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Home » Lifestyle » Giornata mondiale dei calzini spaiati: il valore della diversità e del rispetto si impara sin da bambini

Giornata mondiale dei calzini spaiati: il valore della diversità e del rispetto si impara sin da bambini

Ogni primo venerdì di febbraio, da 10 anni, si celebra la ricorrenza internazionale nata dall'idea di una maestra di una scuola elementare italiana per i suoi alunni

Maurizio Costanzo
3 Febbraio 2023
Giornata mondiale dei calzini spaiati

Giornata mondiale dei calzini spaiati

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Oggi non stupitevi se vi capiterà di vedere in giro – a scuola, al parco, al lavoro o in ufficio – persone che indossano coppie spaiate di calzini, rosso da una parte e verde dall’altra, oppure giallo al piede sinistro e arancione al piede destro. Non c’è stata nessuna dimenticanza, nessuna svista dovuta alla confusione, alla distrazione o alla fretta: i due calzini sono stati indossati appositamente uno diverso dall’altro. E questo perché oggi si celebra infatti la Giornata dei calzini spaiati, che cade ogni anno il primo venerdì di febbraio.

Giornata mondiale dei calzini spaiati

L’iniziativa, che giunge alla sua decima edizione, è nata dall’idea di un’insegnante di una scuola elementare con un obiettivo ben preciso: riflettere tutti insieme sul valore della diversità. Un modo originale, facile da mettere in pratica e talmente coinvolgente che si è diffuso in lungo e in largo grazie al passaparola sui social, e così ne è nata persino una giornata mondiale. Non si tratta solo di tirare fuori dal cassetto i calzini e tenerli chiusi e coperti in una scarpa: l’invito, per tutti, è anche a mostrarli. E ovviamente per tutta la giornata impazzeranno le foto sui social con l’hashtag #giornatadeicalzinispaiati, a corredo di fotografie e post che immortalano le coppie di calzini più disparate. La Giornata dei calzini spaiati, che ricorre oggi anno all’inizio del mese di febbraio, ha un’origine tutta italiana: è nata infatti in una scuola primaria di Terzo di Aquileia, in provincia di Udine, esattamente dieci anni fa. L’iniziativa è frutto dell’idea di una maestra per coinvolgere i suoi piccoli alunni: una sorta di gioco, per mostrare ai più piccoli quanto sia bello, divertente e semplice accogliere la diversità.

 

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Lo scopo dell’iniziativa simbolica e coinvolgente ideata dall’illuminata docente era, e resta, ben chiaro: sensibilizzare le bambine e i bambini sull’importanza di rispettare le diversità, intesa come valore e arricchimento, promuovendo al tempo stesso sentimenti di rispetto, amicizia e solidarietà nelle nuove generazioni. In questa giornata dunque le maestre delle scuole italiane, come quelle di tutto il mondo, invitano i piccoli alunni delle scuole primarie a indossare due calzini spaiati, uno diverso dall’altro, e andare a scuola in questo modo, mostrandoli poi ai compagni di banco per divertirsi e riflettere tutti insieme. Ma sono invitati a sposare l’obiettivo non solo i più piccoli, ma anche gli adulti, di ogni età. Tutte le persone possono aderire facilmente a questa iniziativa che, attraverso un semplice gesto, si fa concreta nel segno dell’inclusione. Un’idea divertente e coinvolgente, che ha avuto un grande successo nel corso di questi dieci anni, ed è stata talmente apprezzata da essere cresciuta, edizione dopo edizione, e da essersi diffusa in tutto il mondo. Questa scelta è stata condivisa nella vita reale, fuori dalle scuole, con amici, colleghi e compagni di scuola e dalla prima edizione in poi spopola sui social, tanto che anche per quest’anno è stato coniato l’hashtag #calzinispaiati2023. L’invito, per tutti, è infatti quello di far correre il messaggio anche attraverso il web. Indossando tutti e tutte calzini spaiati si potrà contribuire a lanciare, e a far riflettere su, un messaggio più profondo, di accoglienza e sensibilizzazione verso la diversità, di rispetto reciproco, di inclusione e di accettazione verso l’altro.

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  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
Oggi non stupitevi se vi capiterà di vedere in giro - a scuola, al parco, al lavoro o in ufficio - persone che indossano coppie spaiate di calzini, rosso da una parte e verde dall’altra, oppure giallo al piede sinistro e arancione al piede destro. Non c’è stata nessuna dimenticanza, nessuna svista dovuta alla confusione, alla distrazione o alla fretta: i due calzini sono stati indossati appositamente uno diverso dall’altro. E questo perché oggi si celebra infatti la Giornata dei calzini spaiati, che cade ogni anno il primo venerdì di febbraio.
Giornata mondiale dei calzini spaiati
L’iniziativa, che giunge alla sua decima edizione, è nata dall’idea di un'insegnante di una scuola elementare con un obiettivo ben preciso: riflettere tutti insieme sul valore della diversità. Un modo originale, facile da mettere in pratica e talmente coinvolgente che si è diffuso in lungo e in largo grazie al passaparola sui social, e così ne è nata persino una giornata mondiale. Non si tratta solo di tirare fuori dal cassetto i calzini e tenerli chiusi e coperti in una scarpa: l’invito, per tutti, è anche a mostrarli. E ovviamente per tutta la giornata impazzeranno le foto sui social con l'hashtag #giornatadeicalzinispaiati, a corredo di fotografie e post che immortalano le coppie di calzini più disparate. La Giornata dei calzini spaiati, che ricorre oggi anno all'inizio del mese di febbraio, ha un'origine tutta italiana: è nata infatti in una scuola primaria di Terzo di Aquileia, in provincia di Udine, esattamente dieci anni fa. L'iniziativa è frutto dell'idea di una maestra per coinvolgere i suoi piccoli alunni: una sorta di gioco, per mostrare ai più piccoli quanto sia bello, divertente e semplice accogliere la diversità.
 
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Lo scopo dell’iniziativa simbolica e coinvolgente ideata dall'illuminata docente era, e resta, ben chiaro: sensibilizzare le bambine e i bambini sull’importanza di rispettare le diversità, intesa come valore e arricchimento, promuovendo al tempo stesso sentimenti di rispetto, amicizia e solidarietà nelle nuove generazioni. In questa giornata dunque le maestre delle scuole italiane, come quelle di tutto il mondo, invitano i piccoli alunni delle scuole primarie a indossare due calzini spaiati, uno diverso dall’altro, e andare a scuola in questo modo, mostrandoli poi ai compagni di banco per divertirsi e riflettere tutti insieme. Ma sono invitati a sposare l’obiettivo non solo i più piccoli, ma anche gli adulti, di ogni età. Tutte le persone possono aderire facilmente a questa iniziativa che, attraverso un semplice gesto, si fa concreta nel segno dell’inclusione. Un'idea divertente e coinvolgente, che ha avuto un grande successo nel corso di questi dieci anni, ed è stata talmente apprezzata da essere cresciuta, edizione dopo edizione, e da essersi diffusa in tutto il mondo. Questa scelta è stata condivisa nella vita reale, fuori dalle scuole, con amici, colleghi e compagni di scuola e dalla prima edizione in poi spopola sui social, tanto che anche per quest'anno è stato coniato l’hashtag #calzinispaiati2023. L'invito, per tutti, è infatti quello di far correre il messaggio anche attraverso il web. Indossando tutti e tutte calzini spaiati si potrà contribuire a lanciare, e a far riflettere su, un messaggio più profondo, di accoglienza e sensibilizzazione verso la diversità, di rispetto reciproco, di inclusione e di accettazione verso l'altro.
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