Don Patriciello: “Ai giovani non servono eroi, ma modelli più vicini a loro”

Il parroco di Caivano al Festival della Legalità smonta la retorica con cui si cerca di allontanare le nuove generazioni dal disagio e dalla criminalità: “La repressione deve andare di pari passo con l’educazione. Bisogna fargli capire che l'onestà paga”

25 maggio 2024
Don Patriciello, parroco di Caivano

Don Patriciello, parroco di Caivano

“L’esercito di polizia e carabinieri deve andare di pari passo con l’esercito dei maestri elementari”. Così don Maurizio Patriciello, intervenuto all’incontro sul tema “Dal disagio giovanile alla criminalità”, organizzato nell’ambito del Festival della Legalità, andato in scena a Firenze giovedì e venerdì scorsi. Al fianco del parroco di Caivano anche Salvatore Calleri presidente della Fondazione Caponnetto e Costantino Capuano già questore di Siena, per un dibattito moderato da Mimma Dardano per Il gomitolo perduto, organizzatore dell’evento.

“Ai nostri giovani - ha suggerito don Patriciello - si presentano troppo spesso delle figure grandissime, eroiche come Falcone, Borsellino, don Diana, Peppe Puglisi o Siani. Ma, specialmente per i bambini, sono troppo in alto, servono figure più accessibili. Perché se per essere onesti si va incontro alla morte rischia di passare il messaggio che non conviene essere onesti. Ci vogliono delle figure più vicine a loro, come il papà, la mamma, lo zio, il parroco, il macellaio che con il loro esempio facciano capire che invece conviene essere onesti”.