Festa della Mamma, come nasce la ricorrenza? 5 consigli per sconfiggere il gender pay gap

Otto madri su 10 affrontano discriminazioni sul posto di lavoro con il fenomeno del "motherhood penalty". La presidente di Fondazione Libellula Moretti: "Il divario retributivo e professionale è alimentato da vecchi stereotipi di genere"

di EDOARDO MARTINI
12 maggio 2024
Oggi, 12 maggio, è la festa della mamma

Oggi, 12 maggio, è la festa della mamma

Oggi, 12 maggio, si festeggia la mamma come figura fondamentale per i figli, come porto sicuro dove rifugiarsi quando non si ha da chi andare. Ma si celebra anche la maternità e l'influenza sociale delle madri.

Festa della Mamma: quando nasce e quando si celebra 

C'è da chiedersi allora come mai è stata istituita proprio la seconda domenica di maggio. E per rispondere dobbiamo tornare al 1908 quando l'americana Anna Jarvis organizzò le prime celebrazioni ufficiali della Festa della Mamma, tra il West Virginia e Filadelfia, scegliendo la seconda domenica di maggio poiché onorava l'anniversario della morte di sua madre. Lo scopo era istituire una festa dedicata alla mamma, che potesse "commemorarla per il servizio impareggiabile che ella rende all'umanità in ogni campo della vita", come ebbe a dire la compianta madre della Jarvis.

In Italia questa festa arriva nel 1933, durante il fascismo, quando il 24 dicembre viene celebrata la "Giornata della madre e del fanciullo". Poi nella seconda metà degli Anni '50 del '900 iniziarono a diffondersi due feste della mamma: una organizzata dal parroco di una frazione di Assisi per motivi religiosi, per celebrare la maternità nel suo valore cristiano; l'altra in Liguria, per motivi commerciali, promossa dai fiorai. Entrambe erano festeggiate a maggio, mese dedicato alla Madonna per i primi, e periodo ricco di fiori per i secondi. Dal 1959 la festa prese piede e si è celebrata per vari anni l'8 maggio, per poi passare alla seconda domenica di maggio.

Il fenomeno del gender pay gap
Il fenomeno del gender pay gap

Il problema del gender pay gap

Da quel momento di tempo ne è passato, ma il ruolo delle madri non è mai cambiato: sono rimaste sempre i punti fermi nelle vite dei figli, delle figlie e nella società in generale. Purtroppo le mamme però non posso festeggiare più di tanto in quanto sono costrette ad affrontare diverse discriminazioni sul posto del lavoro. Basti pensare, ad esempio, al fenomeno, sempre più diffuso a livello globale, della "motherhood penalty", per cui la retribuzione delle donne diminuisce una volta diventate madri, spesso in virtù della loro maggiore propensione al lavoro di cura e ad un mancato supporto da parte dei datori o delle datrici di lavoro. Tutto questo infatti accentua il fenomeno del gender pay gap.

Trend però diffuso anche nel nostro Paese. Se prendiamo infatti in considerazione la Survey L.E.I. (Lavoro, Equità, Inclusione) 2024 diffusa recentemente da Fondazione Libellula, che ha coinvolto 11.201 donne, possiamo notare come in Italia l'84% delle madri con figli al di sotto dei 3 anni sia toccato dal gender pay gap. Tuttavia il divario non è solamente economico, ma anche professionale in quanto il 75% delle madri vede rallentato il proprio percorso di crescita, con una percentuale maggiore se minore è l'età dei figli e maggiore il numero degli stessi. 

"Il divario retributivo è alimentato da vecchi stereotipi di genere"

E sul fenomeno è intervenuta Debora Moretti, Fondatrice e Presidente di Fondazione Libellula, che ha messo in evidenza come quest'ultimo sia favorito dagli stereotipi di genere: "Il divario retributivo e professionale è alimentato da vecchi stereotipi di genere: la narrazione dice che le donne sono per natura multitasking, guarda caso però quando diventano madri si pensa che non possano essere anche brave professioniste e che può esistere solo o una o l'altra cosa. Questo comporta una serie di discriminazioni che frena il percorso lavorativo delle donne che hanno figli/e, spesso costrette o molto sollecitate a scegliere di lavorare meno o non puntare su una maggior crescita professionale".

Ad aggravare ulteriormente la situazione c'è poi la scelta di impieghi part-time o addirittura di abbandonare il lavoro per avere più di tempo per prendersi cura dei figli. Come emerge dalla survey infatti, sono perlopiù le donne a occuparsi della loro gestione (51% circa delle intervistate), il che conferma gli stereotipi che rendono la genitorialità condivisa qualcosa di ancora molto lontano.

Debora Moretti, Fondatrice e Presidente di Fondazione Libellula,
Debora Moretti, Fondatrice e Presidente di Fondazione Libellula,

I consigli per un ambiente di lavoro più inclusivo 

Ma allora si può fare qualcosa per rendere il posto di lavoro un ambiente più inclusivo e per portare le mamme lavoratrici allo stesso livello di quello dei papà? Anche in questo caso ci rifacciamo ai 5 consigli di Fondazione Libellula: 

1) Adottare politiche aziendali che favoriscano un buon equilibrio vita privata e lavoro, come l'estensione dei congedi parentali, l'adozione di benefit economici o di una maggiore flessibilità, contemplando per esempio la possibilità di forme di lavoro ibrido

2) Supportare le neo-mamme e i neo-papà nel rientro al lavoro con group coaching e counseling, favorendo il confronto tra i generi per sviluppare una visione dell'esperienza più articolata e approfondita e che consideri le diverse prospettive in gioco. E' utile che i percorsi siano guidati da coach con esperienza nelle tematiche di genere

3) Creare una community dei genitori presenti in azienda, attraverso cui le persone possono attivare colleghi e colleghe per cercare la risoluzione di problemi pratici o un confronto su specifiche esperienze

4) Creare dei workshop formativi per manager al fine di superare visioni limitanti circa la genitorialità sul posto di lavoro, ascoltando le diversità nel team e facilitando i processi comunicativi

5) Promuovere dei workshop formativi per i ruoli HR con l'obiettivo di accrescere la loro consapevolezza sui bisogni/peculiarità della fase di pre e post e sviluppare la capacità di accompagnare i neogenitori nel percorso di rientro, monitorando la soddisfazione e l'ingaggio e superando eventuali stereotipi sulla genitorialità in azienda

Insomma, c'è da tanto da festeggiare, ma anche tanto da riflettere se vogliamo, una volta per tutte, sconfiggere quegli stereotipi di genere e quelle discriminazioni che rendono questa ricorrenza un po' meno speciale.