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Home » HP Blocco Testo Destra » Autismo, quei geniali ‘bambini della Luna’ tra sfide e punti di forza. Le iniziative dei musei per la Giornata mondiale del 2 aprile

Autismo, quei geniali ‘bambini della Luna’ tra sfide e punti di forza. Le iniziative dei musei per la Giornata mondiale del 2 aprile

Il cammino verso l'uguaglianza e le pari opportunità è ancora lungo. Tuttavia, dagli Uffizi a Firenze al Palazzo Pretorio a Prato sono tante le iniziative per avvicinare il mondo dell'arte e della cultura alle persone con disturbi dello spettro autistico

Maurizio Costanzo
30 Marzo 2022
Le iniziative dei musei per la Giornata mondiale per la consapevolezza dell’autismo

Le iniziative dei musei per la Giornata mondiale per la consapevolezza dell’autismo

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Il cammino verso l’uguaglianza e le pari opportunità, e per garantire la migliore qualità di vita alle persone con disturbi dello spettro autistico, è ancora lunga. E come se non bastasse, a causa della pandemia, chi soffre di questo disturbo si è ritrovato catapultato da un momento all’altro in un mondo in cui sono cambiate le modalità interattive. Pensiamo solo alla mancanza di contatto fisico, o alla necessità di interagire con le mascherine, che li hanno privati di un importante canale comunicativo come quello della lettura delle espressioni. Ha pesato molto anche la chiusura di luoghi dove immergersi nella grande bellezza dell’arte, come i musei.

In Italia 1 bambino su 77 presenta un disturbo dello spettro autistico (Dati dell’Osservatorio Nazionale per il monitoraggio dei disturbi dello spettro autistico)

In Italia 1 bambino su 77 presenta un disturbo dello spettro autistico

Per richiamare l’attenzione sui loro diritti, incentivare la collaborazione internazionale su ricerca, diagnosi e trattamento, e sensibilizzare la popolazione su come possa mostrarsi davvero attenta, partecipe e inclusivanei confronti delle persone che sono affette da questo disturbo, l’Assemblea Generale dell’Onu nel 2007 ha istituito la Giornata mondiale per la consapevolezza dell’autismo, che si celebra il 2 aprile. I dati dell’Osservatorio Nazionale per il monitoraggio dei disturbi dello spettro autistico parlano chiaro: in Italia 1 bambino su 77 (7-9 anni) presenta un disturbo dello spettro autistico. C’è anche una differenza di genere: i maschi ne sono colpiti 4,4 volte in più rispetto alle femmine. Nei primi anni di vita vengono chiamati ‘i ‘bambini della Luna’ perché le difficoltà di comprensione e scambio comunicativo li porta a isolarsi, a chiudersi in un silenzio profondo, e per questo sembrano in tutto e per tutto distanti dal mondo. L’autismo li porta ad apprendere e anche a scrivere e leggere i gesti in maniera differente rispetto ai coetanei con sviluppo tipico. E ciò si ripercuote inevitabilmente sulle loro famiglie. Questo disturbo che solitamente si manifesta dalla prima infanzia, dai 2 anni ma a volte anche prima, è caratterizzato da diversi sintomi: comportamenti ripetitivi, menomazioni di interazioni e abilità sociali e della comunicazione, interessi ristretti. L’evidenza scientifica non solo ha indicato che diversi risultano i fattori di natura genetica e neurologica, la cui combinazione determina questo tipo di disturbo. Ma anche che i risultati positivi sono strettamente legati a un intervento precoce.

