Arrivato in Italia su un barcone, oggi è rappresentante sindacale nell’azienda in cui lavora

La storia di Ousmane Diallo, originario del Senegal e residente in provincia di Grosseto, è uno dei (purtroppo) pochi esempi di reale integrazione nel nostro Paese

6 luglio 2024
La storia di Ousmane Diallo (Ansa)

La storia di Ousmane Diallo (Ansa)

Ousmane Diallo, 34 anni originario del Senegal, è arrivato in Italia nel 2017 a bordo di un barcone. Un destino che accomuna molte anime, alcune delle quali purtroppo non riescono a giungere a destinazione. Diallo non solo ce l’ha fatta, ma la sua storia è un esempio di integrazione, in netto contrasto alle tante, tantissime storie di emarginazione, discriminazione e sfruttamento che riempiono le pagine dei giornali o che vengono taciute.

E’ arrivato su un barcone, dicevamo, sul quale è stato caricato da alcuni scafisti nordafricani nonostante fosse malato. Aveva bevuto dell’acqua da alcune pozze, unica fonte a sua disposizione e le sue condizioni di salute si sono aggravate, tanto che gli scafisti avevano pensato di sbarazzarsene. Non lo hanno fatto. 

E’ arrivato così in Italia dove, dopo aver fatto il meccanico, si è specializzato nel mondo dell'edilizia. Di recente è stato nominato Rsa (rappresentante sindacale aziendale) per Fillea Cgil nella ditta Marconi, nel grossetano, che gli ha permesso di studiare sia per cercare di conseguire la licenza media sia per ottenere le certificazioni del settore.

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Diallo è un amante della Maremma, si destreggia bene con la lingua italiana e crede molto nelle possibilità offerte dal nostro Paese. "Qua sto molto bene - dice Ousmane - sono contento di essere stato eletto rappresentante sindacale nell'azienda dove lavoro. Ci sono anche altri stranieri e troverò il modo di essere la voce di tutti e far proseguire il buon clima di lavoro che già c'è – racconta – Ho fatto inizialmente il meccanico per auto e moto. Oggi lavoro nell'edilizia con un contratto a tempo indeterminato e mi sto specializzando su ambiente e saldatura. Sono molto felice di lavorare in Italia. Seguo sempre le vicende politiche in Senegal, sul mio Paese ripongo sempre molte speranze. Sono convinto che, come l'Italia, debba andare avanti e progredire, non tornare indietro”.

Per Anna Capobussi, segretaria Fillea Cgil di Grosseto, "Ousmane ci dimostra che quando viene mostrata la giusta strada, e non quella del caporalato, gli immigrati sono perfettamente in grado di integrarsi, la normativa però deve dare la possibilità di farlo. La Bossi-Fini va modificata con urgenza”.