Dimmi cosa mangi ti dirò chi sei: quante volte l’avete sentita questa frase? O ancora ‘siamo quello che mangiamo’. Ovviamente si tratta di locuzioni che hanno un loro legittimo fondamento. Ma è pur vero che i gusti, e dunque il metro di giudizio, risentono molto del tradizioni e della storicizzazione dei sapori.
Ad esempio, nessuno di noi oggi si sognerebbe di condire i propri piatti con colatura di pesce marcio arricchito da spezie, eppure il garum era una vera prelibatezza per i romani. Sia come sia, ci sono piatti tipici che al di fuori del Paese d’origine richiamo davvero di essere considerati se non indigesti, quantomeno ‘particolari’.
E così la bibbia mondiale del cibo tradizionale, Taste Atlas (il motto della rivista è: travel global, eat local…), ha scelto i 10 piatti più disgustosi del mondo: dallo Svið, allo Chapalele, alle Aginares salata, un elenco basato sulle oltre 600.000 valutazioni elaborate da viaggiatori provenienti da ogni angolo del pianeta.
Ecco quali sono.
Il podio dei “piatti più disgustosi al mondo”
In testa svetta il Blodplättar, pancake al sangue, piatto svedese molto apprezzato anche in Norvegia ed in Finlandia. Per prepararli si procede con una normale pastella per pancake aggiungendo poi un po’ di sangue animale che dona loro un invitante colorito marroncino. Si servono con spezie, cipolle e marmellata di mirtilli
Dalla contigua Finlandia arriva invece il Blodpalt, che si piazza al scendo posto: ravioli marroni preparati con la farina di segale, oppure di orzo e sangue di renna, accompagnati da spezie, purè di patate, pancetta fritta, burro e marmellata di mirtilli. Possono essere farciti con cipolle e pancetta, e cotti nel brodo di carne.
Ancora un piatto nordico, svedese per la precisione, per il terzo gradino del podio: il Calskrove una specie di pizza-calzone farcito con hamburger, cipolle, salse e patatine fritte, ideata dal ristorante svedese Tre Konor, nella città di Skellefteå.
Dal 4° al 10° posto
Al quarto posto lo Svið, che viene dall’Islanda: una testa di pecora spaccata a metà e cotta sulla brace. Solitamente accompagnata da rape, gelatina di rabarbaro e purè di patate, tradizionalmente servita durante la festività di Thorrablot (Þorrablót), la festa di metà inverno che si celebra in Islanda.
Per la quinta posizione ci si sposta in Thailandia con l’Hon mhai, ovvero uno street food composito da bachi da seta fritti e conditi con sale, pepe ed una salsa che varia a seconda dell’ambulante.
Sesto in classifica il Chapalele dal Cile: una particolare tipologia di pane realizzato con patate e farina. Originario dell’isola di Chiloé, nel sud del paese, cotto all’interno di un buco scavato nel terreno, il cosiddetto curanto.
Un piatto inglese, le Jellied eels, occupa il settimo posto. Si tratta di anguille in gelatina, una ricetta che risale al XVIII secolo, preparata con anguille tagliate a pezzi, bollite con delle erbe aromatiche e poi lasciate raffreddare, per permettere la formazione della tipica gelatina. Vengono servite con pepe bianco ed aceto.
All’ottava posizione il Ramen Burger, lanciato nel 2013 nel quartiere newyorchese di Brooklyn dopo esser stato ideato dal foodblogger Keizo Shimamoto. Si tratta di un fantasioso panino farcito con hamburger di carne, che al posto del pane prevede due fette di noodle fritti, arricchito da salsa shoyu, rucola e cipolla.
Nona invece per il Kaeng tai pla, ancora dalla Thailandia, che ha come protagonista il tai pla, ossia interiora di pesce fermentate, a cui si aggiunge un curry piccante formato da ingredienti quali peperoncini, galanga, pasta di gamberi, curcuma, scalogno e citronella. Servito con del riso a vapore, prevede, come accompagnamento, pesce secco, melanzane, germogli di bambù, fagiolini ed altre verdure.
Chiude la classifica la Aginares salata, una tradizionale insalata di carciofi originaria dell’isola di Creta. Oltre ai carciofi, il piatto prevede olio, limone, senape, aglio, aneto, sale e pepe. Per realizzarlo, dovrete bollire i carciofi nell’acqua, in cui si aggiunge del succo di limone, scolarli ed attendere che si raffreddino.
Il piatto italiano in classifica
E l’Italia? In quindicesima posizione abbiamo l’insalata di nervetti, un classico della tradizione lombarda che utilizza le cartilagini del ginocchio di vitello, condite con cipolla e aceto. Mentre al 62° posto, c’è il risotto alle fragole, che, diciamocela tutta, ma fronte di tutto quanto letto, in realtà sarebbe da inserire in tutt’altra classifica!