L'8 agosto, “Abuja Area Mama”, tiktoker trans 33enne nigeriana che si auto-definiva crossdresser e sex worker, è stata trovata uccisa nella zona di Banex, Wuse II, nel territorio federale della capitale Abuja. Il suo corpo martoriato è stato scoperto la mattina presto sul ciglio di una strada e le autorità hanno confermato il decesso all'arrivo in ospedale.
Abuja Area Mama vittima di omicidio?
La portavoce della polizia cittadina, Josephine Adeh, ha dichiarato che giovedì “una donna non identificata è stata vista giacere immobile lungo la superstrada Katampe - Mabushi” e “le indagini preliminari hanno rivelato che si trattava di un uomo completamente vestito con abiti femminili senza alcun documento di identificazione”. Il comando di polizia dell'FCT sta indagando sull’incidente, ma secondo l’agente si tratta di un omicidio colposo.
Abuja Area Mama aveva già subito attacchi e molestie in passato. In un video pubblicato poco tempo fa sui social media, ha raccontato di essere stata persino accoltellata da uno sconosciuto. Un giorno prima del ritrovamento del suo corpo, aveva pubblicato un post su Instagram in cui diceva che si stava “preparando per andare a trovare il mio ragazzo”. La tiktoker ha anche parlato apertamente dei rischi dell’essere una lavoratrice del sesso: “Potresti uscire di casa la sera per prostituirti e non tornare la mattina dopo”, aveva detto quattro mesi fa, ospite in una puntata di un podcast su YouTube.
Perché è una questione femminista
In Nigeria le relazioni tra persone dello stesso sesso sono vietate e le persone gay e trans sono spesso vittime di persecuzioni. Il divieto di matrimonio egualitario, inoltre, criminalizza la formazione e il sostegno di organizzazioni Lgbt e, implicitamente, permette ai cittadini di stabilire chi merita di vivere e chi no, chi deve subire discriminazione. Questo provvedimento, insieme alle leggi statali sulla Sharia, mette in pericolo le persone trans, come dimostrano le recenti aggressioni e fustigazioni pubbliche di cui sono state vittime. Inoltre, la polizia, che dovrebbe proteggere e difendere i diritti dei cittadini, è stata spesso complice di abusi nei confronti delle lavoratrici del sesso, con casi di estorsione, intimidazione e violenza spesso impuniti. Gli omicidi di lavoratrici del sesso nello Stato di Ogun nel 2024, a Sokoto nel 2022 e a Bauchi nel 2023 evidenziano ulteriormente i gravi rischi che corrono queste comunità emarginate.