La designer dalla mano bionica, la protesi si aziona coi muscoli: “Riesco a fare movimenti che non sarebbero possibili”

Maria Fossati, nata senza un arto, lavora all’IIt e al Festival della Robotica ha mostrato come utilizza la super-protesi messa a punto dall’Università di Pisa e dall’Istituto italiano di tecnologia

di ENRICO MATTIA DEL PUNTA -
24 maggio 2024

Una mano robotica azionata con i muscoli dell’arto e con un sistema di controllo estremamente intuitivo. È la Soft Hand Pro messa a punto dall’Università di Pisa e dall’Istituto italiano di tecnologia e presentata al Festival della Robotica, al via da ieri pomeriggio con una cerimonia alla Stazione Leopolda di Pisa ed in programma fino a domani 26 maggio.

"Si tratta di una mano protesica innovativa – spiega Manuel Catalano, ricercatore dell’Università di Pisa e dell’Istituto italiano di Tecnologia – che ha un sistema di articolazioni complesso e robusto come quello delle mani umane e un sistema di controllo estremamente intuitivo con un singolo motore che muove tutti i giunti dell’articolazione della mano e che interagisce in maniera sicura con le persone e il corpo”.

Festival della robotica 2024 Pisa
Festival della robotica 2024 Pisa

La protesi, ha aggiunto Maria Fossati, fin dalla nascita senza l’arto sinistro e designer dell’Istituto italiano di Tecnologia, è “mioelettrica e si aziona contraendo con il muscolo interno ed esterno del braccio come se fossero due pulsanti, aprendola e chiudendola grazie alla tecnologia contenuta all’interno che le permette di muoversi con assoluta naturalezza, e permettendo di fare dei gesti altrimenti non possibili”.

Fossati inoltre ha partecipato alle competizioni Cybathlon nel 2020, proprio per far vedere e mostrare quanto la protesi possa aiutare nelle azioni di vita quotidiana. SoftHand è stata esposta nelle Logge dei Banchi. "Dal punto di vista della ricerca – ha concluso invece Lucia Pallottino, direttrice del Centro ricerca ‘Enrico Piaggio’ dell’Ateneo pisano – le protesi nascono dallo studio dell’essere umano, di come è fatta la mano e come viene utilizzata per poi diventare arti robotici e protesi il più possibile simili a quelli umani. Importante inoltre è lo studio e la valutazione dell’impatto delle protesi sulla persona che le utilizza dal punto di vista psicofisico per essere comode ed emotivamente accettate. Uno studio non solo ingegneristico ma che copre tutto quanto è legato all’essere umano. Per questo sono fondamentali ricerche altamente interdisciplinari”.