Famiglie sulla Via degli Dei per i 25 anni della Fondazione Ronald McDonald

Da Bologna a Firenze con le famiglie accolte dalla Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald. Ogni passo ha rappresentato una sfida, un gesto d'amore e un invito a non lasciare mai nessuno indietro

di MARGHERITA AMBROGETTI DAMIANI
24 ottobre 2024

Dal 9 al 14 ottobre, un gruppo di 130 persone ha intrapreso un viaggio straordinario, fatto di emozioni profonde e riflessioni toccanti, percorrendo la Via degli Dei, il suggestivo sentiero che unisce Bologna a Firenze. Non si è trattato solo di una camminata tra paesaggi mozzafiato, ma di un vero e proprio cammino interiore, una potente metafora della battaglia che affrontano quotidianamente le famiglie accolte dalla Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald.

Zaino in spalla, con il cuore colmo di speranze e incertezze, uomini e donne hanno iniziato questo percorso, trovandosi immersi nella bellezza della natura e allo stesso tempo nel silenzio dei propri pensieri. Ogni passo è stato un richiamo alle sfide che tante famiglie si trovano ad affrontare quando la malattia di un figlio sconvolge la quotidianità, spezzando certezze e imponendo nuove priorità. Gli ostacoli, le strade sterrate, il sole caldo e il vento fresco: tutto ha assunto un significato più grande, è stato il riflesso delle difficoltà, delle fatiche, ma anche della resistenza e della forza interiore che ognuno trova quando la vita sembra vacillare.

Il cammino della speranza _ 2
Il cammino della speranza _ 2

Il viaggio è stato organizzato per celebrare i 25 anni di impegno della Fondazione Ronald McDonald in Italia, un anniversario che ha dato vita a un’iniziativa simbolica e profonda, realizzata con il supporto di Appennino Slow, un compagno di viaggio prezioso, che, tappa dopo tappa, ha accompagnato i gruppi verso la destinazione. Attraversando paesaggi che raccontano la storia e l’anima del nostro Paese, da Sasso Marconi a Monzuno, da Monte di Fo' fino a Firenze, ogni tappa è stata un’occasione per fermarsi e riflettere. Non si è trattato solo di ammirare le bellezze naturali, ma di rendere omaggio a tutte le storie di vita che si intrecciano attorno alla missione della Fondazione. Ogni luogo, ogni pausa, ha rappresentato un momento per ricordare che dietro ogni famiglia accolta c'è un viaggio personale, spesso pieno di sofferenza, ma anche di resilienza e amore incondizionato.

La conclusione del cammino, giunta a Firenze, ha avuto un significato speciale: è stata dedicata a Claudia Fiaschi, una figura che ha lasciato un segno profondo nel terzo settore e nella comunità, una donna che ha saputo dare un contributo straordinario a chi affronta momenti difficili. Il suo impegno, la sua dedizione alle famiglie in difficoltà, rimangono un esempio luminoso di solidarietà e amore verso il prossimo. Questo cammino è diventato molto di più che un semplice evento: si è trasformato in un simbolo di unità, un modo per costruire legami autentici e accrescere la consapevolezza sul valore inestimabile della condivisione. Le parole della direttrice generale della Fondazione, Maria Chiara Roti, risuonano con una forza che tocca il cuore: "Non si è trattato solo di camminare da un luogo all'altro, ma di portare con noi, passo dopo passo, il peso delle difficoltà affrontate dalle famiglie. Ogni passo è stato un atto di fatica, resistenza, di speranza di arrivare alla meta. È stato un modo per ricordare che, sebbene il cammino possa essere duro, non siamo mai soli. Nel lavoro di solito si usa dire “ci ho messo l’anima” che è già molto, noi ci abbiamo messo il corpo, i nostri piedi.”

Il cammino della speranza _ 1
Il cammino della speranza _ 1

Le Case Ronald, distribuite in diverse città italiane, sono rifugi di amore e speranza, luoghi dove le famiglie possono trovare un sostegno vitale mentre i loro figli ricevono cure mediche. In 25 anni, la Fondazione ha costruito una rete di accoglienza che non solo offre un tetto, ma rappresenta una fonte di conforto e solidarietà. Ed è proprio questa rete di sostegno che è stata celebrata durante il cammino sulla Via degli Dei, ribadendo l'importanza di stare insieme, di sostenersi a vicenda, di non lasciare mai nessuno indietro.

Con questo animo, la direttrice Maria Chiara Roti ha lanciato un messaggio di speranza e un invito alla comunità: "Il nostro cammino è un ponte da una Casa all’altra. Abbiamo attraversato l’Appennino, la spina dorsale del nostro Paese. E’ stato un modo per stare insieme, nella natura, conoscerci profondamente, creare legami, nuove idee. Siamo arrivati a Firenze più uniti che mai, con nuovi amici e volontari che si sono aggregati nell’ultima tappa, quella dedicata a Claudia Fiaschi, paladina del terzo settore in Italia, che non c’è più. Abbiamo voluto ricordare la sua amicizia e il suo impegno con un gesto umano e concreto. Il cammino non finisce qui. Il prossimo anno ripartiremo alla volta di Roma.”

In un Paese ricco di bellezze naturali e culturali, il cammino ha ricordato a tutti i partecipanti che la bellezza più grande è quella di un cuore che sa accogliere e aiutare. Un cuore che sa amare e che, come le famiglie accolte dalla Fondazione, non smette mai di lottare. I venticinque anni di attività della Fondazione non rappresentano solo una storia di sostegno concreto, ma anche una testimonianza di come, nei momenti più bui, si possa sempre trovare una mano tesa. Una storia destinata ad arrivare lontano.