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L'odio come l'amore è un sentimento. C'è un vecchio detto che dice: al cuore non si comanda. E per quanto io possa essere una brava persona, se provo un sentimento di odio non posso fare nulla per vietarlo". Così il generale
Roberto Vannacci, a Lucca, durante l'ennesima presentazione del suo libro
"Il mondo al contrario". L'odio è un sentimento, come l'amore. Certo. Peccato, però, che le conseguenze dell'uno e dell'altro siano decisamente diverse. Sono emblematici gli ultimi casi di
aggressioni omofobe, per esempio, che di certo non saranno nate da un sentimento di amore. È per questo, forse è bene ricordarlo, che l'incitamento all'odio è un reato, a differenza dell'incitamento all'amore, che nella nostra società verrebbe come minimo percepito come un delirio da "figli dei fiori". Ma Vannacci questo lo sa bene e infatti subito dopo ha aggiunto: "
Quello che è importante è che questo sentimento (l'odio ndr) non si trasformi in azione, a quel punto c'è l'atto delinquenziale e quindi la repressione. Ma come faccio a impedire un sentimento, metto un lucchetto al cuore?".
Vannacci contestato a Lucca
Mentre lui firmava copie e concedeva selfie a chi ormai lo inneggia a “salvatore della Patria“ (della famiglia e dell’etnia), fuori la sala dove si stava tenendo la presentazione, tenuti a debita distanza dalle forze dell'ordine, c’era chi lo contestava a gran voce, ma senza creare disordini.
Roberto Vannacci, diventato all’improvviso il generale più popolare dei nostri tempi, era a Lucca per presentare il suo - tanto discusso - libro
“Il mondo al contrario“. Un mondo che lui, così come altri, dice di non riconoscere più. A suo avviso capovolto dal “pianeta Lgbtq“ dall’ambientalismo, dall’animalismo e da una società multietnica (per citare alcuni capitoli). Quindi minato alle fondamenta: la casa, la famiglia, la Patria.
Qual è il mondo dritto per il generale?
Ma qual è, per il generale, un mondo dritto? "Prendiamo l'ambientalismo - ha fatto qualche esempio - in un mondo non al contrario si agirebbe senza imporre le idee della minoranza alla maggioranza. I teppisti di ultima generazione, invece, ci fanno vivere nel ricatto. E a che titolo? Perché domani ci sarà l'Armageddon climatico? Lo pensano loro, la maggioranza non lo pensa". Anche se schiere di scienziati e pagine di studi e ricerche potrebbero confutare questa teoria. Oppure, la multiculturalità. "Il mondo dritto - continua Vannacci - non è quello razzista, ma quello in cui si ammette il fallimento della società multiculturale, che non è quella multietnica. L'ideologia di oggi prevede che in una stessa nazione, persone con culture diverse, debbano fare riferimento a ideali diversi e questo è strano. Una nazione è definita da ideali e principi. Questo vuol dire che, a prescindere dalla propria cultura, se si appartiene a una nazione, ci si deve allineare ai principi di quella nazione". E giù di applausi scroscianti da parte di una platea, per ovvi motivi, di parte (dalla sua). Ma Vannacci, sicuro di ciò che professa, è pronto a giurare che chi lo contesta non ha compreso bene quello che voleva dire, o non ha proprio letto quelle pagine.
Roberto Vannacci a Lucca per presentare il libro (foto Alcide)
"Chi mi contesta è perché non lo ha letto o non lo ha capito - ha voluto precisare - Mi hanno dato etichette di ogni tipo, che non mi appartengono". Anche da quella di “fascista“, urlata dai contestatori all’esterno, lui prende le distanze, quantomeno dal termine, e replica furbamente: "Non sono uno storico, il fascismo appartiene alla storia". Il fascismo non esisterà anche più in Italia, nonostante qualche braccio destro alzato qua e la, ma si può dire lo stesso dei suoi principi, ideali, del pensiero e dell'atteggiamento? Ad ogni modo, l'etichetta che potrebbe accettare è quella di “studioso della lingua“ visto che molto ha dibattuto, ieri e all’interno del suo elaborato, di “normalità“.
Il concetto di "normalità"
C'è un passaggio del libro in cui scrive:
"Cari omosessuali, normali non lo siete, fatevene una ragione! Non solo ve lo dimostra la Natura, che a tutti gli esseri sani “normali” concede di riprodursi, ma lo dimostra la società: rappresentate una ristrettissima minoranza del mondo". Parole che a qualcuno potrebbero suonare offensive, ma che Vannacci, anche con una certa nonchalance, spiega così: "
Da quando dire anormale è un’offesa? - si è chiesto - cos’è normale? Ho letto sei vocabolari e la definizione che danno è la stessa. Non è normale ciò che non è consuetudinario, che non rientra in ciò che fa la maggioranza". Al di là dei contenuti, la riflessione da fare forse è un'altra. Alla luce anche di quelli che ieri sera lo applaudivano.
Presentazione del libro di Vannacci a Lucca (Alcide)
Uno scatto durante la presentazione del libro
Di che maggioranza si parla?
Esattamente a
quale maggioranza si riferisce il generale? Mettiamo da parte quella politica, sia perché il generale ha fortemente sostenuto più volte di non essere spinto da fini propagandistici, sia perché la maggioranza elettorale non rispecchia appieno la vicinanza a un'idea. Si sa che la scelta di voto si porta dietro tante dinamiche e tanti tipi di sentimenti e di risentimenti.
Il concetto di maggioranza è relativo: dipende dal luogo in cui ci si trova, dalla circostanza, dalla possibilità (non tutti hanno gli stessi strumenti per esprimersi). Vannacci era in maggioranza in quella sala a Lucca, di fronte ai suoi lettori, ma sarebbe stato in minoranza fuori, in mezzo al corteo. "La maggioranza di cui parlo è quella che vedo io, in base all'interesse che il mio libro ha suscitato - ha risposto Vannacci alla domanda - il numero di copie vendute mi dà ragione". Ora, ammettiamo pure (e non sarà così) che tutti quelli che hanno comprato il libro lo abbiano fatto perché sono d'accordo con lui. Le copie vendute sono calcolabili, indubbiamente. Ma, al contrario, non tutti quelli che non la pensano come lui sono scesi in piazza a manifestare o hanno scritto articoli di critica. Come si contano quelli? Un dato oggettivo, però, è che ieri sera a Lucca
saranno stati in 200 ad applaudirlo e altrettanti (dati della Questura) a contestarlo. Almeno ieri, quindi, è finita in pareggio.
Con una differenza, emblematica, l’età. Dentro la media era di 50 anni, anche qualcosa in più. Fuori erano per la stragrande maggioranza giovani e giovanissimi. Il mondo al “contrario“ che vede Vannacci e chi come lui, non sarà forse figlio di un punto di vista diverso? Frutto di un cambio generazionale che qualcuno spinge, mentre altri allontanano?