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Home » HP Blocco Testo Destra » Quanto costano al Pianeta email, ricerche e tweet? L’app per scoprirlo e il vademecum per essere green anche al Pc

Quanto costano al Pianeta email, ricerche e tweet? L’app per scoprirlo e il vademecum per essere green anche al Pc

Quinta nazione più inquinante al mondo, Internet è responsabile di un miliardo e 850 milioni di tonnellate cubiche all’anno. Secondo Arpat, fare ricerche su Google può sprigionare da 0.2 g a 7 g di anidride carbonica e inviare un' email dai 4 ai 50 grammi di Co2

Domerico Guarino
13 Novembre 2021
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Che voi lavoriate a casa in smart working (l’Italia si piazza al di sotto della media europea, con il 12,2% di occupati che lo utilizza spesso, contro il 25,1% della Finlandia o il 23,1% del Lussemburgo ) o in ufficio, è bene sapere che anche seduti alla propria postazione si può dare un grosso contributo all’ambiente, evitando di inquinare più del lecito. Nonostante infatti con l’avvento delle tecnologie informatiche si sia parlato molto di società senza carta e di come Internet avrebbe avuto un impatto positivo sull’ambiente, secondo il report “The Shift Project nel Report: Lean ict – towards digital sobriety“, nel 2008 le tecnologie digitali utilizzate nelle trasmissione, ricezione ed elaborazione di dati e informazioni (Ict) hanno contribuito per il 2% alle emissioni globali di Co2, nel 2020 sono salite al 3,7% e si stima che raggiungeranno l’8,5% nel 2025. Tanto che si parla oramai di Internet come della “quarta nazione” più inquinante al mondo in termini di emissioni di Co2, stimando che sia responsabile di un miliardo e 850 milioni di tonnellate cubiche all’anno. Colpa del fatto che siamo sempre più tutti connessi e che l’uso delle tecnologie It si sta diffondendo in maniera capillare anche in strati sociali e in contesti geografici che finora ne erano rimasti al di fuori. E le sorprese non mancano. Secondo le stime più accreditate (fonte Arpat) infatti, fare ricerche su Google può sprigionare da 0,2g a 7 g di Co2 nell’atmosfera, twittare emette intorno ai 0,2 grammi di Co2 per ogni tweet, inviare una mail dai 4 ai 50 grammi di Co2. Addirittura inviare un sms o fare una chiamata di un minuto comporterebbe un rilascio di 0,014 grammi di Co2 che, sia pure di molto inferiore, moltiplicato per miliardi di volte genera una cifra non indifferente.

 

Carbonalyser, l’app di che calcola i nostri consumi su Internet

Per la salute del Pianeta c’è quindi bisogno di diventare più consapevoli anche nelle nostre attività lavorative. Dobbiamo cioè imparare a utilizzare meglio la tecnologia, riducendo le nostre ricerche superflue sul web o inviando mail con allegati compressi oppure affidandoci a servizi di archiviazione temporanea, che eliminano i dati una volta concluso il trasferimento o ancora eliminando le mail che conserviamo sui server, che hanno, per lo più, un inutile peso. E se voglilamo essere aggiornati sui nostri tele-consumi la ong Shift Project, mette a disposizione un calcolatore – “Carbonalyser” – che consente di visualizzare il consumo di elettricità e le emissioni di gas a effetto serra durante la navigazione in Internet. Oltre a questo, è bene stare attenti a non sprecare carta, stampando ogni mail o documento, non usare materiali usa e getta, utilizzare la bicicletta, andare a piedi oppure prendere i mezzi pubblici per rercarsi a lavoro o organizzare un car-pooling tra colleghi, regolare in modo corretto la temperatura dell’ufficio, non esagerare con il caldo in inverno e con il freddo d’estate. Infine gestire correttamente i rifiuti che produciamo durante la nostra giornata lavorativa.

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Instagram

  • «Era terribile durante il fascismo essere transessuale. Mi picchiavano e mi facevano fare delle cose schifose. Mi imbrattavano con il catrame e mi hanno rasato. Ho preso le botte dai fascisti perché mi ero atteggiato a donna e per loro questo era inconcepibile».

È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l’unica persona trans italiana sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti.

#lucenews #lucysalani #dachau
  • È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l
  • Elaheh Tavakolian, l’iraniana diventata uno dei simboli della lotta nel suo Paese, è arrivata in Italia. Nella puntata del 21 marzo de “Le Iene”, tra i servizi del programma di Italia 1, c’è anche la storia della giovane donna, ferita a un occhio dalla polizia durante le proteste in Iran. Nella puntata andata in onda la scorsa settimana, l’inviata de “Le Iene” aveva incontrato la donna in Turchia, durante la sua fuga disperata dall’Iran, dove ormai era troppo pericoloso vivere. 

“Ho molta paura. Vi prego, qui potrebbero uccidermi” raccontava l’attivista a Roberta Rei. Già in quell’occasione, Elaheh Tavakolian era apparsa con una benda sull’occhio, a causa di una grave ferita causatale da un proiettile sparato dalle forze dell’ordine iraniane durante le manifestazioni a cui ha preso parte dopo la morte di Mahsa Amini.

Elaheh Tavakolian fa parte di quelle centinaia di iraniani che hanno subito gravi ferite agli occhi dopo essere stati colpiti da pallottole, lacrimogeni, proiettili di gomma o altri proiettili usati dalle forze di sicurezza durante le dure repressioni che vanno avanti ormai da oltre sei mesi. La ragazza, che ha conseguito un master in commercio internazionale e ora lavora come contabile, ha usato la sua pagina Instagram per rivelare che le forze di sicurezza della Repubblica islamica stavano deliberatamente prendendo di mira gli occhi dei manifestanti. 

