) e per i servizi di trasporto. I servizi che vengono offerti devono essere progettati per concentrarsi sulle persone la cui mobilità, vista, capacità uditiva, forza e salute mentale sono in declino. Ad esempio, la crociera è diventata una delle opzioni preferite da famiglie, coppie e anziani in particolare, ma se anche un solo membro del gruppo è in sedia a rotelle, è necessario un mezzo di trasporto attrezzato per permettergli di spostarsi dal porto alle attrazioni a terra, rischiando altrimenti di perdere potenziali introiti. Allo stesso modo, le persone anziane con difficoltà motorie possono richiedere una guida o personale addestrato, che conosce i percorsi giusti per ridurre al minimo le loro difficoltà di deambulazione. Altri elementi di servizio a misura delle persone con bisogni e necessità specifiche possono includere la disponibilità di assistenza infermieristica, procedure mediche come la dialisi renale, l'ossigeno o avere accesso alle informazioni sugli ospedali, i medici o i fisioterapisti più vicini al luogo di villeggiatura. 

Le perdite nel settore del turismo (in)accessibile

Nelle destinazioni e nei mercati in cui l'accessibilità è insufficiente, le prestazioni del mercato sono inferiori del 25-35% rispetto alle aspettative. In Germania, ad esempio, il 37% delle persone con disabilità ha deciso di non intraprendere un viaggio a causa della mancanza di strutture accessibili sebbene il 48% viaggerebbe più frequentemente se queste fossero disponibili e il 60% sarebbe disposto a pagare un prezzo più alto per il loro utilizzo. Addirittura, come spiegato da Annagrazia Laura, presidente dello European Network for Accessible Tourism (ENAT) nel suo intervento durante il Dubai Accessible Tourism International Summit 2022, la mancanza di strutture e servizi adeguati fa sì che l'economia globale del turismo perda, ogni anno, circa 142 miliardi di euro e 3,4 milioni di posti di lavoro. 

Accessibilità vuol dire migliorare la qualità delle vita delle persone

Antonella Celano

Antonella Celano, presidente Apmarr

“L'accessibilità nel turismo può e deve essere un motore per migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità nei Paesi a forte vocazione turistica, dato che gli sforzi vanno a beneficio della società nel suo complesso – afferma Antonella Celano, presidente di APMARR, Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare, che difende i diritti degli oltre 5,5 milioni di pazienti –. Per riuscire a migliorare le pratiche di accessibilità, eliminando le principali barriere strutturali (servizi di prenotazione e trasporto, strutture ricettive, comunicazione) e sociali (mancanza di formazione delle imprese e degli operatori del settore turistico e di consapevolezza circa le tematiche dell'accessibilità) occorre pensare a una partecipazione attiva e diretta delle persone con disabilità nella stesura di protocolli internazionali standard che siano in grado di garantire lo stesso livello di accessibilità e qualità del servizio. [...] Il turismo accessibile non è solo riadattare un bagno a norma di legge – aggiunge –. Il mondo dell'ospitalità è molto di più e significa accogliere le persone, farle sentire a loro agio e farle stare bene. [...] La disabilità non deve infatti essere vissuta come una privazione della propria libertà personale e soprattutto durante le vacanze è importante vivere normalmente, con spensieratezza e allegria, vivendole con il sorriso e godendosi il relax, proprio come fanno tutti”.