Dovere di visita per i padri separati in Francia, l’associazione italiana: “Gli intoppi potrebbero essere tanti”

La presidente dell'Associazione Padri Separati (Aps), Tiziana Franchi: "Molti genitori non riescono a trovare un domicilio vicino per adempiere al dovere". Le proteste delle femministe? “E’ perché se passa una cosa così non girano più assegni di mantenimento”

di EDOARDO MARTINI
13 maggio 2024
Padri separati

Padri separati

La "campagna paritaria" e allo stesso tempo divisiva proposta dal presidente Emmanuel Macron, sta suscitando polemiche non solo nel Paesi dei Lumi, ma anche in Italia. L’idea di istituire il dovere di vista per i padri separati ha suscitato qualche perplessità.

Sulla questione abbiamo chiesto un parere a Tiziana Franchipresidente dell'Associazione Padri Separati (Aps), che opera in Italia da 33 anni. La donna, al nostro canale, oltre a ricordare che la sua associazione aveva pensato al tempo paritario come prassi nel lontano 2006, ha proposto anche una soluzione per mettere a tacere la controversa questione francese.

Cosa ne pensate della campagna paritaria del presidente Macron?

"Mi ricorda quando noi avevano fatto la proposta di legge sull'affido condiviso mettendo il tempo paritario come prassi. Questo significava non portare i bambini a tanti chilometri di distanza, meno liti a livello economico e più certezze. Il problema è che ci sono persone che non riescono a dedicare veramente metà del tempo ai figli. Noi la volevamo mettere come consuetudine, poi chi non ce la faceva adottava una variante. Naturalmente questa era la filosofia del 2006 quando doveva passare la legge sull'affido condiviso. Ora non lottiamo più per chiedere questa modifica perché dietro c'è il mondo: c'è il fatto, per esempio, che un genitore magari non riesce a trovare un domicilio abbastanza vicino per adempiere al cosiddetto dovere di visita. Poi c'è la questione genitori responsabili. Se quest'ultimi non decidono all'unisono cosa è meglio per i figli, siamo sempre in tribunale. Anche se è bene dirlo, molte persone come gli avvocati ci guadagno su questo". 

E quale soluzione proporrebbe?

"La cosa migliore sarebbe che il bambino rimanesse nella casa dove è cresciuto con i genitori che a turno escano una volta alla settimana, una volta la madre e una volta il padre. Così il bimbo non viene sradicato dal domicilio domestico". 

Infine sulle proteste delle femministe...

"Protestano perché se passa una cosa così non girano più assegni di mantenimento. In Inghilterra, ad esempio, i padri sono coinvolti fin dall'inizio. In Italia abbiamo il culto che il bambino è della madre perché l'ha concepito. Ma non è più così perché ormai i padri vanno a scuola, li vestono, li lavano, li portano a fare attività sportive. Il padre di adesso non è più quello di 50 anni fa. Si continua con questa mentalità mammona che in Italia è difficile da sradicare".