Anthony Hopkins
A Anthony Hopkins, 84 anni, è stata diagnosticata la sindrome di Asperger

Da Anthony Hopkins a Beethoven, artisti con punti di forza fuori dal comune

Ma attenzione a considerare chi soffre di autismo come persone soggette ad affrontare unicamente una serie di sfide. Possiedono infatti punti di forza fuori dal comune. Basti pensare che molti geni, personalità e persone famose hanno ricevuto una diagnosi di autismo: l’attore Anthony Hopkins come la scrittrice Susanna Tamaro. George Orwell ed Andy Warhol (che non lo ha mai ammesso ma neanche mai smentito). Ma si presume avessero dei disturbi riconducibili all’autismo anche Immanuel Kant, Mozart, Beethoven e lo stesso Michelangelo. Che la bellezza e l’arte siano un canale privilegiato per esprimere le loro potenzialità, lo dimostra ad esempio la storia di Stephen Wiltshire, uno degli artisti più noti in Gran Bretagna, che da bambino non parlava e non si relazionava con gli altri, ma dopo un breve volo in elicottero, una volta sceso e presa in mano una penna, e acceso il lettore mp3, ha iniziato a disegnare meravigliosamente Manhattan su cui un attimo prima aveva viaggiato, peraltro a memoria. E ha continuato a riprodurre in disegni e dipinti, fantastici skyline di grandi città, che lasciano sbalorditi. Se l’arte ha dunque tirato fuori da Wiltshire le sue capacità fuori dal comune, fruire dei luoghi d’arte può essere di fondamentale importanza, e tutti, grandi e piccini, possono ricavarne benefici.

Agli Uffizi lunedì 28 marzo si è tenuto un incontro di sensibilizzazione in vista della Giornata mondiale della Consapevolezza dell’Autismo

Sensibilizzazione sull’autismo, agli Uffizi un incontro con esperti e scrittori

Alcune persone affette da disturbo dello spettro autistico hanno bisogno di supporto qualificato, anche nelle attività quotidiane come la visita di un museo. Ecco perché, in vista della Giornata mondiale della Consapevolezza dell’Autismo, le Gallerie degli Uffizi hanno organizzato un incontro di sensibilizzazione sul tema, con esperti e specialisti provenienti dall’area medica, dall’ambito della comunicazione come scrittori e blogger, dai musei e dalle associazioni interessate. Si è tenuto il 28 marzo nell’Auditorium Vasari ed è stato un momento per approfondire il tema dal punto di vista del rapporto tra arte e benessere della persona, ma anche per riflettere insieme allo scrittore, blogger e attivista Fabrizio Acanfora su come comunicare correttamente in merito all’autismo: con la consapevolezza, cioè, che le parole che vengono usate possono avere un impatto sulla percezione delle neurodiversità, ma soprattutto possono vincere stereotipi ancora radicati nell’immaginario comune. In questa occasione, sono stati illustrati da parte delle Gallerie degli Uffizi e della Fondazione Palazzo Strozzi i progetti sviluppati con l’associazione Autismo Firenze. E discusse altre possibili strade da percorrere per fare in modo che il museo diventi sempre di più un luogo che stimola la partecipazione, permettendo un accesso veramente paritario alla cultura, con modalità rispettose delle singole esigenze.

Agli Uffizi sono state presentate tre nuove guide in linguaggio Caa

Presentate tre nuove guide in linguaggio Caa

Nell’occasione è stata presentata una nuova collana editoriale museale rivolta a piccoli e grandi lettori: si tratta di tre nuove guide in linguaggio Caa (Comunicazione Aumentativa Alternativa) dedicate ai musei delle Gallerie degli Uffizi ed edite dalla casa editrice Sillabe (“Uffa, gli Uffizi!”, “Uffa, Pitti!”, “Uffa, Boboli!”) in collaborazione con Opera Laboratori e associazione Autismo Livorno. I libri sono scritti con il modello inbook (curato dal Centro Studi Inbook), in simboli che nascono con lo scopo di favorire l’accesso alle informazioni e alla cultura per chi ha difficoltà nel confrontarsi con la lingua scritta e parlata. I testi, curati da Ethel Santacroce, sono stati tradotti in simboli Caa da Laura Gagliano, logopedista dell’Azienda Usl Toscana Nord Ovest e supervisionati da Antonio Bianchi, referente del Centro Sovrazonale di Comunicazione Aumentativa di Milano e Verdello.

