In tempi di pandemia ogni mascherina vale (quasi) una vita. E se all'inizio dell'emergenza ne spopolavano di ogni tipo, dalle chirurgiche a quelle 'amatoriali' o di stoffa, oggi le regole del Governo italiano impongono l'uso del tipo Ffp2 in gran parte dei luoghi e servizi. Più sicura della chirurgica, anche questo modello però può essere "fashion", per chi oltre all'utilità non rinuncia a un tocco di glamour. Oppure, semplicemente, si adatta a quello che trova. E allora capita sempre più spesso di vedere le persone indossare Ffp2 dai colori più o meno accesi e sgargianti, per piacere personale o semplicemente per averne trovate solo colorate. E non ci sarebbe nulla di male, a dare un tocco di colore in un periodo di grande difficoltà non solo sanitaria ma anche emotiva e psicologica come quello che stiamo vivendo. Ma c'è chi non è affatto di questo avviso.
Gli agenti di Pavia, Varese, Ferrara, Siracusa e Venezia, di recente, hanno ricevuto una fornitura di mascherine Ffp2 per l'utilizzo durante l'orario di servizio, una cosa comune direte voi, accade anche in molti altro posti di lavoro e nelle scuole. Ma il problema, in questo caso, è il colore di questi dispositivi di protezione. Rosa. Il Sap (Sindacato autonomo della polizia), a seguito della scoperta, ha subito inviato una lettera al capo della Polizia, il prefetto Lamberto Giannini chiedendo "un immediato intervento volto ad assicurare che i colleghi prestino servizio con mascherine di colore diverso" dal rosa, che "risulta eccentrico rispetto all'uniforme e rischia di pregiudicare l'immagine dell'Istituzione". Le mascherine rosa sarebbero talmente "indecorose", per il sindacato, da pregiudicare addirittura l'immagine dell'istituzione stessa. Solo perché l'"inusuale" fornitura, si legge ancora nel testo della nota, avrebbe "suscitato perplessità" in quanto a due anni dall'inizio della pandemia non dovrebbe essere complicato procurare mascherine Ffp2. Sottinteso –ma non troppo– di un altro colore, più "sobrio" forse, come il bianco, blu o il nero. Insomma un colore che, a differenza del rosa, non toglierebbe autorevolezza alla divisa. Perché si sa no, è l'abito o, in questo caso, l'accessorio ormai indispensabile per tutti che fa il monaco... o meglio, il poliziotto. Nella lettera a Giannini si chiede quindi "un immediato intervento volto ad assicurare che i colleghi prestino servizio con mascherine di un colore diverso (bianche, azzurre, blu o nere) e comunque coerenti con l’uniforme della Polizia di Stato evitando dispositivi di altri colori o con eventuali decorazioni da ritenere assolutamente inopportuni". E ancora: "Appare altresì chiaro che la rilevanza delle funzioni svolte dalla Polizia di Stato impone all’Amministrazione di preservare il decoro dei propri operatori, evitando che gli stessi siano comandati a svolgere attività istituzionale con dispositivi di protezione di un colore che risulta eccentrico rispetto all’uniforme", richiamando addirittura la circolare del 29 ottobre 2019, in cui si intimava agli agenti di "evitare l’utilizzo di capi non conformi in grado di pregiudicare il decoro dell’Istituzione". Quello che però verrebbe da chiedersi oggi, allora, è se il colore delle mascherine durante una pandemia può essere così fondamentale e categorizzante, se non addirittura 'discriminatorio'.
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