Cartiere Carrara riduce a zero il gender pay gap

Molte donne in posizioni apicali e gender pay gap di 0,01%. I risultati raggiunti da Cartiere Carrara, Fotia: "Sono le competenze a fare la differenza"

di SANDRA NISTRI
6 dicembre 2023
Sette poli produttivi in Italia (quattro dei quali in Toscana) per oltre 800 dipendenti totali e una capacità produttiva di circa 300mila tonnellate di carta Made in Italy dall’elevato e costante standard qualitativo. Cartiere Carrara ha festeggiato proprio quest’anno i suoi primi 150 anni di vita e rappresenta una realtà consolidata, non solo sul piano produttivo, ma anche da quello della sostenibilità e del 'quasi azzeramento' del gender pay gap, ridotto a un misero 0,01%. Fra le figure manageriali, molte sono donne anche in contesti solo apparentemente maschili: una di loro è Danila Fotia, responsabile Salute, sicurezza e ambiente dell’azienda.
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Danila Fotia, responsabile Salute, sicurezza e ambiente per Cartiere Carrara

Fotia: "La competenza batte i pregiudizi sul genere"

Da sempre incuriosita da lavori ‘tecnici, vanta una formazione nel campo dell’Ingegneria gestionale ed il suo incontro con il mondo della sicurezza è avvenuto per caso, con uno stage in una grande azienda produttrice di prodotti per l’edilizia che stava avviando un importante progetto sul tema. Un ‘percorso’ che ci racconta lei stessa. Il suo ruolo, legato alla sicurezza, nell’immaginario comune sembrerebbe essere appannaggio degli uomini: come si fa a sfatare questo pregiudizio? "Per farlo bisogna anzitutto provarci, studiare a fondo, impegnarsi, magari a volte più di altri perché quando ci si presenta l’approccio, per chi non ti conosce, può essere di diffidenza visto che ci si relaziona ad una donna. Però poi, con la competenza, sono convinta si vada oltre ogni barriera di gender. La giusta predisposizione è un sorriso anche quando si è netti e costanti nelle affermazioni che si fanno che possono essere non piacevoli perché nel nostro ruolo è previsto anche quello, è un mondo basato sulle regole, su quello che si può e non si può fare". Che cosa può portare in più, concretamente, una donna in questo ambito anche in chiave prevenzione? "Una base di gentilezza e un approccio maggiormente umano che, non sempre, nel mondo maschile c’è. Se si supera la fase del ‘questa cosa vuoi che ne sappia’ il modo di comunicare può essere fermo ma allo stesso tempo cordiale e si tende meno ad entrare in conflitto perché c’è una donna che si relaziona con un uomo e non due uomini che si confrontano".

Cartiere Carrara e le donne al comando

Cartiere Carrara ha molte donne in posizioni apicali ed è estremamente ridotto il cosiddetto gender pay gap: come è stato possibile creare questo terreno fertile nella vostra azienda? "Parlo per la mia esperienza personale: io non ho mai avuto la sensazione che cambiasse qualcosa se fossi stata uomo o donna, non cambiano le competenze, l’impegno, la voglia di fare. Anche in riunioni particolarmente impegnative, non ho mai avuto nessun approccio discriminante in tema di genere, perché l’azienda si basa esclusivamente sulle competenze e sulla professionalità di ciascuno, con la consapevolezza che il più importante dei suoi patrimoni è proprio il capitale umano". cartiere-carrara-donne Fra le difficoltà incontrate dalle donne nel mondo del lavoro una è sicuramente rappresentata dal desiderio, legittimo, di essere madre e in molti casi carriere al femminile e sono state bloccate proprio dalla maternità che, invece, potrebbe diventare un valore aggiunto. Qual è la sua esperienza al riguardo in Cartiere Carrara? "Io sono madre di due bambine di cinque e sette anni, quindi ancora molto piccole e, personalmente, vivo la maternità come un aumento enorme di competenze: l’empatia, il dialogo, la capacità di relazionarsi con gli altri... La maternità ti cambia perché ti dà una visione della realtà in cui tu non sei più al centro, cambia il concetto di «io» che può esserci anche in un ruolo manageriale, di mettere al centro gli altri piuttosto che se stessi. Sicuramente l’essere madre mi ha dato questo: ascoltare gli altri con un’ottica «terzista», mettersi un po’ a lato e riflettere, ma la maternità ti dà anche una certa resilienza, abituandoti a confrontarti con input costanti quando sei a casa ma anche al lavoro". In tema di sicurezza e formazione Cartiere Carrara ha ridotto sensibilmente il rischio e il numero di incidenti sul lavoro. Come è stato possibile? "L’azienda da un anno ha scelto creato e sviluppato un progetto, Caring for Safety, per andare a incrementare e consolidare la cultura della sicurezza sul lavoro: attraverso la formazione, e investendo sulla consapevolezza del singolo, abbiamo lavorato per ridurre gli infortuni e potenziali situazioni di rischio sensibilizzando i dipendenti di ogni stabilimento e ad ogni livello operativo, andando a incrementare comportamenti sicuri e dando feedback sul comportamento sbagliato. È stato un progetto a 360 gradi che ha coinvolto tutti, dalla produzione al management, con dei focus su degli argomenti cardine che ogni tre o quattro mesi cambiano. Con diversi gruppi di lavoro sui vari argomenti, coinvolgendo tutta la catena della sicurezza, abbiamo creato un sistema virtuoso tutto nostro, di Cartiere Carrara, in cui crediamo fortemente per andare a elevare il livello della sicurezza". Quanto è importante, sempre in chiave sicurezza, la formazione e l’interazione fra colleghi? "La formazione è una parte fondamentale, soprattutto quella fatta sul campo, pratica, non solo quella di aula e il feedback costante del proprio responsabile, del proprio collega, la relazione sulla macchina, nel luogo di lavoro. Credo sia la chiave per ridurre gli infortuni in azienda, perché il «te l’ho detto in aula», per quanto magari spiegato benissimo, è in un contesto diverso da quello in cui ci si trova poi effettivamente ad operare. È lì, quando sto facendo l’azione sbagliata, che il richiamo del collega diventa fondamentale".