In difesa dell’ambiente e contro il caro energia. Su un doppio filone si muove la reintroduzione del vuoto a rendere per le bottiglie di vetro, una pratica che in Italia era in voga negli anni Sessanta. Si trattava, in pratica, di un piccolo sovrapprezzo, di fatto un deposito cauzionale di poche lire, applicato al prezzo delle bevande che veniva restituito al cliente nel momento in cui riportava appunto il vetro al negoziante, un metodo poco impegnativo per garantire il riutilizzo delle bottiglie. Poi, però, con il boom economico e l'introduzione massiccia della plastica monouso, il sistema green è sparito. Oggi, sia per motivi ambientali sia per costi di produzione, sta di nuovo prendendo campo. Proprio in estate Birra Peroni ha rilanciato la bottiglia Uni multiuso prodotta nello stabilimento di Bari. Del resto, quella del vuoto a rendere rappresenta per Peroni una pratica consolidata avviata sin dalla sua nascita nel 1846, con i fusti in cauzione, ed affermatasi negli anni Sessanta, con l’adozione della bottiglia Uni, formato standard condiviso tra tutti i produttori di birra fino alla fine degli anni Settanta. Le bottiglie Uni si riconoscono facilmente grazie alla grafica, in cui spicca subito il colore verde (simbolo di sostenibilità), l’icona del riciclo e l’indicazione “vuoto a rendere”: tali bottiglie si possono riutilizzare fino a 18 volte.
Al momento l’iniziativa di Peroni è a livello locale, limitata principalmente al territorio di Bari e Taranto, gestita in collaborazione con il distributore locale e che riguarda i marchi Peroni e Raffo, visto che solo lo stabilimento di Bari, dal 2019, è dotato di una nuova linea mista di imbottigliamento costata 12 milioni di euro, in grado di produrre fino a 50mila bottiglie l’ora, senza distinzione alcuna tra monouso e multiuso. “Effettuato, in primis, per ridurre le nostre emissioni di Co2 sensibilizzando i consumatori sui temi dell’economia circolare, l’investimento per la nuova linea potrebbe avere una portata strategica ancor più ampia mettendoci nelle condizioni di far fronte a esigenze assolutamente imprevedibili fino a pochi mesi fa” afferma Federico Sannella, direttore relazioni esterne e istituzionali di Birra Peroni riferendosi al caro energia e al caro materie prime. La pratica del vuoto rendere delle bottiglie di Birra Peroni è disponibile da tempo anche nei bar e ristoranti italiani, nei formati da 20 cl, 33 cl e 66 cl, così come il vuoto a rendere che riguarda i fusti.
Anche un altro noto marchio della ‘bionda’, da qualche tempo, ha scelto la strada del vuoto a rendere. Si tratta della Birra Ichnusa con la linea green di bottiglie. Queste sono contraddistinte dal tappo verde e la scritta “rispetto, riuso e impegno” presente nel collarino. L’iniziativa “Vuoto a buon rendere” è destinata soprattutto ai bar e alla ristorazione ma è disponibile anche nei formati da 33 cl e 25 cl. Grazie a tale iniziativa è possibile riutilizzare la stessa bottiglia per oltre vent’anni. Stessa scelta l’hanno fatta anche alcuni marchi dell’acqua minerale. Ad esempio Frisia che propone bottiglie in vetro con tappi in alluminio riciclabile ed etichette ecologiche in carta certificata. Anche Levico Acque si dimostra sensibile al tema utilizzando bottiglie di vetro, con vuoto a rendere, che possono essere riutilizzabili fino a trenta volte.