Barbie al servizio dei malati di
Alzheimer. Mentre al cinema la ‘rivoluzione rosa’
continua a macinare incassi e rimane in vetta al box office per la seconda settimana consecutiva, in una struttura sanitaria assistita, l’iconica bambola viene impiegata nel progetto di “
Doll Therapy”.
L'iconica bambola è protagonista della Doll Therapy per le pazienti affette da Alzheimer
Accade nella Rsa San Raffaele di Campi Salentina, in provincia di Lecce, dove gli operatori – travolti dalla scia inarrestabile del fenomeno portato sul grande schermo da
Margot Robbie, ne hanno regalato alcune a un gruppo di pazienti affette da Alzheimer.
I benefici di Barbie
“La reazione delle ospiti è stata sorprendente, al di là di ogni previsione possibile” racconta
Irene Patruno, educatrice professionale della residenza, spiegando che nell'ambito del laboratorio di Doll Therapy alle pazienti del nucleo Alzheimer è stata data la possibilità di scegliere con quale bambola giocare tra le diverse presenti. Secondo l'educatrice giocare con le Barbie non era e non sarà mai uguale a giocare con le altre bambole anzi, chi giocava con
le bambole Mattel spesso non giocava affatto con altri bambolotti.
Sul maxi schermo ha il volto di Margot Robbie
"Le pazienti che l'hanno scelta, sempre diffidenti nel corso delle sedute precedenti, avevano senza dubbio
un trascorso personale legato alla
doll più famosa al mondo" dice ancora l'educatrice. "Tant'è che hanno preso a rapportarcisi come se non avessero mai smesso di farlo, improvvisando acconciature, cambi d'abito e dialoghi forse mai davvero dimenticati" conclude Patruno. “La Doll therapy, o terapia della bambola, rientra nei cosiddetti interventi non farmacologici utilizzati nel trattamento delle
demenze” spiega la dottoressa
Maria Giovanna Pezzuto, psicologa della Rsa salentina. “Il contatto visivo e corporeo, la manipolazione tattile e il dialogo con la bambola possono stimolare i processi cognitivi e la memoria” spiega.
Una scena del film dedicato alla bambola Mattel
E aggiunge: “Inoltre può facilitare il dialogo, la capacità relazionale, il rilassamento e i processi emozionali,
diminuire i disturbi comportamentali e del sonno, l'irritabilità e il senso di depressione”. L’icona indiscussa delle bambole ha fatto ancora di più. Ha eliminato quella patina di grigio e apatia dal volto delle pazienti solitamente poco collaborative alle
terapie manuali tingendo di rosa una bollente giornata estiva in cui tutto è diventato possibile. Con la fantasia, infatti, le pazienti sono partire per una vacanza al mare a bordo di
una spider decappottabile e poi anche per una gita in montagna con una roulotte lucente come una reggia, rigorosamente rosa shocking. Nella Rsa la magia del film di
Greta Gerwig è diventata realtà quando una delle ospiti all’affermazione di una operatrice “ma quanto sei bella” ha risposto “ma certo, lo so”.
Tanti i benefici riscontrati giocando con l'iconica bambola
Alzheimer, una malattia avida
La demenza senile è una
patologia neurodegenerativa dell'encefalo che determina una riduzione graduale e irreversibile delle facoltà cognitive, la forma più comune è quella di Alzheimer. Il World Alzheimer Report parla di 46milioni di persone colpite nel mondo nel 2015 che diventeranno
oltre 131,5 milioni nel 2050. In Italia, attualmente, il numero totale dei pazienti con demenza è stimato in
oltre 1 milione (di cui circa 600.000 con demenza di Alzheimer) e circa 3 milioni sono le persone direttamente o indirettamente coinvolte nella loro assistenza, con conseguenze anche sul piano economico e organizzativo. È una
malattia avida che si prende tutto e anche di più. Chi ne è affetto vive una vita parallela, perde la percezione del tempo, dello spazio, delle distanze. Sbiadisce. Come la pellicola di un film. Ma questo non è un film.