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Autoerotismo femminile ancora tabù: molte lo praticano, tante se ne vergognano

L'84% delle intervistate ha dichiarato di essersi masturbata almeno una volta nella vita, 1 donna su 2 ha usato sex toys. La masturbazione ha tanti effetti positivi sia fisici che mentali, ma il troppo può sfociare in un comportamento disfunzionale

di SOFIA TULI -
9 marzo 2024
Autoerotismo femminile (immagine di repertorio)

Autoerotismo femminile (immagine di repertorio)

C’è chi lo fa e chi mente, spesso per imbarazzo o pudicizia. L’autoerotismo è un importante strumento per conoscere ed esplorare il proprio corpo, oltre che una fonte di piacere, eppure la masturbazione è ancora oggi un tabù. Quella femminile in particolar modo.

Oggi c’è sicuramente più consapevolezza e libertà rispetto al passato, se ne parla di più, tra amiche o sui social, ma le donne, a causa dei soliti e noiosi stereotipi di genere, si trovano ancora a dover affrontare e sopportare una maggiore stigmatizzazione rispetto agli uomini. La masturbazione viene percepita da alcune persone come immorale, volgare, legata categoricamente all’assenza di un partner. Ma non è assolutamente così. L’errata concezione può provocare imbarazzo, vergogna e senso di colpa, limitando o addirittura impedendo il rapporto con sé stesse e la propria sessualità. Quando invece è sintomo di salute, fisica e psicologica. 

Donne italiane e masturbazione: un po’ di numeri.

In Italia, un contributo significativo è stato fornito dall'Associazione Italiana Sessuologia Psicologia Applicata (AISPA), che ha condotto uno studio sulla masturbazione femminile, coinvolgendo oltre 1.200 donne con un'età compresa tra i 18 e i 50 anni.

L'84% delle donne intervistate dall’AISPA ha dichiarato di essersi masturbata almeno una volta nella vita, la metà prima dei 14 anni.

Circa il 90% di coloro che praticano l’autoerotismo dice di riuscire a raggiungere sempre o quasi sempre l'orgasmo, impiegando raramente più di 10 minuti. 1 donna su 2 riferisce di aver sperimentato l'utilizzo di sex toys.

Disparità tra i generi sulla frequenza

Quando si analizza la frequenza, 1 su 5 afferma di ricorrere alla masturbazione una o più volte alla settimana. Un dato interessante che riflette una crescente consapevolezza, ma pone l’accento sul fatto che il masturbation gap sia ancora fortemente presente: il 50% degli uomini ammette di praticare la masturbazione almeno una volta alla settimana, mentre solo il 20% delle donne riporta la stessa frequenza.

Per ciò che concerne, invece, il piacere femminile stimolato dal partner: il 66,9% dice di riuscire a raggiungere l'orgasmo attraverso la masturbazione praticata dal partner, mentre l'88,3% con l’autoerotismo. Questa discrepanza potrebbe essere riconducibile alle difficoltà che alcune donne incontrano nel vivere appieno, liberamente e senza inibizioni i momenti di intimità. Il 60% delle intervistate ha, infatti, riferito di non riuscire mai a "lasciarsi andare" completamente.

Infine, nonostante i notevoli progressi, sono ancora moltissime quelle che dichiarano di percepire l'autoerotismo come un argomento proibito, soprattutto all'interno della relazione di coppia. Il timore che il partner interpreti questa pratica come un segno di insoddisfazione sessuale è ancora ampiamente diffuso.

Parola all’esperta

Perché è ancora considerato un tabù?

“In una società in cui la prospettiva maschile è tuttora dominante, la donna è spesso rappresentata come un soggetto passivo nella sfera sessuale, apparentemente priva di desiderio. Per lungo tempo, infatti, l'idea fuorviante che le donne non potessero essere autrici del proprio piacere ha fatto sì che la masturbazione fosse vista come un’attività di solo appannaggio maschile. L'autoerotismo femminile è, quindi, stato spesso interpretato come un modo per colmare vuoti emotivi o come una strategia per affrontare situazioni stressanti. Tuttavia, a partire dalla metà del secolo scorso, gli studi sulla sessualità umana hanno iniziato a gettare maggiore luce sul piacere femminile”,

Tabù che affonda le proprie radici nell’infanzia

Lo stigma associato alla masturbazione femminile affonda le proprie radici nell’educazione ricevuta dagli adulti di riferimento e nelle esperienze vissute durante l'infanzia, quando si formano le prime impressioni e percezioni riguardo alla sessualità.

