Dalila Di Lazzaro: “Sono scappata da De Niro dopo che mi baciò. Se mio figlio fosse vivo sarei nonna”

L’attrice ed ex fotomodella si racconta in una lunga intervista al Corriere, ripercorrendo la carriera, gli incontri con alcune leggende del secolo scorso e il dolore più grande, la morte di Christian nel 1992

29 aprile 2024
Dalila Di Lazzaro

Dalila Di Lazzaro

Dalila Di Lazzaro a 71 anni è ancora una donna bellissima, dal fascino ammaliante e sì, ancora seducente. Ma porta addosso i segni di un passato doloroso, dei traumi che non si cancellano col tempo. Ex modella, attrice, donna di spettacolo che nella sua vita ha avuto a che fare coi più grandi, ora si racconta in una lunga intervista al Corriere della Sera. 

La cena a casa Minà 

Ricordando, ad esempio quella cena a Milano – zona Brera – che è entrata nella storia, nel mito del Novecento, grazie allo scatto che immortalava i presenti ospiti del grande giornalista Gianni Minà nella sua casa: Muhammad Alì, Robert De Niro, Sergio Leone e Gabriel García Márquez. “Essì, c’ero anche io”, dice Di Lazzaro. Un ricordo felice, che le riporta alla mente in particolare quanto accaduto con uno di questi personaggi. La donna, allora famosa fotomodella, non conosceva De Niro ammette ma fu il regista Leone a spiegargli come stavano le cose: “Mi disse: ‘Figliola mia, ma non sai quello che Robert ha fatto perché tu fossi qui stasera. Mi ha detto che se non ci fossi stata tu, lui non avrebbe fatto il film con me. Non puoi capire, mi ha chiamato da New York: Allora c’è Dalila?’”.

Dalila Di Lazzaro in una foto d'archivio
Dalila Di Lazzaro in una foto d'archivio

Quando De Niro le dette un bacio e lei… scappò

Se lei non lo aveva mai visto, non si poteva dire lo stesso del noto attore hollywoodiano. Certo l’incontro tra i due fu memorabile: “Subito non lo riconobbi, sembrava un frate. Camicia di lino e jeans stropicciati, infradito”, afferma divertita ancora oggi la 71enne, che poi però aggiunge un aneddoto non certo lusinghiero: “A mezzanotte avevo appuntamento con il mio fidanzato, gli avevo detto che ero fuori per lavoro e di aspettarmi. Quando saluto e me ne vado, De Niro esce con me, non sapevo come smollarlo. Mi resta dietro per tutta Trastevere – continua – ‘Vengo con te’, io con i tacchi sui sampietrini... ‘Non ti lascio, voglio star con te’. Io: ‘Ma non posso!'. E lui: 'Non ti faccio niente’. Ussignur”

Un vero e proprio pedinamento stretto, quello di De Niro nei suoi confronti, nonostante alla cena ci fosse anche la moglie e la stessa Dalila non avesse dato alcun segno di voler cedere alle avances. Il culmine, però, arriva una volta che i due arrivano “a piazza Navona. Vado verso l’hotel Raphael, esasperata entro e chiedo un taxi – racconta ancora l’attrice –. Quando arriva l’auto, Robert mi dà un bacio, mi fa cadere, mi abbraccia. Io mi divincolo. Dico al tassista... vada via: scappo, una liberazione!”.

O meglio, fuggita da quella che oggi definiremmo una molestia, che stava per sfociare in qualcosa di peggio. Erano altri tempi e l’odierno 80enne non proprio un esempio di moralità, visto che la sua assistente, molti decenni dopo, l’ha denunciato proprio per molestie sessuali (e discriminazione). 

Tre scartti del passato dell'attrice Dalila Di Lazzaro
Tre scartti del passato dell'attrice Dalila Di Lazzaro

La morte del figlio Christian 

Ma se quella volta Dalila Di Lazzaro l’ha scampata per un soffio, il destino aveva in serbo per lei un dolore estremamente più grande: la morte del figlio. “Christian era del 1969, oggi sarei nonna. Chissà. Venne travolto da un’auto la sera del 19 maggio 1991 mentre rincasava in motorino, sulla Cassia”. Una perdita tremenda anche perché si può dire che i due, fino a quel tragico giorno, erano cresciuti insieme, essendo lei ancora un’adolescente quando Christian naque: “Aveva 22 anni, io 37. L’ho avuto che ero quindicenne. Eravamo legatissimi, con lui mai un problema”. 

Ora non le restano che i ricordi dei sogni spezzati del suo ragazzo: “Studiava, voleva diventare un dentista, sarebbe dovuto andare negli Stati Uniti per perfezionarsi. Era un chitarrista, suonava in un complessino che si era esibito anche al PalaEur. Solo dopo la sua morte seppi che componeva canzoni, me lo dissero i ragazzi della sua band”.