Agli Uffizi una borsa speciale per le persone più fragili

Agli Uffizi una borsa speciale per le persone più fragili

“La giornata – spiega Anna Soffici, responsabile dell’Area Mediazione Culturale e Accessibilità delle Gallerie degli Uffizi – è stata un momento di confronto in cui si è fatto il punto su alcune sperimentazioni che stiamo portando avanti per il nostro pubblico con autismo come Dipartimento per l’Educazione. I nostri progetti si inseriscono in un lavoro più ampio di miglioramento dell’accessibilità al museo, per questo realizziamo sempre nuovi strumenti di fruizione. Sappiamo che il nostro pubblico più fragile viene al museo in autonomia, preferisce la compagnia di un amico o di un parente piuttosto che richiedere l’assistenza del museo. Abbiamo perciò compreso e fatto nostro questo bisogno di autonomia, e realizzato l’Uffizi Activity Bag, una borsa che contiene materiali educativi e anti stress, che permette alla persona autistica di condurre un percorso all’interno degli Uffizi in autonomia. Ora la casa editrice Sillabe ha lavorato a delle piccole guide, dedicata una a Uffizi l’altra a Giardino di Boboli e l’altra a Palazzo Pitti, per facilitare la conoscenza delle nostre opere d’arte a un pubblico che ha difficoltà nell’espressione verbale e nella lettura di testi scritti. Questi libretti realizzati da Sillabe con la supervisione scientifica del nostro Dipartimento per l’Educazione, traducono i testi in simboli e sono a disposizione nei bookshop del museo. Mentre le borse servono per il noleggio gratuito, i libri possono essere acquistati, dando la possibilità di continuare l’esperienza del museo anche a casa”.

I ragazzi del centro Silvio Politano al Museo di Palazzo Pretorio a Prato
I ragazzi del centro Silvio Politano al Museo di Palazzo Pretorio a Prato

Anche Prato punta sull’arte che sollecita la creatività

La Giornata Mondiale della consapevolezza sull’autismo diventa per il Museo di Palazzo Pretorio un’occasione per aprirsi, ancora una volta, a giovani e adulti autistici. Prosegue il progetto di inclusione avviato dal Comune di Prato nel 2019, che punta sull’arte che sollecita la creatività e accrescere l’esperienza di socialità. In quello che è sempre più un ‘museo per tutti’, il 23 marzo scorso i ragazzi affetti da autismo del centro Silvio Politano-sezioni minori della Fondazione Opera Santa Rita hanno visitato la mostra ‘Hi Woman!’  insieme a Valentina Spinoso, referente dei Servizi Educativi del museo. Per diventare poi guide speciali per compagni, famiglie, educatori alla scoperta della mostra e del museo, nelle visite del 2 e del 14 aprile. Si rinnova dunque la collaborazione che ha visto nel 2021 la pubblicazione della guida A.r.t.e. pensata e realizzata dai ragazzi del Centro. “Grazie alla collaborazione con altri enti e istituzioni pubbliche e private del territorio, il nostro obiettivo è di essere un luogo di e per la comunità – spiega  l’assessore alle politiche culturali Simone Mangani –. Un laboratorio attivo di co-progettazione di pratiche innovative ed efficaci per narrare il panorama artistico e culturale della città, offrendo al pubblico un ampio ventaglio di proposte volte a coinvolgere e includere tutti i pubblici”.

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia

Il cammino verso l’uguaglianza e le pari opportunità, e per garantire la migliore qualità di vita alle persone con disturbi dello spettro autistico, è ancora lunga. E come se non bastasse, a causa della pandemia, chi soffre di questo disturbo si è ritrovato catapultato da un momento all’altro in un mondo in cui sono cambiate le modalità interattive. Pensiamo solo alla mancanza di contatto fisico, o alla necessità di interagire con le mascherine, che li hanno privati di un importante canale comunicativo come quello della lettura delle espressioni. Ha pesato molto anche la chiusura di luoghi dove immergersi nella grande bellezza dell’arte, come i musei.