✍ Barbara Berti

#lucenews #lucelanazione #ElahehTavakolian #iran #leiene
  • Ha 19 anni e vorrebbe solo sostenere la Maturità. Eppure alla richiesta della ragazza la scuola dice di no. Nina Rosa Sorrentino è nata con la sindrome di Down, e quel diritto che per tutte le altre studentesse e studenti è inviolabile per lei è invece un’utopia.

Il liceo a indirizzo Scienze Umane di Bologna non le darà la possibilità di diplomarsi con i suoi compagni e compagne, svolgendo le prove che inizieranno il prossimo 21 giugno. La giustificazione – o la scusa ridicola, come quelle denunciate da CoorDown nella giornata mondiale sulla sindrome di Down – dell’istituto per negarle questa possibilità è stata che “per lei sarebbe troppo stressante“.

Così Nina si è ritirata da scuola a meno di tre mesi dalla fine della quinta. Malgrado la sua famiglia, fin dall’inizio del triennio, avesse chiesto agli insegnanti di cambiare il Pei (piano educativo individualizzato) della figlia, passando dal programma differenziato per gli alunni certificati a quello personalizzato per obiettivi minimi o equipollenti, che prevede l’ammissione al vero e proprio esame di Maturità. Ma il liceo Sabin non ha assecondato la loro richiesta.

Francesca e Alessandro Sorrentino avevano trovato una sponda di supporto nel Ceps di Bologna (Centro emiliano problemi sociali per la Trisomia 21), in CoorDown e nei docenti di Scienze della Formazione dell’Alma Mater, che si sono detti tutti disponibili per realizzare un progetto-pilota per la giovane studentessa e la sua classe. Poi, all’inizio di marzo, la doccia fredda: è arrivato il no definitivo da parte del consiglio di classe, preoccupato che per la ragazza la Maturità fosse un obiettivo troppo impegnativo e stressante, tanto da generare “senso di frustrazione“, come ha scritto la dirigente del liceo nella lettera che sancisce l’epilogo di questa storia tutt’altro che inclusiva.

“Il perché è quello che ci tormenta – aggiungono i genitori –. Anche la neuropsichiatra concordava: Nina poteva e voleva provarci a fare l’esame. Non abbiamo mai chiesto le venisse regalato il diploma, ma che le fosse data la possibilità di provarci”.

#lucenews #lucelanazione #disabilityinclusion #giornatamondialedellasindromedidown
Che voi lavoriate a casa in smart working (l’Italia si piazza al di sotto della media europea, con il 12,2% di occupati che lo utilizza spesso, contro il 25,1% della Finlandia o il 23,1% del Lussemburgo ) o in ufficio, è bene sapere che anche seduti alla propria postazione si può dare un grosso contributo all’ambiente, evitando di inquinare più del lecito. Nonostante infatti con l’avvento delle tecnologie informatiche si sia parlato molto di società senza carta e di come Internet avrebbe avuto un impatto positivo sull’ambiente, secondo il report "The Shift Project nel Report: Lean ict - towards digital sobriety", nel 2008 le tecnologie digitali utilizzate nelle trasmissione, ricezione ed elaborazione di dati e informazioni (Ict) hanno contribuito per il 2% alle emissioni globali di Co2, nel 2020 sono salite al 3,7% e si stima che raggiungeranno l’8,5% nel 2025. Tanto che si parla oramai di Internet come della "quarta nazione" più inquinante al mondo in termini di emissioni di Co2, stimando che sia responsabile di un miliardo e 850 milioni di tonnellate cubiche all’anno. Colpa del fatto che siamo sempre più tutti connessi e che l’uso delle tecnologie It si sta diffondendo in maniera capillare anche in strati sociali e in contesti geografici che finora ne erano rimasti al di fuori. E le sorprese non mancano. Secondo le stime più accreditate (fonte Arpat) infatti, fare ricerche su Google può sprigionare da 0,2g a 7 g di Co2 nell’atmosfera, twittare emette intorno ai 0,2 grammi di Co2 per ogni tweet, inviare una mail dai 4 ai 50 grammi di Co2. Addirittura inviare un sms o fare una chiamata di un minuto comporterebbe un rilascio di 0,014 grammi di Co2 che, sia pure di molto inferiore, moltiplicato per miliardi di volte genera una cifra non indifferente.  

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Per la salute del Pianeta c’è quindi bisogno di diventare più consapevoli anche nelle nostre attività lavorative. Dobbiamo cioè imparare a utilizzare meglio la tecnologia, riducendo le nostre ricerche superflue sul web o inviando mail con allegati compressi oppure affidandoci a servizi di archiviazione temporanea, che eliminano i dati una volta concluso il trasferimento o ancora eliminando le mail che conserviamo sui server, che hanno, per lo più, un inutile peso. E se voglilamo essere aggiornati sui nostri tele-consumi la ong Shift Project, mette a disposizione un calcolatore – "Carbonalyser" – che consente di visualizzare il consumo di elettricità e le emissioni di gas a effetto serra durante la navigazione in Internet. Oltre a questo, è bene stare attenti a non sprecare carta, stampando ogni mail o documento, non usare materiali usa e getta, utilizzare la bicicletta, andare a piedi oppure prendere i mezzi pubblici per rercarsi a lavoro o organizzare un car-pooling tra colleghi, regolare in modo corretto la temperatura dell’ufficio, non esagerare con il caldo in inverno e con il freddo d’estate. Infine gestire correttamente i rifiuti che produciamo durante la nostra giornata lavorativa.
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