
Pres libro Vannucci
"L'odio come l'amore è un sentimento. C'è un vecchio detto che dice: al cuore non si comanda. E per quanto io possa essere una brava persona, se provo un sentimento di odio non posso fare nulla per vietarlo". Così il generale Roberto Vannacci, a Lucca, durante l'ennesima presentazione del suo libro "Il mondo al contrario". L'odio è un sentimento, come l'amore. Certo. Peccato, però, che le conseguenze dell'uno e dell'altro siano decisamente diverse. Sono emblematici gli ultimi casi di aggressioni omofobe, per esempio, che di certo non saranno nate da un sentimento di amore. È per questo, forse è bene ricordarlo, che l'incitamento all'odio è un reato, a differenza dell'incitamento all'amore, che nella nostra società verrebbe come minimo percepito come un delirio da "figli dei fiori". Ma Vannacci questo lo sa bene e infatti subito dopo ha aggiunto: "Quello che è importante è che questo sentimento (l'odio ndr) non si trasformi in azione, a quel punto c'è l'atto delinquenziale e quindi la repressione. Ma come faccio a impedire un sentimento, metto un lucchetto al cuore?".
"Chi mi contesta è perché non lo ha letto o non lo ha capito - ha voluto precisare - Mi hanno dato etichette di ogni tipo, che non mi appartengono". Anche da quella di “fascista“, urlata dai contestatori all’esterno, lui prende le distanze, quantomeno dal termine, e replica furbamente: "Non sono uno storico, il fascismo appartiene alla storia". Il fascismo non esisterà anche più in Italia, nonostante qualche braccio destro alzato qua e la, ma si può dire lo stesso dei suoi principi, ideali, del pensiero e dell'atteggiamento? Ad ogni modo, l'etichetta che potrebbe accettare è quella di “studioso della lingua“ visto che molto ha dibattuto, ieri e all’interno del suo elaborato, di “normalità“.
Uno scatto durante la presentazione del libro
Vannacci contestato a Lucca
Mentre lui firmava copie e concedeva selfie a chi ormai lo inneggia a “salvatore della Patria“ (della famiglia e dell’etnia), fuori la sala dove si stava tenendo la presentazione, tenuti a debita distanza dalle forze dell'ordine, c’era chi lo contestava a gran voce, ma senza creare disordini. Roberto Vannacci, diventato all’improvviso il generale più popolare dei nostri tempi, era a Lucca per presentare il suo - tanto discusso - libro “Il mondo al contrario“. Un mondo che lui, così come altri, dice di non riconoscere più. A suo avviso capovolto dal “pianeta Lgbtq“ dall’ambientalismo, dall’animalismo e da una società multietnica (per citare alcuni capitoli). Quindi minato alle fondamenta: la casa, la famiglia, la Patria.Qual è il mondo dritto per il generale?
Ma qual è, per il generale, un mondo dritto? "Prendiamo l'ambientalismo - ha fatto qualche esempio - in un mondo non al contrario si agirebbe senza imporre le idee della minoranza alla maggioranza. I teppisti di ultima generazione, invece, ci fanno vivere nel ricatto. E a che titolo? Perché domani ci sarà l'Armageddon climatico? Lo pensano loro, la maggioranza non lo pensa". Anche se schiere di scienziati e pagine di studi e ricerche potrebbero confutare questa teoria. Oppure, la multiculturalità. "Il mondo dritto - continua Vannacci - non è quello razzista, ma quello in cui si ammette il fallimento della società multiculturale, che non è quella multietnica. L'ideologia di oggi prevede che in una stessa nazione, persone con culture diverse, debbano fare riferimento a ideali diversi e questo è strano. Una nazione è definita da ideali e principi. Questo vuol dire che, a prescindere dalla propria cultura, se si appartiene a una nazione, ci si deve allineare ai principi di quella nazione". E giù di applausi scroscianti da parte di una platea, per ovvi motivi, di parte (dalla sua). Ma Vannacci, sicuro di ciò che professa, è pronto a giurare che chi lo contesta non ha compreso bene quello che voleva dire, o non ha proprio letto quelle pagine.
Roberto Vannacci a Lucca per presentare il libro (foto Alcide)
Il concetto di "normalità"
C'è un passaggio del libro in cui scrive: "Cari omosessuali, normali non lo siete, fatevene una ragione! Non solo ve lo dimostra la Natura, che a tutti gli esseri sani “normali” concede di riprodursi, ma lo dimostra la società: rappresentate una ristrettissima minoranza del mondo". Parole che a qualcuno potrebbero suonare offensive, ma che Vannacci, anche con una certa nonchalance, spiega così: "Da quando dire anormale è un’offesa? - si è chiesto - cos’è normale? Ho letto sei vocabolari e la definizione che danno è la stessa. Non è normale ciò che non è consuetudinario, che non rientra in ciò che fa la maggioranza". Al di là dei contenuti, la riflessione da fare forse è un'altra. Alla luce anche di quelli che ieri sera lo applaudivano.
Presentazione del libro di Vannacci a Lucca (Alcide)