Nei primi anni di vita, infatti, le bambine intraprendono un naturale percorso di esplorazione corporea, cercando sensazioni piacevoli attraverso la stimolazione, spesso involontaria e indiretta, dei genitali. Tali comportamenti, specialmente se si verificano in contesti pubblici o in presenza di altre persone, possono far scaturire disagio e imbarazzo nelle figure adulte responsabili dell'accudimento. Capita, quindi, di frequente che le bambine vengano riprese e che sia vietato loro di toccarsi, generando, così, un profondo senso di colpa e di vergogna legato alla scoperta del corpo e del piacere sessuale.

Con la controparte maschile, invece, è generalmente più tollerata. Anche durante l’adolescenza, le ragazze spesso vengono educate a evitare qualsiasi forma di esplorazione sessuale, sia essa individuale o all'interno di una relazione di coppia. La mancanza di dialogo e di un'educazione sessuale adeguata fanno sì che molte giovani donne non riescano a raggiungere piena consapevolezza di sé e della propria sessualità durante una fase della vita che, invece, dovrebbe essere caratterizzata dalla scoperta e dall'apprendimento. 

Educazione sessuale: perché è fondamentale educare alla sessualità fin dall’infanzia?

“Favorire il confronto e l’approfondimento di queste tematiche tra le nuove generazioni, sin dall'infanzia, risulta fondamentale al fine di promuovere una comprensione sana e rispettosa della sessualità e creare un ambiente in cui le donne possano abbracciare il piacere e l’esplorazione del proprio corpo liberamente”.

L’importanza dell’educazione sessuale

Il ruolo chiave rivestito dall’educazione sessuale è sostenuto anche dall’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che, nel documento Standard per l’Educazione Sessuale in Europa, afferma: “l’educazione sessuale fa anche parte dell’educazione più generale e influenza lo sviluppo della personalità del bambino. La natura preventiva dell’educazione sessuale non solo contribuisce a evitare possibili conseguenze negative legate alla sessualità, ma può anche migliorare la qualità della vita, la salute e il benessere, contribuendo, così, a promuovere la salute generale”. 

E’ un antidolorifico naturale

Da un punto di vista fisico, la masturbazione contribuisce al mantenimento della salute dei tessuti genitali, favorendone l'elasticità e la vitalità. E anche un potente antidolorifico naturale: inducendo il rilascio di endorfine può aiutare a ridurre i dolori muscolari, lenire sensazioni di dolore come il mal di testa o i dolori mestruali e alleviare eventuali tensioni accumulate. 

Un altro aspetto importante è la relazione tra masturbazione femminile e salute del pavimento pelvico. Riduce, inoltre, il rischio di infezioni delle vie urinarie e la probabilità di perdite involontarie di urina e di prolasso uterino.

Gli effetti sulla mente

Favorisce, inoltre, il rilascio di dopamina e serotonina, che contribuiscono a migliorare il tono dell'umore, la qualità del sonno e la gratificazione sessuale. Ma non solo: svolge un ruolo fondamentale nel rilassamento e nella riduzione dello stress.

Masturbazione compulsiva

La masturbazione è un atto naturale e sano, fonte di piacere e benessere. Tuttavia, l'eccesso può trasformarla in un comportamento disfunzionale e problematico.

“Come per qualsiasi altra attività, è importante mantenere un equilibrio sano e consapevole nella pratica della masturbazione. Quando l’autoerotismo diviene una pratica fuori dal proprio controllo, finendo con l’interferire e prendere il sopravvento sulla quotidianità o col generare disagi della sfera sociale, lavorativa o relazionale, in tal caso potrebbe essere indice di una problematica. In alcuni casi, l’autostimolazione sessuale potrebbe, infatti, trasformarsi in uno strumento atto a soddisfare esigenze psicologiche diverse da quelle della semplice ricerca del piacere, diventando una strategia di coping per affrontare l'ansia, lo stress o altre emozioni complesse – continua la dottoressa Valeria Fiorenza Perris – Si parla di masturbazione compulsiva quando la donna, spinta da un bisogno irrazionale e urgente, pratica atti di autoerotismo in modo ripetitivo e più volte durante l'arco della giornata. In altri casi, potrebbe, invece, essere sintomatico di una dipendenza sessuale, come la ninfomania, caratterizzata dalla necessità patologica e ossessiva di avere rapporti sessuali o praticare l’autoerotismo. Le conseguenze di un approccio poco sano possono includere: calo del desiderio, evitamento dei rapporti sessuali, isolamento sociale, stanchezza cronica e insonnia, così come anche bassa autostima, ansia, vergogna e tristezza”