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Le 'fate' di Özpetek arrivano in tv: "Racconto le varie declinazioni dell'amore, senza limiti"

di GIOVANNI BOGANI -
12 febbraio 2022
FateIgnoranticover - Ferzan Ozpetek

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Finalmente. Disney+ diffonde le prime immagini della serie Le fate ignoranti, dal 13 aprile in esclusiva sulla piattaforma streaming. Mina interpreterà la sigla della serie, con il brano originale Buttare l’amore, anticipato durante la seconda serata del festival di Sanremo. La serie, otto episodi, espande le storie che avevano conquistato il pubblico di tutto il mondo quando il film Le fate ignoranti uscì, dapprima in concorso al festival di Berlino, e poi in Italia. Dove fu celebrato con quattro Nastri d’argento, tre Globi d’oro e quattro Ciak d’oro, oltre al premio come miglior regista a Ferzan Ozpetek al festival di San Sebastian, uno dei più importanti d’Europa. E al premio come miglior film al New York Lesbian and Gay film festival.
Il regista, sceneggiatore e scrittore turco Ferzan Özpetek, 63 anni

Il regista, sceneggiatore e scrittore turco Ferzan Özpetek, 63 anni

Ma soprattutto, è stato il pubblico a stringersi attorno al film, ad amare la sua storia, il modo che ha il film di raccontare varie declinazioni dell’amore. Sempre con uguale attenzione, affetto, partecipazione. Legami di amicizia, legami omosessuali, una donna transessuale, un uomo bisessuale: una sorta di famiglia allargata che abita nella mansarda di un edificio popolare a Roma Ostiense.
Il regista Ferzan Özpetek con Margerita Buy, protagonista del film "Le fate ignoranti" (2001)

Il regista Ferzan Özpetek con Margerita Buy, protagonista del film "Le fate ignoranti" (2001)

Un modo rivoluzionario, all’epoca, di intendere la vita, lo stare insieme, il condividere i sentimenti e le spaghettate. All’epoca, 2001, nel film si parlava anche di Aids, con il personaggio di Gabriel Garko malato terminale. Il resto, cioè quello che sarà nella serie, lo chiediamo a Ferzan Ozpetek. Regista di origine turca, ma ormai stabilmente 'romano'. Forse il più bravo di tutti a raccontare, con leggerezza e profondità, i vari modi di amarsi. Ozpetek, che è anche autore di romanzi – come Rosso Istanbul da cui ha tratto l’omonimo film – è stato il regista che ha, nel modo più delicato e gioioso, sdoganato l’omosessualità al cinema. Che, beninteso, esisteva, era rappresentata: ma sempre in modi molto cupi o comunque 'di rottura': dal cinema di Pasolini fino a Philadelphia con Tom Hanks, passando dai fremiti aristocratici del Giardino dei Finzi Contini e di Morte a Venezia. Ozpetek ha saputo regalare al pubblico un ritratto intimo, inedito e non stereotipato del mondo omosessuale, contribuendo ad abbattere molti pregiudizi sul tema. Non solo ne Le fate ignoranti, ma anche in La finestra di fronte, in Saturno contro o in Mine vaganti.
Cristina Capotondi e Luca Argentero nella serie tv "Le fate ignoranti"

Cristina Capotondi e Luca Argentero protagonisti della serie tv "Le fate ignoranti"

Ozpetek racconta famiglie di ogni tipo, non necessariamente vincolate a legami sessuali. Famiglie in cui l’amore può essere fatto di solidarietà, di abbracci, di voglia di nuotare insieme nel mare della vita. Anche quando c’è Saturno contro. Ferzan, sono passati vent’anni dal film Le fate ignoranti. Com’è cambiata l’Italia nel frattempo? "Io sono cambiato, sono invecchiato! - ride - Quando girai Le fate ignoranti, non avrei mai pensato che avrebbe avuto tutta questa risonanza negli anni. L’ho girato con grande libertà, nel modo di girare, nel modo di far recitare gli attori. Ma questo ha portato ad una novità del film, in qualche modo. Chi vedeva il film lo trovava nuovo, non solo nei temi ma anche nelle riprese, nella recitazione, tutto. E questo mi ha segnato. Ogni volta che giro un film, incontro gente che è ancora pazza de Le fate ignoranti". Adesso ha girato la serie. Qual è la forza di questi rapporti?
Il regista, sceneggiatore e scrittore turco Ferzan Özpetek, 63 anni

Il regista, sceneggiatore e scrittore turco Ferzan Özpetek, 63 anni

"Racconto la storia anche da altri punti di vista. Ma la nostra vita è cambiata molto, con il  Covid. Non sono stati possibili quei momenti conviviali sul set che hanno reso la lavorazione del film così meravigliosa. Ma credo che la cosa fondamentale sia della serie che della vita siano le amicizie. Le fate racconta amicizie e amori impossibili. La serie racconta l’importanza di stare insieme". Ha esordito nella serialità televisiva. La televisione non è il demonio, dunque… "Assolutamente no. E’ il demonio per un regista, per la fatica che comporta. Ma è anche molto bello: io ho vissuto sul set. Mi sono alzato prestissimo per mesi, e tutti i giorni non vedevo l’ora di arrivare sul set". Come immagina lo spettatore ideale? "Per me la cosa più bella è la condivisione con lo spettatore: anche quando vado in aereo, ti fermano e il pilota parla con te… In tutti i miei film ci sono i sentimenti delle persone. Io stesso mi commuovo e mi emoziono, guardando le scene dei miei film".
Cristina Capotondi e Luca Argentero, protagonisti della serie tv "Le fate ignoranti"

Cristina Capotondi e Luca Argentero, protagonisti della serie tv "Le fate ignoranti"

Esiste ancora l’amicizia come la racconta ne Le fate ignoranti? "Sì, perché io penso che sia bruttissimo vivere da soli nella vita. Uno può vivere da solo, ma è essenziale avere delle amicizie". Parliamo degli attori della serie. Ha riscoperto Filippo Scicchitano che era il figlio di Bentivoglio in Scialla! di Francesco Bruni. Ha scoperto altri volti? "Filippo fa un ruolo importante nella serie. Poi c’è Eduardo Scarpetta, che è stato una rivelazione assoluta, un attore di una bravura pazzesca: Eduardo è stata una scommessa, i produttori non erano sicuri al cento per cento, ma io ero sicuro di lui. È un attore straordinario, sono pazzo di lui artisticamente, ci siamo intesi al volo".
Margherita Buy e Stefan Accorsi in una scena del film ''Le fate ignoranti" (2001) diretto da Ferzan Özpetek

Margherita Buy e Stefan Accorsi nMargherita Buy e Stefan Accorsi in una scena del film ''Le fate ignoranti" (2001) diretto da Ferzan Özpetekel film ''Le fate ignoranti" (2001) diretto da Ferzan Özpetek

Poi è tornato a lavorare con Luca Argentero. "Dopo tanti anni, ho ritrovato Luca. Un ragazzo di una generosità rara, di grande cuore". Parliamo delle attrici. Paola Minaccioni, Serra Yilmaz… "Paola Minaccioni, che è anche una mia vicina di casa; Serra Yilmaz che – come ben sapete – mi è cara da sempre, e Cristiana Capotondi. Ho scoperto in lei una grande attrice, grande appassionata di calcio. Parliamo sempre di calcio, io la chiamo ‘camionista’, le dico ‘Vieni qua, camionista!’. È un maschiaccio disegnata da Botticelli". Le piattaforme quindi ormai sono sdoganate, non vanno più demonizzate? "No, direi che in questi lunghi mesi di isolamento ci hanno salvato la vita".