In Italia 1 bambino su 77 presenta un disturbo dello spettro autistico (Dati dell'Osservatorio Nazionale per il monitoraggio dei disturbi dello spettro autistico)

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Per richiamare l’attenzione sui loro diritti, incentivare la collaborazione internazionale su ricerca, diagnosi e trattamento, e sensibilizzare la popolazione su come possa mostrarsi davvero attenta, partecipe e inclusivanei confronti delle persone che sono affette da questo disturbo, l’Assemblea Generale dell’Onu nel 2007 ha istituito la Giornata mondiale per la consapevolezza dell’autismo, che si celebra il 2 aprile. I dati dell'Osservatorio Nazionale per il monitoraggio dei disturbi dello spettro autistico parlano chiaro: in Italia 1 bambino su 77 (7-9 anni) presenta un disturbo dello spettro autistico. C’è anche una differenza di genere: i maschi ne sono colpiti 4,4 volte in più rispetto alle femmine. Nei primi anni di vita vengono chiamati ‘i ‘bambini della Luna’ perché le difficoltà di comprensione e scambio comunicativo li porta a isolarsi, a chiudersi in un silenzio profondo, e per questo sembrano in tutto e per tutto distanti dal mondo. L’autismo li porta ad apprendere e anche a scrivere e leggere i gesti in maniera differente rispetto ai coetanei con sviluppo tipico. E ciò si ripercuote inevitabilmente sulle loro famiglie. Questo disturbo che solitamente si manifesta dalla prima infanzia, dai 2 anni ma a volte anche prima, è caratterizzato da diversi sintomi: comportamenti ripetitivi, menomazioni di interazioni e abilità sociali e della comunicazione, interessi ristretti. L’evidenza scientifica non solo ha indicato che diversi risultano i fattori di natura genetica e neurologica, la cui combinazione determina questo tipo di disturbo. Ma anche che i risultati positivi sono strettamente legati a un intervento precoce.

Anthony Hopkins
A Anthony Hopkins, 84 anni, è stata diagnosticata la sindrome di Asperger

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Ma attenzione a considerare chi soffre di autismo come persone soggette ad affrontare unicamente una serie di sfide. Possiedono infatti punti di forza fuori dal comune. Basti pensare che molti geni, personalità e persone famose hanno ricevuto una diagnosi di autismo: l’attore Anthony Hopkins come la scrittrice Susanna Tamaro. George Orwell ed Andy Warhol (che non lo ha mai ammesso ma neanche mai smentito). Ma si presume avessero dei disturbi riconducibili all’autismo anche Immanuel Kant, Mozart, Beethoven e lo stesso Michelangelo. Che la bellezza e l’arte siano un canale privilegiato per esprimere le loro potenzialità, lo dimostra ad esempio la storia di Stephen Wiltshire, uno degli artisti più noti in Gran Bretagna, che da bambino non parlava e non si relazionava con gli altri, ma dopo un breve volo in elicottero, una volta sceso e presa in mano una penna, e acceso il lettore mp3, ha iniziato a disegnare meravigliosamente Manhattan su cui un attimo prima aveva viaggiato, peraltro a memoria. E ha continuato a riprodurre in disegni e dipinti, fantastici skyline di grandi città, che lasciano sbalorditi. Se l’arte ha dunque tirato fuori da Wiltshire le sue capacità fuori dal comune, fruire dei luoghi d’arte può essere di fondamentale importanza, e tutti, grandi e piccini, possono ricavarne benefici.

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Alcune persone affette da disturbo dello spettro autistico hanno bisogno di supporto qualificato, anche nelle attività quotidiane come la visita di un museo. Ecco perché, in vista della Giornata mondiale della Consapevolezza dell’Autismo, le Gallerie degli Uffizi hanno organizzato un incontro di sensibilizzazione sul tema, con esperti e specialisti provenienti dall’area medica, dall’ambito della comunicazione come scrittori e blogger, dai musei e dalle associazioni interessate. Si è tenuto il 28 marzo nell’Auditorium Vasari ed è stato un momento per approfondire il tema dal punto di vista del rapporto tra arte e benessere della persona, ma anche per riflettere insieme allo scrittore, blogger e attivista Fabrizio Acanfora su come comunicare correttamente in merito all’autismo: con la consapevolezza, cioè, che le parole che vengono usate possono avere un impatto sulla percezione delle neurodiversità, ma soprattutto possono vincere stereotipi ancora radicati nell’immaginario comune. In questa occasione, sono stati illustrati da parte delle Gallerie degli Uffizi e della Fondazione Palazzo Strozzi i progetti sviluppati con l’associazione Autismo Firenze. E discusse altre possibili strade da percorrere per fare in modo che il museo diventi sempre di più un luogo che stimola la partecipazione, permettendo un accesso veramente paritario alla cultura, con modalità rispettose delle singole esigenze.

Agli Uffizi sono state presentate tre nuove guide in linguaggio Caa

Presentate tre nuove guide in linguaggio Caa

Nell’occasione è stata presentata una nuova collana editoriale museale rivolta a piccoli e grandi lettori: si tratta di tre nuove guide in linguaggio Caa (Comunicazione Aumentativa Alternativa) dedicate ai musei delle Gallerie degli Uffizi ed edite dalla casa editrice Sillabe (“Uffa, gli Uffizi!”, “Uffa, Pitti!”, “Uffa, Boboli!”) in collaborazione con Opera Laboratori e associazione Autismo Livorno. I libri sono scritti con il modello inbook (curato dal Centro Studi Inbook), in simboli che nascono con lo scopo di favorire l’accesso alle informazioni e alla cultura per chi ha difficoltà nel confrontarsi con la lingua scritta e parlata. I testi, curati da Ethel Santacroce, sono stati tradotti in simboli Caa da Laura Gagliano, logopedista dell’Azienda Usl Toscana Nord Ovest e supervisionati da Antonio Bianchi, referente del Centro Sovrazonale di Comunicazione Aumentativa di Milano e Verdello.

Agli Uffizi una borsa speciale per le persone più fragili

Agli Uffizi una borsa speciale per le persone più fragili

“La giornata – spiega Anna Soffici, responsabile dell’Area Mediazione Culturale e Accessibilità delle Gallerie degli Uffizi – è stata un momento di confronto in cui si è fatto il punto su alcune sperimentazioni che stiamo portando avanti per il nostro pubblico con autismo come Dipartimento per l’Educazione. I nostri progetti si inseriscono in un lavoro più ampio di miglioramento dell’accessibilità al museo, per questo realizziamo sempre nuovi strumenti di fruizione. Sappiamo che il nostro pubblico più fragile viene al museo in autonomia, preferisce la compagnia di un amico o di un parente piuttosto che richiedere l’assistenza del museo. Abbiamo perciò compreso e fatto nostro questo bisogno di autonomia, e realizzato l’Uffizi Activity Bag, una borsa che contiene materiali educativi e anti stress, che permette alla persona autistica di condurre un percorso all’interno degli Uffizi in autonomia. Ora la casa editrice Sillabe ha lavorato a delle piccole guide, dedicata una a Uffizi l’altra a Giardino di Boboli e l’altra a Palazzo Pitti, per facilitare la conoscenza delle nostre opere d’arte a un pubblico che ha difficoltà nell’espressione verbale e nella lettura di testi scritti. Questi libretti realizzati da Sillabe con la supervisione scientifica del nostro Dipartimento per l’Educazione, traducono i testi in simboli e sono a disposizione nei bookshop del museo. Mentre le borse servono per il noleggio gratuito, i libri possono essere acquistati, dando la possibilità di continuare l’esperienza del museo anche a casa”.

I ragazzi del centro Silvio Politano al Museo di Palazzo Pretorio a Prato
I ragazzi del centro Silvio Politano al Museo di Palazzo Pretorio a Prato

Anche Prato punta sull'arte che sollecita la creatività

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